14 dicembre 2007

24 Dicembre 2002

E’ la notte di Natale e sono solo.
Guarda la loro gioia:
con luci, palline colorate e mille pacchetti ai loro piedi
sembrano davvero degli Alberi di Natale.
Guarda invece la mia tristezza:
ho perso ad una ad una tutte le foglie
erano mie, le ritenevo mie per l’eternità.
E me le hanno portate via.
Guarda oggi la mia tristezza.

Oggi è Natale per tutti, ma non per me
non ho nessuno per cui decorarmi
e sono spoglio
non ho nessuno a cui fare doni
e sono arido.

Dove è il Natale ?
E mi vergogno della mia solitudine.
E vorrei essere abbattuto
per non rovinare la festa a nessuno.
Mi vedo a terra, col tronco
spezzato
e vedo una lacrima della mia Vita che cade nel fango.

Ecco la Vita,
allora c’è ancora!
Apro gli occhi, asciugo le lacrime
e sento la Vita dentro di me
E stendo i miei rami che abbracciano il cielo
e sento il mio tronco più forte che mai
e stringo la terra con le mie profonde radici.
Sì, sono spoglio, ma le foglie che ho perso
ora mi nutrono e mi fanno più forte.
E la Vita in me è più forte che mai,
nascosta, in attesa, come è giusto che sia
quando fuori fa troppo freddo.

A Primavera
ricostruirò una ad una le mie foglie
e sarò verde di nuovo,
più forte, più grande.

Ma oggi è Natale
e quell’incosciente di Gesù
ancora una volta ha scelto di nascere nella
mia grotta fredda e buia.
Ne sono sicuro,
quella goccia di Vita che mai mi abbandona,
è proprio Lui che vuole vivere
anche quest’anno dentro di me.

Forse, non travestirsi da Albero di Natale in questa notte,
è necessario per sentire il debole pianto
della Nuova Vita che nasce.

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