Siamo solo uomini
sognatori in manette
viviamo nel riflesso della passione
che non sappiamo ancora vivere
Siamo solo uomini,
una tribù senza falò,
ci struggiamo al ricordo del cerchio serale
nel quale raccontandoci bruciavamo paure, dubbi e insuccessi
Siamo solo uomini
eleganti, raffinati e seriosi
ma annodati a cravatte che continuano inequivocabilmente
ad indicare i nostri genitali
Siamo solo uomini
drogati di solitudine
assetati di noi stessi
Siamo solo uomini
esploratori da asfalto e cemento
perdiamo la strada
alla prima distrazione
Camminiamo soli,
bendati
sospesi
tra sogno e disperazione
9 dicembre 2005
23 novembre 2005
Io... o questa neve
Minuscola goccia d’acqua
talmente sola e infreddolita
da farsi splendido cristallo
pur di essere ammirata
da vicino
pur di essere sfiorata
dal calore di una mano
talmente sola e infreddolita
da farsi splendido cristallo
pur di essere ammirata
da vicino
pur di essere sfiorata
dal calore di una mano
14 novembre 2005
Quelli della 517, 518 e 519
La stanza è ampia, piacevole, raffinata pur nel gusto pacchiano della moquette verde pisello e delle pareti rosa salmone. Anche il letto sembra comodo e il bagno è ampio e pulito.
E’ tardi, troppo tardi per scendere al ristorante dell’hotel e io mi sento stanco, forse troppo per uscire in cerca di cibo.
Roma di notte mi attrae e mi confonde al tempo stesso e rimango in piedi al centro della stanza, perplesso e indeciso sul da farsi. Poi il pensiero della giornata di domani con quella soffice sensazione di ansia che lo accompagna, mi spinge definitivamente alla stasi.. Salterò la cena e sprofonderò in questo piacevole, inquieto torpore fino alla sveglia di domani mattina.
Maglietta, mutande e calzettoni al polpaccio, mi accascio sul letto e cerco con la mano il telecomando sul comodino… ed ecco, dapprima confuso e poi via via più chiaro un sospiro di donna di là dalla parete. Tendo l’orecchio e trattengo il fiato… no, non mi sono sbagliato: quelli della 517 si stanno concedendo un piccolo svago serale!
Mi appresto curioso ad un ascolto morboso e innegabilmente condito da un filo di invidia.
Ecco, si, sospiri di donna, ancora sospiri.
“Però!” penso io “Quello della 517 ci si è messo di impegno!”
E sospiri più forti, sempre più intensi
“Stai a vedere…” Sogghigno sprezzante “che quello della 517 è più maschio di me!”
E i sospiri si trasformano in gemiti trattenuti a stento
“Ohi, ohi! Mi sa che quello della 517 è davvero più maschio di me!”
Un crescendo di gemiti quasi senza più pudore...
“Porca miseria, quello della 517 è molto più maschio di me!”
E mentre sul letto della stanza 517 si brucia di passione, sul mio si arrampicano la pulce del confronto e il tarlo dell’ansia da prestazione. E non è più comodo come sembrava questo letto di albergo, e neppure è piacevole stare ancora ad origliare.
Mi alzo risoluto a trovare un rifugio, una via di salvezza per la mia autostima, lontano da quella parete così malamente insonorizzata (“dovrò proprio fare un reclamo alla reception” pensavo). Mi chiudo in bagno e davanti allo specchio respiro in silenzio.
Ma quale silenzio!
Sospiri, ancora sospiri concitati e gemiti senza pudore
Ma questi sono quelli della 519, la parete è quella opposta!
Non ci posso credere! “Cosa avranno mai servito per cena al ristorante stasera?” mi chiedo...
“Mi sa che domani scendo a sperimentare la cucina!”
Poi però mi sorge un sospetto, il sospiro è lo stesso, lo stesso è il ritmo, gli stessi i gemiti… ma come è possibile? … la donna è la stessa! E a pensarci bene… pure la colonna sonora… è la stessa!
Sorrido della mia ingenuità. E torno a letto più sereno. Prima però mi tolgo lo scrupolo… il servizio di pay tv costa 10,50 € a serata… 22.000 lire!
La mattina successiva, con un sincronismo perfetto, ecco che si aprono le porte della 517, della 518 e della 519. Ne escono tre uomini d’affari apparentemente identici. Abito scuro, camicia, cravatta e ventiquattrore… sguardo serioso e fiero.
Io dovrei essere quello in mezzo…
Almeno credo!
E’ tardi, troppo tardi per scendere al ristorante dell’hotel e io mi sento stanco, forse troppo per uscire in cerca di cibo.
Roma di notte mi attrae e mi confonde al tempo stesso e rimango in piedi al centro della stanza, perplesso e indeciso sul da farsi. Poi il pensiero della giornata di domani con quella soffice sensazione di ansia che lo accompagna, mi spinge definitivamente alla stasi.. Salterò la cena e sprofonderò in questo piacevole, inquieto torpore fino alla sveglia di domani mattina.
Maglietta, mutande e calzettoni al polpaccio, mi accascio sul letto e cerco con la mano il telecomando sul comodino… ed ecco, dapprima confuso e poi via via più chiaro un sospiro di donna di là dalla parete. Tendo l’orecchio e trattengo il fiato… no, non mi sono sbagliato: quelli della 517 si stanno concedendo un piccolo svago serale!
Mi appresto curioso ad un ascolto morboso e innegabilmente condito da un filo di invidia.
Ecco, si, sospiri di donna, ancora sospiri.
“Però!” penso io “Quello della 517 ci si è messo di impegno!”
E sospiri più forti, sempre più intensi
“Stai a vedere…” Sogghigno sprezzante “che quello della 517 è più maschio di me!”
E i sospiri si trasformano in gemiti trattenuti a stento
“Ohi, ohi! Mi sa che quello della 517 è davvero più maschio di me!”
