Oggi mi accorgo di essere esattamente
ciò che ho pensato ieri.
Ma questo è un pensiero nuovo
e pensandolo ho distrutto lo stampo.
Chi sarò domani?
23 luglio 2007
17 luglio 2007
Il burattinaio delle stelle
Destino burattino
appeso alle dita delle mie mani
Mani burattine
appese al battito del mio cuore
Cuore burattino
appeso al palpitare delle stelle
Stelle burattine
chi muove i vostri fili?
appeso alle dita delle mie mani
Mani burattine
appese al battito del mio cuore
Cuore burattino
appeso al palpitare delle stelle
Stelle burattine
chi muove i vostri fili?
8 luglio 2007
Frontiere di bosco
Ricordo, era così anche per me… Conoscevamo solo la fascia di bosco lungo il ciglio della strada.
Quella sottile fetta di selvaggio, resistente e contaminato al tempo stesso. Selvaggio abbastanza da sembrare foresta, se osservato spalle alla strada. Civilizzato a sufficienza da permetterti di raggiungerla al volo con uno sguardo quella strada di solido asfalto.
Oggi ricordo quel bosco, attaccato alle sbarre, prigioniero di quell’infinito ciglio di strada. Quel bosco, separato da se stesso da una violenta lama di asfalto. Quel bosco, mèta - oggi come nella mia infanzia - di fugaci pic-nic e avventurose battute ai funghi. Quel bosco vissuto dai piccoli uomini, dalle loro stoviglie, dalle loro scarpette di cuoio e dalle grosse gomme dei loro fuoristrada urbani.
Oggi osservo quel bosco, quasi pudico per lo sporco che ne attanaglia le radici. Oggi mi offende quello sporco di chi sosta, senza mai fermarsi, senza mai guardare, senza saper sentire… pronto a riprendere in fretta il suo viaggio insignificante che lo riporterà… sul suo divano, davanti alla sua televisione.
Oggi conosco l’altro bosco, quello oltre la frontiera, quello capace di scacciare ogni insulto di uomo, quello che da preda si fa cacciatore di chi non lo rispetta nel profondo e nella notte, quello che vive da sempre e per sempre, con o senza di me, con o senza di te.
Due tipi di bosco, due schemi di gioco, due specchi per me stesso.
Quella sottile fetta di selvaggio, resistente e contaminato al tempo stesso. Selvaggio abbastanza da sembrare foresta, se osservato spalle alla strada. Civilizzato a sufficienza da permetterti di raggiungerla al volo con uno sguardo quella strada di solido asfalto.
Oggi ricordo quel bosco, attaccato alle sbarre, prigioniero di quell’infinito ciglio di strada. Quel bosco, separato da se stesso da una violenta lama di asfalto. Quel bosco, mèta - oggi come nella mia infanzia - di fugaci pic-nic e avventurose battute ai funghi. Quel bosco vissuto dai piccoli uomini, dalle loro stoviglie, dalle loro scarpette di cuoio e dalle grosse gomme dei loro fuoristrada urbani.
Oggi osservo quel bosco, quasi pudico per lo sporco che ne attanaglia le radici. Oggi mi offende quello sporco di chi sosta, senza mai fermarsi, senza mai guardare, senza saper sentire… pronto a riprendere in fretta il suo viaggio insignificante che lo riporterà… sul suo divano, davanti alla sua televisione.
Oggi conosco l’altro bosco, quello oltre la frontiera, quello capace di scacciare ogni insulto di uomo, quello che da preda si fa cacciatore di chi non lo rispetta nel profondo e nella notte, quello che vive da sempre e per sempre, con o senza di me, con o senza di te.
Due tipi di bosco, due schemi di gioco, due specchi per me stesso.
6 luglio 2007
Salendo, sudando, scrivendo...
Massimo, fuggito dal lavoro, decide di arrampicarsi in vetta ad un piccolo monte che lo chiama dalla finestra dell’albergo.
Massimo sale,
...voce fuori campo:
“Perché stai salendo?
Perché?
Perché stai salendo?
Per chi?
Per chi stai salendo?
Perché?”
Massimo aumenta il passo,
...voce fuori campo:
“Perché stai sudando?
Perché?
Perché stai sudando?
Per chi?
Per chi stai sudando?
Perché?”
Massimo si ferma e tira fuori il taccuino,
...voce fuori campo:
“Perché lo stai scrivendo?
Perché?
Perché lo stai scrivendo?
Per chi?
Per chi lo stai scrivendo?
Perché?”
Massimo decide che tra le sue personalità multiple, quella che fa tutte ste’ cazzo di domande è quella che andrebbe soppressa.
...Continua a scrivere, continua a salire… continua a sudare!
“Ma perché?
…per chi?”
Massimo sale,
...voce fuori campo:
“Perché stai salendo?
Perché?
Perché stai salendo?
Per chi?
Per chi stai salendo?
Perché?”
Massimo aumenta il passo,
...voce fuori campo:
“Perché stai sudando?
Perché?
Perché stai sudando?
Per chi?
Per chi stai sudando?
Perché?”
Massimo si ferma e tira fuori il taccuino,
...voce fuori campo:
“Perché lo stai scrivendo?
Perché?
Perché lo stai scrivendo?
Per chi?
Per chi lo stai scrivendo?
Perché?”
Massimo decide che tra le sue personalità multiple, quella che fa tutte ste’ cazzo di domande è quella che andrebbe soppressa.
...Continua a scrivere, continua a salire… continua a sudare!
“Ma perché?
…per chi?”
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