Ho passeggiato in un’aiuola tra i palazzi, perché di natura selvaggia qui non ce ne è proprio traccia.
Ora siedo sul marciapiede, perché anche le panchine qui lasciano un po’ a desiderare.
Indosso ho il pigiama, le tennis slacciate, e il giubbino da trekking.
Una penna e il taccuino su cui lei - che dorme - sta segnando la lista della spesa.
Oggi finalmente non invidio queste tiepide finestre chiuse, chiuse su sogni coniugali semplici e compiuti.
Oggi finalmente non detesto la mia finestra ancora - e sempre – aperta (quanti spifferi e quanta pioggia ha lasciato entrare).
Oggi no.
Aspetto l’alba con la finestra spalancata e un sorriso beota stampato sul volto.
So che il primo sole di domani, trovando la finestra aperta, illuminerà il mio sogno e scalderà il mio cuore!
PS: domani a lezione voglio parlare ai ragazzi di finestre chiuse e di finestre aperte… di notti dentro e di notti fuori.
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