Un crescendo di gemiti quasi senza più pudore...
“Porca miseria, quello della 517 è molto più maschio di me!”
E mentre sul letto della stanza 517 si brucia di passione, sul mio si arrampicano la pulce del confronto e il tarlo dell’ansia da prestazione. E non è più comodo come sembrava questo letto di albergo, e neppure è piacevole stare ancora ad origliare.
Mi alzo risoluto a trovare un rifugio, una via di salvezza per la mia autostima, lontano da quella parete così malamente insonorizzata (“dovrò proprio fare un reclamo alla reception” pensavo). Mi chiudo in bagno e davanti allo specchio respiro in silenzio.
Ma quale silenzio!
Sospiri, ancora sospiri concitati e gemiti senza pudore
Ma questi sono quelli della 519, la parete è quella opposta!
Non ci posso credere! “Cosa avranno mai servito per cena al ristorante stasera?” mi chiedo...
“Mi sa che domani scendo a sperimentare la cucina!”
Poi però mi sorge un sospetto, il sospiro è lo stesso, lo stesso è il ritmo, gli stessi i gemiti… ma come è possibile? … la donna è la stessa! E a pensarci bene… pure la colonna sonora… è la stessa!
Sorrido della mia ingenuità. E torno a letto più sereno. Prima però mi tolgo lo scrupolo… il servizio di pay tv costa 10,50 € a serata… 22.000 lire!
La mattina successiva, con un sincronismo perfetto, ecco che si aprono le porte della 517, della 518 e della 519. Ne escono tre uomini d’affari apparentemente identici. Abito scuro, camicia, cravatta e ventiquattrore… sguardo serioso e fiero.
Io dovrei essere quello in mezzo…
Almeno credo!
3 novembre 2005
30 ottobre 2005
Lo Stronzaedro...
Mi occupo di formazione manageriale, adotto un approccio esperienziale che consiste nel sottoporre ai corsisti delle situazioni problematiche nelle quali mettere alla prova le proprie attitudini. Una delle attività in questione si svolge bendando un gruppo di persone, dando loro in mano una corda intrigata e chiusa ad anello e chiedendo loro di realizzare un quadrato perfetto (senza mai poter mollare la corda). Occorre collaborazione, fiducia, comunicazione, ascolto, e strategia…
Sapete cosa accade il più delle volte?
Dopo alcuni minuti di caos totale, durante i quali la corda si ingarbuglia sempre di più, dal gruppo emerge un leader: quasi sempre si tratta di una persona con il tono di voce alto e risoluto.
Ecco che il leader prende in mano la situazione e inizia ad impartire ordini; come per magia tutti iniziano a seguirlo.
Spesso è fin da subito evidente che non ha uno straccio di strategia in testa… eppure impartisce ordini e tutti, dimenticando che pure lui è bendato, eseguono in maniera pedissequa. non si ribellano, non mettono in discussione la sua leadership.
Il risultato finale è quasi sempre uno “stronzaedro” e non un quadrato, i partecipanti allora si sentono frustrati, ed ecco nascere le accuse verso il leader per non averli saputi guidare, per avere sbagliato strategia, per avere usato modi troppo bruschi …per averli condotti al fallimento.
Il leader si difende, ribalta le accuse, giustifica la propria strategia e il proprio comportamento… poi esausto sbotta: “scusate, io ho fatto del mio meglio, ma voi avevate solo gli occhi bendati, mica la bocca! Se avevate idee migliori, potevate tirarle fuori…”
E’ questo il nocciolo della situazione: vi prego, tiriamo fuori le idee migliori, e urliamole a gran voce! Ma facciamolo ora, perché quando l’Italia sarà uno “stronzaedro” non ci servirà a nulla poter recriminare sulla inadeguatezza del nostro leader.
Sapete cosa accade il più delle volte?
Dopo alcuni minuti di caos totale, durante i quali la corda si ingarbuglia sempre di più, dal gruppo emerge un leader: quasi sempre si tratta di una persona con il tono di voce alto e risoluto.
Ecco che il leader prende in mano la situazione e inizia ad impartire ordini; come per magia tutti iniziano a seguirlo.
Spesso è fin da subito evidente che non ha uno straccio di strategia in testa… eppure impartisce ordini e tutti, dimenticando che pure lui è bendato, eseguono in maniera pedissequa. non si ribellano, non mettono in discussione la sua leadership.
Il risultato finale è quasi sempre uno “stronzaedro” e non un quadrato, i partecipanti allora si sentono frustrati, ed ecco nascere le accuse verso il leader per non averli saputi guidare, per avere sbagliato strategia, per avere usato modi troppo bruschi …per averli condotti al fallimento.
Il leader si difende, ribalta le accuse, giustifica la propria strategia e il proprio comportamento… poi esausto sbotta: “scusate, io ho fatto del mio meglio, ma voi avevate solo gli occhi bendati, mica la bocca! Se avevate idee migliori, potevate tirarle fuori…”
E’ questo il nocciolo della situazione: vi prego, tiriamo fuori le idee migliori, e urliamole a gran voce! Ma facciamolo ora, perché quando l’Italia sarà uno “stronzaedro” non ci servirà a nulla poter recriminare sulla inadeguatezza del nostro leader.
di Stefano Benni
"Il presidente Silvio non voleva la guerra in Iraq ma Bush non gli ha dato retta.
Il presidente Silvio voleva sollevare l'economia ma gli imprenditori non hanno avuto fiducia in lui.
Il presidente Silvio non voleva leggi ad personam ma qualcuno le ha fatte di nascosto.
Il presidente Silvio non voleva toccare l'unità d'Italia ma la Lega lo ha fregato.
Il presidente Silvio voleva un posto nel consiglio di sicurezza all'Onu ma il Giappone gli è passato davanti.
Il presidente Silvio voleva un'informazione democratica e invece la stampa e la televisione sono finite in mano ai comunisti.
Il presidente Silvio voleva eliminare la mafia ma la mafia è risorta.
