19 giugno 2005

Pensieri - Referendum e pecore

Non era una questione di sì o di no, ma in pochi lo abbiamo capito.
Era in ballo la legittimazione del ribaltamento del concetto di democrazia.

Il politico, in democrazia dovrebbe essere interessato a sapere cosa pensano gli elettori, onde orientare le proprie scelte e i propri comportamenti.

Durante questa campagna referendaria, si è verificata una situazione abominevole: alcuni politici hanno espressamente detto agli elettori “non votate” ossia “non mi interessa conoscere il vostro pensiero. Voglio unicamente che il mio pensiero abbia la meglio”.

E voi pecore che non avete votato avete avallato questo ribaltamento di prospettiva accettando di fatto
che non siano più i politici a dover essere guidati dagli elettori,
ma gli elettori a farsi guidare dai politici.

Avete rinunciato ad esprimere il vostro pensiero,
confermando che lo ritenete subordinato a quello di qualcun altro…
Politico o religioso che sia.
Il passo successivo sarà quello di rinunciare non solo ad esprimerlo,
ma anche a formularlo quel pensiero…
ché tanto c’è qualcuno che pensa per voi.

Pecore!
Povere pecore senza speranza!
Tra poco basterà davvero la voce di un solo cane a costringervi, terrorizzate e senza futuro, a non uscire mai più dal gregge.

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