28 maggio 2010

La via del guerriero

In una società priva di riferimenti, di modelli e di miti come la nostra, il mito tolteco del guerriero assume fascino e attrattiva..

Il guerriero interpreta la vita come una sfida con se stesso, per andare oltre i propri limiti e per esprime al meglio il proprio potenziale.

-Il Guerriero è colui il quale ricerca la vera conoscenza.
-E’ costantemente in lotta ma questa lotta non è altro che un viaggio all’interno di se stesso, attraverso la realtà esterna a caccia dei propri limiti, delle proprie paure e delle proprie debolezze.
-La meta del viaggio: la conoscenza, il potere personale.. divenire un essere impeccabile.
-Impeccabilità significa un uso strategico e attento della propria energia e di quella delle persone che ci circondano.
-L’impeccabilità fornisce quindi il potere personale e di conseguenza la libertà.

“Quando un uomo intraprende la via del guerriero diventa gradatamente consapevole di essersi lasciato per sempre alle spalle la vita ordinaria. Ciò significa che la realtà ordinaria non può più proteggerlo e che per sopravvivere dovrà adottare un nuovo modo di vita.”
C. Castaneda

-Il guerriero regola tutto quello che fa in base all’energia. In base a questo egli definisce una strategia che gli garantisca il miglior risultato.
-Sposta la focalizzazione dalla propria immagine, al proprio livello di energia.
-Non cerca più di fortificare il proprio ego ma di mantenere e incrementare il proprio potere personale.
-E’ attento a riconoscere e ad evitare tutte quelle reazioni emozionali che il dialogo interiore proporrebbe per corroborare l’importanza personale e quindi a proteggere l’immagine di sé.
-Il guerriero evita qualunque stato mentale emozionale o fisico che lo depaupererebbe di energia. Questa è la regola del guerriero, questa è la via verso l’impeccabilità.

“L'arte degli stregoni in realtà non è quella di scegliere, ma di essere abbastanza acuti per accettare.”
Don Juan Matus

-Il guerriero fa attento uso della volontà, intesa come capacità di focalizzare le proprie energie in base ad uno specifico intento personale.
- Il guerriero agisce ogni giorno come se ciascuna azione fosse l’ultima azione della sua esistenza: usa la morte come consigliera. E’ la morte a fornirgli il necessario distacco e la costante attenzione alla strategia.
-Il guerriero sa che ciascuno è un cantastorie della propria verità, per questo non entra in conflitto, accetta gli altri e le loro opinioni.
-La volontà, il controllo, la strategia, la coscienza della propria morte e l’accettazione sono le principali armi che il guerriero possiede per esercitare la propria impeccabilità.

“Un guerriero deve focalizzare la sua attenzione sul legame tra sé e la sua morte. Senza rimorsi o tristezza o preoccupazione, deve focalizzare la sua attenzione sul fatto che non ha tempo e lasciare che i suoi atti fluiscano di conseguenza.Deve lasciare che ognuno dei suoi atti sia la sua ultima battaglia sulla terra. Solo in queste condizioni i suoi atti avranno il giusto potere.Altrimenti saranno, per il tempo che vivrà, gli atti di un folle.”
C. Castaneda

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