Il presidente Silvio voleva creare un dialogo ma l'opposizione non ha voluto.
Il presidente Silvio non voleva più Tremonti ma Tremonti è tornato.
Il presidente Silvio voleva risollevare l'immagine dell'Italia nel mondo ma il mondo è cattivo e ci sputtana.
Il presidente Silvio non voleva evitare i processi ma i processi hanno evitato lui.
Il presidente Silvio voleva tagliare le rendite parassitarie ma a sua insaputa hanno tolto l'Ici al Vaticano.
Il presidente Silvio non voleva più comprare nessuna società ma il fratello e la figlia lo hanno fatto senza dirglielo.
Il presidente Silvio non voleva che Previti andasse a offrire soldi agli avvocati ma Previti c'è andato lo stesso.
Il presidente Silvio non voleva la guerra in Iraq ma i suoi agenti hanno inventato il Nigergate.
Il presidente Silvio non voleva la guerra in Iraq ma il suo benzinaio lo ha minacciato.
Il presidente Silvio non voleva ricandidarsi ma lo hanno obbligato.
Il presidente Silvio non voleva toccare le tasche degli italiani ma qualcuno di nascosto ha fatto tre finanziarie in un mese.
Il presidente del consiglio o è un ipocrita, o non conta un c…o."
Di Stefano Benni (il lupo) .
Il presidente Silvio voleva sollevare l'economia ma gli imprenditori non hanno avuto fiducia in lui.
Il presidente Silvio non voleva leggi ad personam ma qualcuno le ha fatte di nascosto.
Il presidente Silvio non voleva toccare l'unità d'Italia ma la Lega lo ha fregato.
Il presidente Silvio voleva un posto nel consiglio di sicurezza all'Onu ma il Giappone gli è passato davanti.
Il presidente Silvio voleva un'informazione democratica e invece la stampa e la televisione sono finite in mano ai comunisti.
Il presidente Silvio voleva eliminare la mafia ma la mafia è risorta.
Il presidente Silvio voleva creare un dialogo ma l'opposizione non ha voluto.
Il presidente Silvio non voleva più Tremonti ma Tremonti è tornato.
Il presidente Silvio voleva risollevare l'immagine dell'Italia nel mondo ma il mondo è cattivo e ci sputtana.
Il presidente Silvio non voleva evitare i processi ma i processi hanno evitato lui.
Il presidente Silvio voleva tagliare le rendite parassitarie ma a sua insaputa hanno tolto l'Ici al Vaticano.
Il presidente Silvio non voleva più comprare nessuna società ma il fratello e la figlia lo hanno fatto senza dirglielo.
Il presidente Silvio non voleva che Previti andasse a offrire soldi agli avvocati ma Previti c'è andato lo stesso.
Il presidente Silvio non voleva la guerra in Iraq ma i suoi agenti hanno inventato il Nigergate.
Il presidente Silvio non voleva la guerra in Iraq ma il suo benzinaio lo ha minacciato.
Il presidente Silvio non voleva ricandidarsi ma lo hanno obbligato.
Il presidente Silvio non voleva toccare le tasche degli italiani ma qualcuno di nascosto ha fatto tre finanziarie in un mese.
Il presidente del consiglio o è un ipocrita, o non conta un c…o."
Di Stefano Benni (il lupo) .
19 ottobre 2005
Vivo così
Afflitto dall'incoerenza
Malato di poesia
Accompagnato dalle contraddizioni
Illuminato da un sogno
...vivo così
Malato di poesia
Accompagnato dalle contraddizioni
Illuminato da un sogno
...vivo così
14 ottobre 2005
La sala dei bottoni
C’è una vita che scorre qua fuori
che danza libera, senza cozzare
con lo schermo di un computer
una vita che alimenta, stimola e fa crescere
anche chi, come un gatto,
sa crogiolarsi nel far niente sotto al sole
una vita che ha un senso ben preciso
come quello del mare, del vento,
o di un bosco di montagna
questa è la vita che vorrei
ma è così fine ed impalpabile
da sfuggire dalle grossolane maglie
della mia attenzione
e anche oggi sono a mani vuote
con emozioni sussurrate
desideri smisurati
e inquietudine negli occhi
accarezza la mia testa
dolce vita che non so,
tendimi la mano e portami con te
lontano da questa asettica sala dei bottoni
che danza libera, senza cozzare
con lo schermo di un computer
una vita che alimenta, stimola e fa crescere
anche chi, come un gatto,
sa crogiolarsi nel far niente sotto al sole
una vita che ha un senso ben preciso
come quello del mare, del vento,
o di un bosco di montagna
questa è la vita che vorrei
ma è così fine ed impalpabile
da sfuggire dalle grossolane maglie
della mia attenzione
e anche oggi sono a mani vuote
con emozioni sussurrate
desideri smisurati
e inquietudine negli occhi
accarezza la mia testa
dolce vita che non so,
tendimi la mano e portami con te
lontano da questa asettica sala dei bottoni
7 ottobre 2005
Poesie - Parole d'autunno
Notte di tuoni e di pioggia
di foglie sconnesse,
alla deriva nel vento d’autunno.
Notte di intimo fermento
e di echi lontani
di poche effimere parole
Parole secche
come queste foglie
che rubano ancora
il tempo di una caduta
questa notte
riporrei la mia stessa vita
in un pugno di parole
se solo sapessi afferrarle
e cucirle insieme.
Ma è autunno
e le parole
cadono senza un senso
alla deriva nel vento
Non pretendo che tu capisca
…solo che ascolti
di foglie sconnesse,
alla deriva nel vento d’autunno.
Notte di intimo fermento
e di echi lontani
di poche effimere parole
Parole secche
come queste foglie
che rubano ancora
il tempo di una caduta
questa notte
riporrei la mia stessa vita
in un pugno di parole
se solo sapessi afferrarle
e cucirle insieme.
