- Sveglia alle quattro e trenta.
- Partenza in auto da Ferrara alle cinque e un quarto.
- Imbocco a Ferrara Sud l’autostrada A13 e la percorro, accompagnato da qualche assonnato camionista fino ad Arcoveggio.
- Una decina di chilometri di A14 (insolitamente deserta) in direzione Milano, poi mi ritrovo sulla rampa che mi farà immettere sulla A1 in direzione Firenze. (Dovrò arrivare fino a Firenze Certosa, per poi prendere la superstrada Firenze Siena e trovarmi puntuale, attorno alle otto, otto e trenta al massimo nel centro storico di Siena).
Ma è proprio lì sulla rampa che dalla A14 mi porta sulla A1 che avviene il miracolo. La voce metallica e con lieve cadenza germanica del navigatore mi dice: “Procèda su quèsta strada per… CENTO chilometri”. E nel suo tono, sono certo di avvertire una qualche soddisfazione, un ammiccamento al numero tondo tondo che sta pronunciando. Non 99 chilometri, non 101… esattamente c-e-n-t-o chilometri.
Ed ecco il miracolo: la pace, il benessere più totale, la leggerezza, tutta la saggezza cosmica piove su di me in un attimo.
Ho cento chilometri tondi tondi tutti per me, prima di dover abbandonare l’autostrada…
Cento chilometri all’alba, cento chilometri di curve e traiettorie, cento chilometri di silenzio o di musica, cento chilometri di pensieri e di fantasticherie, cento chilometri di volo attraverso l’Appennino, cento chilometri di sospensione tra le poche ore di sonno e le molte ore di lavoro che mi aspettano.
Cento chilometri tutti per me e per il mio cuore, cento chilometri per chiacchierare con me stesso, cento chilometri per sognare, cento chilometri per canticchiare, cento chilometri…
Che meraviglia dimenticare la meta e abbracciare il viaggio!
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