23 novembre 2006

Roma non è il mare

Dal balcone
della mia stanza
di hotel

ho visto un gabbiano
volare prigioniero
tra gli alti palazzi di Roma

ho visto nei suoi occhi
la sete di ampi orizzonti
e di correnti di vento

ho visto le sue grandi ali
annaspare nel groviglio
di strade e di vicoli

“cosa ci fa qui?
Forse si è perso…”
ho pensato

“cosa ci faccio qui?
Forse mi sono perso…”
ho pensato

22 novembre 2006

Crepuscolo d'aula

Poi, ad uno ad uno
tutti mi salutano

e restano soltanto
bicchieri vuoti
sedie disordinate
lavagne
e fogli scarabocchiati

...e resto solo io
a barcollare goffamente
in quel crepuscolo d’aula.

Non si sciolgono quelle storie,
restano vivi gli echi di percorsi
di dubbi e di avventure,

non si spengono
nei miei occhi,
quegli occhi di persone.

Pian piano
anche stasera trovo la forza
per districare le loro matasse
dalla mia

Solo uno è il rimpianto:
davvero non avrei voluto lasciarli andare
senza abbracciarli uno per uno.

21 novembre 2006

Quando passi, se ti va...

Butta un occhio
anche qui dentro

Perchè io vivo
pure quaggiù

Nel buio
nel silenzio
nel non detto

Troverai vividi
brandelli
di potere
e di paura

Butta un occhio
anche qui dentro

Se davvero cerchi
me.

19 novembre 2006

Trenitalia...

Venerdì 18 novembre 2006, ore 6.40, temperatura esterna 7°, nebbia e umidità.
Salgo a Ferrara sul treno interregionale Padova Bologna.

Appena entrato nello scompartimento di seconda classe (comunque la prima non esiste su questi treni) vengo avvolto da una folata di aria calda e putrida tipo forno crematorio.

Mi siedo, apro immediatamente finestrino in cerca di ossigeno e mi chiedo come diavolo facciano gli altri viaggiatori a dormire profondamente, vestiti con giubbotti sciarpe e cappelli in un clima torrido e nauseabondo come quello.

Per curiosità (o rabbia) voglio misurare la temperatura:




31°!

Mi spoglio, resto in camicia sotto al finestrino aperto, chiedo inutilmente soccorso al controllore, mi incazzo, boccheggio, ma resisto fino a Bologna.

Sceso dal treno sono deciso a far sentire la mia protesta:




Ci rinuncio!

13 novembre 2006

Poesie Rubate - Autobiografia breve

di Portia Nelson


Capitolo I
Cammino per la strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede. Ci cado.
Sono persa... Sono impotente.
Non è colpa mia.
Ci vorrà un’eternità per uscirne.


Capitolo II
Cammino per la stessa strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede.
Fingo di non vederla.
Ci ricado.
Non riesco a credere di essere in quello stesso posto.
Ma non è colpa mia.
Ci vuole ancora molto tempo per uscirne.


Capitolo III
Cammino per la strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede.
Vedo che c’è.
Ci cado ancora... è un’abitudine.
I miei occhi sono aperti.
So dove sono.
E’ colpa mia.
Ne esco immediatamente.


Capitolo IV
Cammino per la strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede.
La aggiro.


Capitolo V
Cammino per un’altra strada.

7 novembre 2006

La voce del silenzio

La voce del silenzio
questa notte
mi ha parlato:


Sii calmo,
mi ha detto,
E sappi…
Io sono Dio

Stai in questo silenzio
e sentirai sempre
la mia voce

Ma non cercare la poesia
dalle mie parole…
in esse cerca la vita

E nella vita,
solo in quella,
troverai la poesia

Sii calmo
e sappi,
mi ha detto,
Io sono il tuo Cuore.