Ma è autunno
e le parole
cadono senza un senso
alla deriva nel vento
Non pretendo che tu capisca
…solo che ascolti
5 ottobre 2005
Cena di lavoro
“L’altro giorno ero a pranzo
con l’amministratore delegato di…”
io invece sento il sibilo incalzante
del vuoto che si avvicina
“Ti garantisco che il rumore del carburatore
di una Ferrari è assolutamente inconfondibile”
non è solo un sibilo è un ronzio penetrante,
il vuoto si avvicina sempre più
“Hai visto la partita dell’Inter in Coppa?
Sbaglio o ha pareggiato di nuovo?”
il vuoto si gonfia ruota su se stesso
sembra prendere di mira proprio me
“Comunque ultimamente dal sud Africa e dall’Australia
stanno arrivando dei vini veramente ottimi”
il vuoto afferra gli alberi del mio giardino
e li sradica ad uno ad uno
“Alla fine poi mi hai dato retta?
hai comprato quelle azioni della JHF?”
il vuoto ora è un uragano urla
scuote e dilania ogni cosa
anche i miei sogni scricchiolano.
Non posso restare,
devo alzarmi, devo correre a salvare il mio mondo
da questa indigestione di vuoto
“Vogliate perdonarmi, non mi sento punto bene
qualcosa deve essermi rimasto sullo stomaco…
vi sembrerò maleducato
ma devo proprio vomitare!
Voi continuate pure!”
con l’amministratore delegato di…”
io invece sento il sibilo incalzante
del vuoto che si avvicina
“Ti garantisco che il rumore del carburatore
di una Ferrari è assolutamente inconfondibile”
non è solo un sibilo è un ronzio penetrante,
il vuoto si avvicina sempre più
“Hai visto la partita dell’Inter in Coppa?
Sbaglio o ha pareggiato di nuovo?”
il vuoto si gonfia ruota su se stesso
sembra prendere di mira proprio me
“Comunque ultimamente dal sud Africa e dall’Australia
stanno arrivando dei vini veramente ottimi”
il vuoto afferra gli alberi del mio giardino
e li sradica ad uno ad uno
“Alla fine poi mi hai dato retta?
hai comprato quelle azioni della JHF?”
il vuoto ora è un uragano urla
scuote e dilania ogni cosa
anche i miei sogni scricchiolano.
Non posso restare,
devo alzarmi, devo correre a salvare il mio mondo
da questa indigestione di vuoto
“Vogliate perdonarmi, non mi sento punto bene
qualcosa deve essermi rimasto sullo stomaco…
vi sembrerò maleducato
ma devo proprio vomitare!
Voi continuate pure!”
30 settembre 2005
Poesie - Non scendere
Non scendere
continua con me questo viaggio
non chiudere gli occhi
non stancarti di questa avventura
non smettere di sognare
e di lottare per il tuo sogno
Io sono
il viaggiatore instancabile
ma tu sei il viaggio, l’avventura
e il sogno.
continua con me questo viaggio
non chiudere gli occhi
non stancarti di questa avventura
non smettere di sognare
e di lottare per il tuo sogno
Io sono
il viaggiatore instancabile
ma tu sei il viaggio, l’avventura
e il sogno.
21 settembre 2005
Poesie - Passerà
Il mio grido notturno
ha mandato in frantumi
il cielo
ora piovono
frammenti taglienti
di vuoto
le schegge
trafiggono
la mia anima nuda
“non sarei dovuto venire
da solo
fin qui”
“non avrei dovuto
urlare
contro il cielo”
“dovrei imparare
a coprirmi
un po’ di più”
Ma io sono io
e non ho scampo
da me stesso
sorrido,
mi accovaccio
sotto alla luna
anche questa pioggia di vuoto,
come tutte le altre,
passerà.
18 settembre 2005
Poesie - Oggi sono Dio
Oggi sono la poesia
e il muro contro il quale si scaglia
oggi sono il bambino
e il genitore che lo abbandona
oggi sono la strada
e la sbarra che ne chiude l’accesso
oggi sono il silenzio
e il più inutile schiamazzo
oggi sono il carnefice
e la vittima tremante
oggi sono il creatore
e il distruttore
posso uccidere me stesso
o farmi vivere per sempre
e il muro contro il quale si scaglia
oggi sono il bambino
e il genitore che lo abbandona
oggi sono la strada
e la sbarra che ne chiude l’accesso
oggi sono il silenzio
e il più inutile schiamazzo
oggi sono il carnefice
e la vittima tremante
oggi sono il creatore
e il distruttore
posso uccidere me stesso
o farmi vivere per sempre
17 settembre 2005
Poesie - Vortice notturno
Vieni con me questa notte
voglio mostrarti
cosa ho scoperto
dopo tanto cercare
Vieni con me questa notte
voglio mostrarti
cosa ho costruito
dopo tanto lavorare
Vieni con me questa notte
voglio mostrarti
cosa ho compreso
dopo tanto soffrire
...O forse mi sbaglio,
forse non ho proprio nulla
da mostrarti…
forse è proprio per questo
che ti vorrei con me,
nel vortice mai sazio
di questa notte.
voglio mostrarti
cosa ho scoperto
dopo tanto cercare
Vieni con me questa notte
voglio mostrarti
cosa ho costruito
dopo tanto lavorare
Vieni con me questa notte
voglio mostrarti
cosa ho compreso
dopo tanto soffrire
...O forse mi sbaglio,
forse non ho proprio nulla
da mostrarti…
forse è proprio per questo
che ti vorrei con me,
nel vortice mai sazio
di questa notte.
6 settembre 2005
Poesie - In nome dell'amore
Dinanzi al fremito di un albero
all’incanto di un arcobaleno
o al mistero di un sogno
Nina, io mi fermo
e mi spoglio
tremante
in nome dell’amore
mi fermo
in nome dell’amore
mi spoglio
in nome dell’amore
ascolto
in nome dell’amore
resto in piedi, immobile.
