20 aprile 2007

Il Cerchio e il Fuoco

Quanta umanità ho incontrato oggi, quanta emozione!
Persone... persone...
Persone che soffrono perché non si sentono in condizioni di dare il meglio di sé.
Persone arrabbiate perché non vedono riconosciuto tutto ciò che si sforzano di dare.
Persone che si accorgono con sofferenza che ciò che viene loro richiesto è più di quanto si sentono di dare.
Persone che piangono.
Persone che urlano.
Persone che mollano.

Cosa ci fa un ingegnere in mezzo a tutto questo? Come possono, un'organizzazione o una procedura o una regola, per quanto perfette, efficaci e ben progettate... come possono aiutare queste persone?
Lo so, lo sento, l'ho imparato, non è di briglie che hanno bisogno queste persone!

Queste persone appartengono alla Tribù Senza Falò.

Una tribù nella quale mancano gli anziani, lo sciamano, i guerrieri e il grande capo. Una tribù nella quale le persone non si toccano, non si sorridono, non si abbracciano. Eppure vivono ogni giorno gomito a gomito condividendo l'aria, lo spazio, gli obiettivi e le difficoltà.

Il rito serale del falò è andato perduto… dimenticato. E ora nessuno ha più quello spazio sacro nel quale raccontare il proprio vissuto giornaliero ai compagni, seduti in cerchio attorno al fuoco.
Hanno lasciato spegnere il fuoco.
Il cerchio della tribù sembra rotto per sempre.

In questa tribù non serve un ingegnere e non serve un consulente.
Servirebbe il fuoco o qualcuno in grado di riaccenderlo!
Servirebbe il cerchio o qualcuno in grado di ricostruirlo!

Ma per riaccendere il fuoco occorre bruciare l'emozione, e per ricostruire il cerchio, occorre essere disposti al contatto, all'abbraccio.

Eccomi.

Questa è la mia emozione, specchiati in me, bruciamo insieme tutta questa energia. Aiutami ti prego a tenere vivo questo fuoco.
Ecco, questo e quello che farò, terrò viva la fiamma dovessi bruciare ogni angolo di me.

Eccomi.

Questa è la mia mano, questo è il mio abbraccio, ricevo il tuo contatto e lo porto a chi non sei ancora pronto ad abbracciare. E anche a lui chiederò una mano, un abbraccio, per poi tornare qui e portarlo a te.
Ecco, questo è quello che farò, avanti e indietro tra te e lui, tra un ufficio all'altro, all'infinito fino a ricucire pezzo per pezzo l'intero cerchio.

Perché ora so ciò di cui avete bisogno.

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