Minuscola goccia d’acqua
talmente sola e infreddolita
da farsi splendido cristallo
pur di essere ammirata
da vicino
pur di essere sfiorata
dal calore di una mano
23 novembre 2005
14 novembre 2005
Quelli della 517, 518 e 519
La stanza è ampia, piacevole, raffinata pur nel gusto pacchiano della moquette verde pisello e delle pareti rosa salmone. Anche il letto sembra comodo e il bagno è ampio e pulito.
E’ tardi, troppo tardi per scendere al ristorante dell’hotel e io mi sento stanco, forse troppo per uscire in cerca di cibo.
Roma di notte mi attrae e mi confonde al tempo stesso e rimango in piedi al centro della stanza, perplesso e indeciso sul da farsi. Poi il pensiero della giornata di domani con quella soffice sensazione di ansia che lo accompagna, mi spinge definitivamente alla stasi.. Salterò la cena e sprofonderò in questo piacevole, inquieto torpore fino alla sveglia di domani mattina.
Maglietta, mutande e calzettoni al polpaccio, mi accascio sul letto e cerco con la mano il telecomando sul comodino… ed ecco, dapprima confuso e poi via via più chiaro un sospiro di donna di là dalla parete. Tendo l’orecchio e trattengo il fiato… no, non mi sono sbagliato: quelli della 517 si stanno concedendo un piccolo svago serale!
Mi appresto curioso ad un ascolto morboso e innegabilmente condito da un filo di invidia.
Ecco, si, sospiri di donna, ancora sospiri.
“Però!” penso io “Quello della 517 ci si è messo di impegno!”
E sospiri più forti, sempre più intensi
“Stai a vedere…” Sogghigno sprezzante “che quello della 517 è più maschio di me!”
E i sospiri si trasformano in gemiti trattenuti a stento
“Ohi, ohi! Mi sa che quello della 517 è davvero più maschio di me!”
Un crescendo di gemiti quasi senza più pudore...
“Porca miseria, quello della 517 è molto più maschio di me!”
E mentre sul letto della stanza 517 si brucia di passione, sul mio si arrampicano la pulce del confronto e il tarlo dell’ansia da prestazione. E non è più comodo come sembrava questo letto di albergo, e neppure è piacevole stare ancora ad origliare.
Mi alzo risoluto a trovare un rifugio, una via di salvezza per la mia autostima, lontano da quella parete così malamente insonorizzata (“dovrò proprio fare un reclamo alla reception” pensavo). Mi chiudo in bagno e davanti allo specchio respiro in silenzio.
Ma quale silenzio!
Sospiri, ancora sospiri concitati e gemiti senza pudore
Ma questi sono quelli della 519, la parete è quella opposta!
Non ci posso credere! “Cosa avranno mai servito per cena al ristorante stasera?” mi chiedo...
“Mi sa che domani scendo a sperimentare la cucina!”
Poi però mi sorge un sospetto, il sospiro è lo stesso, lo stesso è il ritmo, gli stessi i gemiti… ma come è possibile? … la donna è la stessa! E a pensarci bene… pure la colonna sonora… è la stessa!
Sorrido della mia ingenuità. E torno a letto più sereno. Prima però mi tolgo lo scrupolo… il servizio di pay tv costa 10,50 € a serata… 22.000 lire!
La mattina successiva, con un sincronismo perfetto, ecco che si aprono le porte della 517, della 518 e della 519. Ne escono tre uomini d’affari apparentemente identici. Abito scuro, camicia, cravatta e ventiquattrore… sguardo serioso e fiero.
Io dovrei essere quello in mezzo…
Almeno credo!
E’ tardi, troppo tardi per scendere al ristorante dell’hotel e io mi sento stanco, forse troppo per uscire in cerca di cibo.
Roma di notte mi attrae e mi confonde al tempo stesso e rimango in piedi al centro della stanza, perplesso e indeciso sul da farsi. Poi il pensiero della giornata di domani con quella soffice sensazione di ansia che lo accompagna, mi spinge definitivamente alla stasi.. Salterò la cena e sprofonderò in questo piacevole, inquieto torpore fino alla sveglia di domani mattina.
Maglietta, mutande e calzettoni al polpaccio, mi accascio sul letto e cerco con la mano il telecomando sul comodino… ed ecco, dapprima confuso e poi via via più chiaro un sospiro di donna di là dalla parete. Tendo l’orecchio e trattengo il fiato… no, non mi sono sbagliato: quelli della 517 si stanno concedendo un piccolo svago serale!
Mi appresto curioso ad un ascolto morboso e innegabilmente condito da un filo di invidia.
Ecco, si, sospiri di donna, ancora sospiri.
“Però!” penso io “Quello della 517 ci si è messo di impegno!”
E sospiri più forti, sempre più intensi
“Stai a vedere…” Sogghigno sprezzante “che quello della 517 è più maschio di me!”
E i sospiri si trasformano in gemiti trattenuti a stento
“Ohi, ohi! Mi sa che quello della 517 è davvero più maschio di me!”
Un crescendo di gemiti quasi senza più pudore...
“Porca miseria, quello della 517 è molto più maschio di me!”
E mentre sul letto della stanza 517 si brucia di passione, sul mio si arrampicano la pulce del confronto e il tarlo dell’ansia da prestazione. E non è più comodo come sembrava questo letto di albergo, e neppure è piacevole stare ancora ad origliare.
Mi alzo risoluto a trovare un rifugio, una via di salvezza per la mia autostima, lontano da quella parete così malamente insonorizzata (“dovrò proprio fare un reclamo alla reception” pensavo). Mi chiudo in bagno e davanti allo specchio respiro in silenzio.
Ma quale silenzio!
Sospiri, ancora sospiri concitati e gemiti senza pudore
Ma questi sono quelli della 519, la parete è quella opposta!
Non ci posso credere! “Cosa avranno mai servito per cena al ristorante stasera?” mi chiedo...
“Mi sa che domani scendo a sperimentare la cucina!”
Poi però mi sorge un sospetto, il sospiro è lo stesso, lo stesso è il ritmo, gli stessi i gemiti… ma come è possibile? … la donna è la stessa! E a pensarci bene… pure la colonna sonora… è la stessa!
Sorrido della mia ingenuità. E torno a letto più sereno. Prima però mi tolgo lo scrupolo… il servizio di pay tv costa 10,50 € a serata… 22.000 lire!
La mattina successiva, con un sincronismo perfetto, ecco che si aprono le porte della 517, della 518 e della 519. Ne escono tre uomini d’affari apparentemente identici. Abito scuro, camicia, cravatta e ventiquattrore… sguardo serioso e fiero.
Io dovrei essere quello in mezzo…
Almeno credo!
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