Nina, in nome dell’amore
oggi consacro questo piccolo spazio
nel mio cuore
qui potrai ballare
protetta
qui potrai tornare
dopo ogni avventura
all’incanto di un arcobaleno
o al mistero di un sogno
Nina, io mi fermo
e mi spoglio
tremante
in nome dell’amore
mi fermo
in nome dell’amore
mi spoglio
in nome dell’amore
ascolto
in nome dell’amore
resto in piedi, immobile.
Nina, in nome dell’amore
oggi consacro questo piccolo spazio
nel mio cuore
qui potrai ballare
protetta
qui potrai tornare
dopo ogni avventura
5 settembre 2005
Poesie - Se...
Ho bruciato i giorni della passione
con la sfrontata foga di chi li crede inesauribili
Ora stringo i pugni per trattenerne
le leggere ceneri e i dolcissimi ricordi
Quel fuoco è un mistero
che non so dominare
Se avessi un’altra opportunità,
se un fulmine dal cielo riaccendesse quella fiamma,
la alimenterei giorno e notte
con saggezza e rispetto
Tornerei uomo primitivo
attonito, intimorito e deferente
dinnanzi al mistero del fuoco piovuto dal cielo
...il più prezioso dei doni della Vita
con la sfrontata foga di chi li crede inesauribili
Ora stringo i pugni per trattenerne
le leggere ceneri e i dolcissimi ricordi
Quel fuoco è un mistero
che non so dominare
Se avessi un’altra opportunità,
se un fulmine dal cielo riaccendesse quella fiamma,
la alimenterei giorno e notte
con saggezza e rispetto
Tornerei uomo primitivo
attonito, intimorito e deferente
dinnanzi al mistero del fuoco piovuto dal cielo
...il più prezioso dei doni della Vita
29 agosto 2005
Poesie - La traccia ubriaca
Notte, neve, bianco.
Cammino
inconsapevole dell’impronta
lasciata da ogni mio passo
Mi fermo, mi volto,
sulla neve, dietro di me,
una traccia ubriaca
di passi incerti e irregolari
“Non sono io quello”
mi dico
e riprendo la marcia
senza più girarmi
inseguito fino a casa
dalla mia traccia ubriaca
Nevicherà ancora
e la traccia ubriaca
sarà cancellata
steso sul divano sorrido:
potrò ancora fingermi sobrio
Cammino
inconsapevole dell’impronta
lasciata da ogni mio passo
Mi fermo, mi volto,
sulla neve, dietro di me,
una traccia ubriaca
di passi incerti e irregolari
“Non sono io quello”
mi dico
e riprendo la marcia
senza più girarmi
inseguito fino a casa
dalla mia traccia ubriaca
Nevicherà ancora
e la traccia ubriaca
sarà cancellata
steso sul divano sorrido:
potrò ancora fingermi sobrio
20 agosto 2005
Poesie - Lo specchio
Ho percorso decine di chilometri
ho attraversato città e campagne
per lavoro
ho concluso anche qualche buon affare
Così alla sera
quando arrivo davanti allo specchio
sono completamente esausto
Lui mi guarda con nostalgia
e mi chiede “dove sei stato?
non ti si vede più in casa…”
quasi non riconosco quell’uomo leggero
Gli rispondo pesante di fatica e di rabbia
“Ho lavorato tutto il giorno,
ho percorso chilometri,
ho attraversato città e campagne
ho anche concluso qualche buon affare!”
lui mi guarda leggero come un sogno
e mi chiede “c’erano fiori?
ne hai raccolto qualcuno per me?”
“no, non c’era neppure un fiore
e se ci fosse stato non lo avrei visto
perché stavo lavorando
e se anche lo avessi visto
non lo avrei raccolto,
perché non avevo tempo da perdere”
“Sei stato fuori tutto il giorno
e non hai visto neppure un fiore…
che strade tristi devi avere percorso!
Dai, esci con me, facciamo due passi
ti mostro i fiori del nostro giardino”
ho attraversato città e campagne
per lavoro
ho concluso anche qualche buon affare
Così alla sera
quando arrivo davanti allo specchio
sono completamente esausto
Lui mi guarda con nostalgia
e mi chiede “dove sei stato?
non ti si vede più in casa…”
quasi non riconosco quell’uomo leggero
Gli rispondo pesante di fatica e di rabbia
“Ho lavorato tutto il giorno,
ho percorso chilometri,
ho attraversato città e campagne
ho anche concluso qualche buon affare!”
lui mi guarda leggero come un sogno
e mi chiede “c’erano fiori?
ne hai raccolto qualcuno per me?”
“no, non c’era neppure un fiore
e se ci fosse stato non lo avrei visto
perché stavo lavorando
e se anche lo avessi visto
non lo avrei raccolto,
perché non avevo tempo da perdere”
“Sei stato fuori tutto il giorno
e non hai visto neppure un fiore…
che strade tristi devi avere percorso!
Dai, esci con me, facciamo due passi
ti mostro i fiori del nostro giardino”
2 agosto 2005
Poesie - La vita che mi manca
Tutta la vita che mi manca
è in questo grido
che non so scrivere
Tutta la vita che mi manca
è in quel silenzio
che non so vivere
è in questo grido
che non so scrivere
Tutta la vita che mi manca
è in quel silenzio
che non so vivere
22 luglio 2005
Poesie - In questo regno manca un Re
Era un principe poco più che bambino
biondo, minuto, sempre allegro e scanzonato.
Correva a piedi nudi, si rotolava a terra quando rideva
parlava ad alberi ed animali, sentiva tutte le voci della natura
era capace di vedere ciò che gli altri non vedono
e cantava, cantava,
cantava di gioia.
A volte poi scalava la vetta più alta
e da lassù ammirava il suo regno
e da lassù chiedeva a Dio
di insegnargli a regnare.
Non fu certo Dio a chiedergli di essere perfetto
ne mai glielo lo chiese chi viveva al suo fianco.
