Venerdì 18 novembre 2006, ore 6.40, temperatura esterna 7°, nebbia e umidità.
Salgo a Ferrara sul treno interregionale Padova Bologna.
Appena entrato nello scompartimento di seconda classe (comunque la prima non esiste su questi treni) vengo avvolto da una folata di aria calda e putrida tipo forno crematorio.
Mi siedo, apro immediatamente finestrino in cerca di ossigeno e mi chiedo come diavolo facciano gli altri viaggiatori a dormire profondamente, vestiti con giubbotti sciarpe e cappelli in un clima torrido e nauseabondo come quello.
Per curiosità (o rabbia) voglio misurare la temperatura:
31°!
Mi spoglio, resto in camicia sotto al finestrino aperto, chiedo inutilmente soccorso al controllore, mi incazzo, boccheggio, ma resisto fino a Bologna.
Sceso dal treno sono deciso a far sentire la mia protesta:
Ci rinuncio!
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