Oggi è un’onda,
sale dal fiume
viene dal bosco
mi avvolge ovunque io mi nasconda
Ma al posto di soffice schiuma
quest’onda ha lame di coltello
quanto tempo che non sentivo tutto questo
mesi, forse anni
anni di trincee e di proiezioni spettacolari
ma ora eccoci al punto
tu non ci sei per sette giorni
e io sono in bilico tra tre dimore inesistenti
non ho un tetto non ho un letto
tutto vorrei ma nulla posso stringere nella mano dicendo:
“Questo è mio”
Questo sole scenderà
e ho paura delle ombre che affileranno le lame dei coltelli
Notte, non venire, non oggi, non adesso
non sono grande abbastanza per affrontarti,
solo, nudo come sono ora
La mia mente inseguita bussa a tutte le porte di chi potrebbe
accompagnarmi attraverso questo buio incombente
cerca affannosamente qualcosa da indossare per non patire il gelo della notte
Ma tutto le è proibito dalla mia decisione
di vedere cosa c’è in questo buio, in questo freddo.
Starò in piedi,
magari con le ginocchia tremanti
e le lacrime agli occhi,
ma starò in piedi solo, nudo
di fronte a quel terrificante mostro che io stesso sono diventato
e lo affronterò
Per la prima volta lo affronterò
senza la speranza di sconfiggerlo con una decisione
o di eluderlo con una soluzione
lo affronterò sapendo che nessuno vincerà
che semplicemente ci incontreremo
che ne usciremo
coperto di lividi io,
un po’ meno terrificante lui…
Ho imbrattato il mio me stesso
con pensieri e sostanze corrosive
lo ho tirato, graffiato e stropicciato
ora è brutto da fare paura…
E solo io non me ne rendo conto,
anzi mi aspetto che reciti poesie o produca intuizioni geniali.
Eccolo che arriva
è sempre più vicino,
fino a toccarmi.
Mi tocca
il peggio è questo attimo quando dall’esterno passa all’interno
e non ci sono più un “io” e un “lui”,
ma solo un io nel quale non mi riconosco
perché vacilla e mi fa schifo
un io piccolo
con la bocca incrostata di menzogne
un io codardo
che barcolla e non può più scrivere
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