Eppure ora il regno è senza un re
e il principe è prigioniero
della propria imperfezione.
Agita le catene
batte la testa contro le pareti
e grida con tutte le sue forze.
Se passi di qui non puoi non sentirlo
ma non andare oltre indifferente
queste non sono poesie, sono il grido del principe
prigioniero della propria imperfezione.
biondo, minuto, sempre allegro e scanzonato.
Correva a piedi nudi, si rotolava a terra quando rideva
parlava ad alberi ed animali, sentiva tutte le voci della natura
era capace di vedere ciò che gli altri non vedono
e cantava, cantava,
cantava di gioia.
A volte poi scalava la vetta più alta
e da lassù ammirava il suo regno
e da lassù chiedeva a Dio
di insegnargli a regnare.
Non fu certo Dio a chiedergli di essere perfetto
ne mai glielo lo chiese chi viveva al suo fianco.
Eppure ora il regno è senza un re
e il principe è prigioniero
della propria imperfezione.
Agita le catene
batte la testa contro le pareti
e grida con tutte le sue forze.
Se passi di qui non puoi non sentirlo
ma non andare oltre indifferente
queste non sono poesie, sono il grido del principe
prigioniero della propria imperfezione.
18 luglio 2005
Poesie Rubate - Non mi interessa sapere...
Non mi interessa sapere qual è il tuo mestiere. Voglio sapere per cosa si strugge il tuo cuore e se hai il coraggio di sognare l’incontro con ciò che esso desidera.
Non mi interessa sapere quanti anni tu abbia. Mi interessa sapere se correrai il rischio di fare la figura del pazzo per amore, per il tuo sogno, per l’avventura di essere vivo.
Non mi interessa sapere quali pianeti quadrano con la tua luna, voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore, se le difficoltà della vita ti hanno portato ad aprirti oppure a chiuderti in te stesso nel timore di soffrire ancora!
Voglio sapere se sei capace di stare nel dolore, tuo o mio, senza far nulla per nasconderlo, o allontanarlo, o cristallizzarlo. Voglio sapere se sei capace di stare nella gioia, tua o mia; se puoi scatenarti nella danza e lasciare che l’estasi invada il tuo essere.
Non mi interessa sapere se la storia che mi racconti è vera. Voglio sapere se sei capace di deludere un altro per restare fedele a te stesso, e di non tradire mai la tua anima, a costo di lasciare che altri ti chiamino traditore.
Voglio sapere se puoi essere di parola e quindi degno di fiducia.
Voglio sapere se sei capace di trovare la bellezza anche nei giorni in cui il sole non splende, se puoi dare inizio alla vita in riva al mare, gridando “SI” al bagliore d’argento della luna piena.
Non mi interessa sapere dove vivi, ne quanto denaro possiedi. Voglio sapere se dopo una notte disperata di pianto sei capace di alzarti, così come sei, sfinito e con l’anima coperta di lividi, per metterti a fare quello che c’è da fare per il tuo orto.
Non mi interessa sapere come mai ti trovi qui. Voglio sapere se starai in piedi con me al centro del fuoco, senza tirarti indietro.
Non mi interessa sapere che cosa hai studiato, ne con chi e neppure dove. Voglio sapere cosa ti sostiene da dentro quando tutto il resto viene a mancare.
Non mi interessa sapere quali sono i tuoi amici. Voglio sapere se puoi stare da solo con te stesso, e se la tua stessa compagnia ti piace veramente, nei momenti di vuoto.
(Oriah Mountain Dreamer)
Non mi interessa sapere quanti anni tu abbia. Mi interessa sapere se correrai il rischio di fare la figura del pazzo per amore, per il tuo sogno, per l’avventura di essere vivo.
Non mi interessa sapere quali pianeti quadrano con la tua luna, voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore, se le difficoltà della vita ti hanno portato ad aprirti oppure a chiuderti in te stesso nel timore di soffrire ancora!
Voglio sapere se sei capace di stare nel dolore, tuo o mio, senza far nulla per nasconderlo, o allontanarlo, o cristallizzarlo. Voglio sapere se sei capace di stare nella gioia, tua o mia; se puoi scatenarti nella danza e lasciare che l’estasi invada il tuo essere.
Non mi interessa sapere se la storia che mi racconti è vera. Voglio sapere se sei capace di deludere un altro per restare fedele a te stesso, e di non tradire mai la tua anima, a costo di lasciare che altri ti chiamino traditore.
Voglio sapere se puoi essere di parola e quindi degno di fiducia.
Voglio sapere se sei capace di trovare la bellezza anche nei giorni in cui il sole non splende, se puoi dare inizio alla vita in riva al mare, gridando “SI” al bagliore d’argento della luna piena.
Non mi interessa sapere dove vivi, ne quanto denaro possiedi. Voglio sapere se dopo una notte disperata di pianto sei capace di alzarti, così come sei, sfinito e con l’anima coperta di lividi, per metterti a fare quello che c’è da fare per il tuo orto.
Non mi interessa sapere come mai ti trovi qui. Voglio sapere se starai in piedi con me al centro del fuoco, senza tirarti indietro.
Non mi interessa sapere che cosa hai studiato, ne con chi e neppure dove. Voglio sapere cosa ti sostiene da dentro quando tutto il resto viene a mancare.
Non mi interessa sapere quali sono i tuoi amici. Voglio sapere se puoi stare da solo con te stesso, e se la tua stessa compagnia ti piace veramente, nei momenti di vuoto.
(Oriah Mountain Dreamer)
5 luglio 2005
Poesie - Di notte...
