Oggi l’oceano
gli è parso immobile,
scolpito
identico a quello di ieri
oggi nessun brivido
nessun’emozione
genera in lui
quello spicchio di oceano
cucito stretto attorno
al piccolo porto
E quel porto,
con le sue banchine
e quelle quattro case del villaggio
e il campanile della chiesa…
oggi conosce a uno a uno i viottoli,
le case, i muri, le singole pietre
…come il carcerato conosce la sua cella
Insonne
pensa alle braccia distese del faro
che lo avevano condotto
verso il calore di casa
a chi porge ora
le sue braccia quel faro?
E’ giusto
vagheggiare l’oceano da terra?
o la terra
che va agognata dal mare?
Quante notti insonni ancora?
Quante volte ancora
dovrà scegliere
tra un porto
e una rotta?
Saludos desde España.
RispondiEliminaEs inquieto vivir que no sintieron.
ni en su destierro comprender pudieron,
gentes felices,que índole ligera
hacer fácil amar tierra extranjera.
Duque de Frías