31 marzo 2010

I feedback dei partecipanti al Barcamp


..In chiusura del barcamp, con circa 50 persone e pochi minuti a disposizione, abbiamo raccolto i feedback mettendo a disposizione 600 cartoncini con 300 differenti aggettivi e stati d'animo.

Ciascuno ha scelto e commentato un cartoncino per descrivere la propria sensazione rispetto alle due giornate.

Ecco il risultato...

30 marzo 2010

Suggestioni dall'Outdoor Barcamp (26 e 27 Marzo 2010)

Reduce da due giornate stimolanti di formazione esperienziale all'aperto.. condivido qualche suggestione..



L'idea del Barcamp è nata da Luigi Mengato ed è stata sviluppata in partnership da Forema ed Esperio. L'evento è stato un successo per pubblico, interesse ed energia sviluppata.

Rifletto sulle potenzialità che eventi come questo offrono per testare e promuovere idee e metodologie innovative. Con Luigi ci stiamo interrogando se il prossimo Barcamp possa essere dedicato alla.. PERSONA.

La formazione (anche quella esperienziale) spesso si focalizza sui comportamenti lasciando volutamente fuori le componenti intime della persona. Io stesso, nei percorsi aziendali, mi raccomando dicendo: "Lavoriamo sul comportamento, salvaguardiamo la persona".

Nel 2010, ancora scossi dalla turbolenza della crisi, di fronte ad un futuro più che mai imprevedibile e ad una continua evoluzione rivoluzione delle tecnologie di comunicazione, non possiamo più prescindere dalla PERSONA.

Ogni manager deve avere una solida base emozionale e psicologica per stare in piedi anche quando il vento soffia e la terra trema. Ogni manager dovrà essere autonomo e non dipendere energeticamente da una immagine artefatta/esterna di se. Ogni manager dovrà lavorare sulla propria coerenza interiore per non dover impiegare energie in inutili recite sul web 2.0.

Insomma.. finalmente è l'ora della PERSONA!!

26 marzo 2010

Perchè vi porto a camminare di notte nel bosco


“Una marcia nel cuore della notte, sotto la luce della luna, nel bosco o nella campagna, lascia una traccia nella memoria che non si cancella tanto facilmente. Sotto le stelle e nell’oscurità l’uomo ritrova il suo stato di creatura proiettata in un universo infinito e
palpitante, s’interroga sulla propria esistenza... 
La notte pone l’uomo di fronte alle due facce del sacro: la meraviglia e lo spavento, due modi diversi di essere strappati al mondo delle percezioni ordinarie con qualcosa che va al di là di sé. 
Se la notte è un universo di emozioni benevole per alcuni, per altri  è un regno di pericoli, una zona senza punti di riferimento che suscita l’orrore del vacillare progressivo di ogni familiarità. La notte urbana non ha questi bagliori, non riveste alcuna dimensione metafisica, a causa del rumore persistente delle auto che cancella ogni traccia di mistero, dell’orizzonte limitato dalle case, e soprattutto della luce diffusa, il cui scopo è appunto quello di neutralizzare la paura”.

Le Breton