Non so se è la tiepida nenia della notte,
se sono i fili tesi delle stelle
o se è solo il gocciare secco del mio pozzo
Non lo so,
ma ancora un volta
sono qui
figlio coccolato della notte
burattino danzante delle stelle
esploratore intimorito in fondo al mio pozzo
Solitudine, cercata e amata
Silenzio, di TV spenta e gente andata
Sto in ascolto, di qualcosa
che cresce senza sosta
e forse anche senza un senso
se sono i fili tesi delle stelle
o se è solo il gocciare secco del mio pozzo
Non lo so,
ma ancora un volta
sono qui
figlio coccolato della notte
burattino danzante delle stelle
esploratore intimorito in fondo al mio pozzo
Solitudine, cercata e amata
Silenzio, di TV spenta e gente andata
Sto in ascolto, di qualcosa
che cresce senza sosta
e forse anche senza un senso
1 luglio 2005
Poesie - Nina
Se già ci sei, se già mi hai scelto
non guardarmi, non adesso
legato stretto a terra
da mille minuscole funi.
Ho smesso
di tentare di strapparle
sono stanco
di dibattermi inutilmente.
Ancora però non ho imparato
l’arte di sciogliere ad uno ad uno
quei minuscoli nodi
che mi impediscono di alzarmi
Sono stanco
e a volte penso…
“Chissà, forse ci vorrebbero
una paio di minuscole mani”
Magari
le tue.
non guardarmi, non adesso
legato stretto a terra
da mille minuscole funi.
Ho smesso
di tentare di strapparle
sono stanco
di dibattermi inutilmente.
Ancora però non ho imparato
l’arte di sciogliere ad uno ad uno
quei minuscoli nodi
che mi impediscono di alzarmi
Sono stanco
e a volte penso…
“Chissà, forse ci vorrebbero
una paio di minuscole mani”
Magari
le tue.
28 giugno 2005
Pensieri - "Procèda su quèsta strada per… CENTO chilometri"
- Sveglia alle quattro e trenta.
- Partenza in auto da Ferrara alle cinque e un quarto.
- Imbocco a Ferrara Sud l’autostrada A13 e la percorro, accompagnato da qualche assonnato camionista fino ad Arcoveggio.
- Una decina di chilometri di A14 (insolitamente deserta) in direzione Milano, poi mi ritrovo sulla rampa che mi farà immettere sulla A1 in direzione Firenze. (Dovrò arrivare fino a Firenze Certosa, per poi prendere la superstrada Firenze Siena e trovarmi puntuale, attorno alle otto, otto e trenta al massimo nel centro storico di Siena).
Ma è proprio lì sulla rampa che dalla A14 mi porta sulla A1 che avviene il miracolo. La voce metallica e con lieve cadenza germanica del navigatore mi dice: “Procèda su quèsta strada per… CENTO chilometri”. E nel suo tono, sono certo di avvertire una qualche soddisfazione, un ammiccamento al numero tondo tondo che sta pronunciando. Non 99 chilometri, non 101… esattamente c-e-n-t-o chilometri.
Ed ecco il miracolo: la pace, il benessere più totale, la leggerezza, tutta la saggezza cosmica piove su di me in un attimo.
Ho cento chilometri tondi tondi tutti per me, prima di dover abbandonare l’autostrada…
Cento chilometri all’alba, cento chilometri di curve e traiettorie, cento chilometri di silenzio o di musica, cento chilometri di pensieri e di fantasticherie, cento chilometri di volo attraverso l’Appennino, cento chilometri di sospensione tra le poche ore di sonno e le molte ore di lavoro che mi aspettano.
Cento chilometri tutti per me e per il mio cuore, cento chilometri per chiacchierare con me stesso, cento chilometri per sognare, cento chilometri per canticchiare, cento chilometri…
Che meraviglia dimenticare la meta e abbracciare il viaggio!
- Partenza in auto da Ferrara alle cinque e un quarto.
- Imbocco a Ferrara Sud l’autostrada A13 e la percorro, accompagnato da qualche assonnato camionista fino ad Arcoveggio.
- Una decina di chilometri di A14 (insolitamente deserta) in direzione Milano, poi mi ritrovo sulla rampa che mi farà immettere sulla A1 in direzione Firenze. (Dovrò arrivare fino a Firenze Certosa, per poi prendere la superstrada Firenze Siena e trovarmi puntuale, attorno alle otto, otto e trenta al massimo nel centro storico di Siena).
Ma è proprio lì sulla rampa che dalla A14 mi porta sulla A1 che avviene il miracolo. La voce metallica e con lieve cadenza germanica del navigatore mi dice: “Procèda su quèsta strada per… CENTO chilometri”. E nel suo tono, sono certo di avvertire una qualche soddisfazione, un ammiccamento al numero tondo tondo che sta pronunciando. Non 99 chilometri, non 101… esattamente c-e-n-t-o chilometri.
Ed ecco il miracolo: la pace, il benessere più totale, la leggerezza, tutta la saggezza cosmica piove su di me in un attimo.
Ho cento chilometri tondi tondi tutti per me, prima di dover abbandonare l’autostrada…
Cento chilometri all’alba, cento chilometri di curve e traiettorie, cento chilometri di silenzio o di musica, cento chilometri di pensieri e di fantasticherie, cento chilometri di volo attraverso l’Appennino, cento chilometri di sospensione tra le poche ore di sonno e le molte ore di lavoro che mi aspettano.
Cento chilometri tutti per me e per il mio cuore, cento chilometri per chiacchierare con me stesso, cento chilometri per sognare, cento chilometri per canticchiare, cento chilometri…
Che meraviglia dimenticare la meta e abbracciare il viaggio!
25 giugno 2005
Pensieri - La pecora calva
La pecora non ama il gregge! Il gregge non nasce dall’amore. Nasce dalla paura, dal disfattismo.
La pecora che si accalca in mezzo alle compagne creando un gregge, non è spinta dall’amore: spera così facendo di non dover essere proprio lei la prima fronteggiare un eventuale pericolo.
Nel gregge non c’è l’amore, c’è la paura. Dove c’è la paura non può esserci l’amore.
Per questo forse non vivo bene nel gregge.
Per questo forse vivo costantemente ai margini del gregge.
Arriverà il lupo, e sarò il primo ad essere divorato.
Vedendo il mio sorriso il lupo me ne chiederà spiegazione, e io gli dirò:
“Tutte le mie compagne ogni notte ti sognano e vivono nel terrore.
Io tutte le notti sogno prati e fiori e ho vissuto fino ad oggi come se tu non esistessi…
Ora sorrido perché non so chi abbia avuto ragione!”
La pecora che si accalca in mezzo alle compagne creando un gregge, non è spinta dall’amore: spera così facendo di non dover essere proprio lei la prima fronteggiare un eventuale pericolo.
Nel gregge non c’è l’amore, c’è la paura. Dove c’è la paura non può esserci l’amore.
Per questo forse non vivo bene nel gregge.
Per questo forse vivo costantemente ai margini del gregge.
Arriverà il lupo, e sarò il primo ad essere divorato.
Vedendo il mio sorriso il lupo me ne chiederà spiegazione, e io gli dirò:
“Tutte le mie compagne ogni notte ti sognano e vivono nel terrore.
Io tutte le notti sogno prati e fiori e ho vissuto fino ad oggi come se tu non esistessi…
Ora sorrido perché non so chi abbia avuto ragione!”
23 giugno 2005
Pensieri - Vecchiaia
Poi anche io sarò
l’anziano tremante sulle strisce
Avrò il passo lento e incerto
di chi ha corso,saltato e sognato
ma ora sa solo arrancare
Sentirò la paura e la vergogna
di chi vive in un corpo
che si sta inesorabilmente spegnendo.
l’anziano tremante sulle strisce
Avrò il passo lento e incerto
di chi ha corso,saltato e sognato
ma ora sa solo arrancare
Sentirò la paura e la vergogna
di chi vive in un corpo
che si sta inesorabilmente spegnendo.
Poesie - Trentaquattresima primavera
A primavera
la natura inspira la vita
la tratterrà a pieni polmoni
per il breve attimo dell’estate
poi di nuovo la espirerà
fino all’ultimo sospiro in autunno
e saremo ancora sospesi e vuoti
in un altro freddo inverno.
Ho visto la natura
respirare solo trentaquattro volte
Assaporerò ancora qualche suo respiro
Non mi è dato di sapere quanti
Quando me ne andrò lei continuerà a respirare
Anche senza di me
E tutto sarà uguale,
con o senza di me.
la natura inspira la vita
la tratterrà a pieni polmoni
per il breve attimo dell’estate
poi di nuovo la espirerà
fino all’ultimo sospiro in autunno
e saremo ancora sospesi e vuoti
in un altro freddo inverno.
Ho visto la natura
respirare solo trentaquattro volte
Assaporerò ancora qualche suo respiro
Non mi è dato di sapere quanti
Quando me ne andrò lei continuerà a respirare
Anche senza di me
E tutto sarà uguale,
con o senza di me.
Poesie - Il mondo dei giochi da inventare
La folle sete di un bambino
è l’abisso che divide
il mondo dei giochi già giocati
da quello sconfinato dei giochi ancora da inventare.
E bere a quella fontana
è un balzo dissetante che unisce i due mondi.
Ricordo la sete, ricordo i giochi
ricordo anche quella fontana
Eppure ho perso la semplicità di quel balzo.
Come se tutti i miei giochi
fossero già stati inventati e giocati.
è l’abisso che divide
il mondo dei giochi già giocati
da quello sconfinato dei giochi ancora da inventare.
E bere a quella fontana
è un balzo dissetante che unisce i due mondi.
Ricordo la sete, ricordo i giochi
ricordo anche quella fontana
Eppure ho perso la semplicità di quel balzo.
Come se tutti i miei giochi
fossero già stati inventati e giocati.
21 giugno 2005
Poesie - Notte
Quante volte mi ha accolto come madre
tra le sue soffici braccia di buio.
Oggi invece mi graffia
con la ferocia di un animale offeso.
Forse la notte è solo la quotidiana resa dei conti
con la giornata di vita appena trascorsa...
tra le sue soffici braccia di buio.
Oggi invece mi graffia
con la ferocia di un animale offeso.
Forse la notte è solo la quotidiana resa dei conti
con la giornata di vita appena trascorsa...
19 giugno 2005
Pensieri - Referendum e pecore
Non era una questione di sì o di no, ma in pochi lo abbiamo capito.
Era in ballo la legittimazione del ribaltamento del concetto di democrazia.
Il politico, in democrazia dovrebbe essere interessato a sapere cosa pensano gli elettori, onde orientare le proprie scelte e i propri comportamenti.
Durante questa campagna referendaria, si è verificata una situazione abominevole: alcuni politici hanno espressamente detto agli elettori “non votate” ossia “non mi interessa conoscere il vostro pensiero. Voglio unicamente che il mio pensiero abbia la meglio”.
E voi pecore che non avete votato avete avallato questo ribaltamento di prospettiva accettando di fatto
che non siano più i politici a dover essere guidati dagli elettori,
ma gli elettori a farsi guidare dai politici.
Avete rinunciato ad esprimere il vostro pensiero,
confermando che lo ritenete subordinato a quello di qualcun altro…
Politico o religioso che sia.
Il passo successivo sarà quello di rinunciare non solo ad esprimerlo,
ma anche a formularlo quel pensiero…
ché tanto c’è qualcuno che pensa per voi.
Pecore!
Povere pecore senza speranza!
Tra poco basterà davvero la voce di un solo cane a costringervi, terrorizzate e senza futuro, a non uscire mai più dal gregge.
Era in ballo la legittimazione del ribaltamento del concetto di democrazia.
Il politico, in democrazia dovrebbe essere interessato a sapere cosa pensano gli elettori, onde orientare le proprie scelte e i propri comportamenti.
Durante questa campagna referendaria, si è verificata una situazione abominevole: alcuni politici hanno espressamente detto agli elettori “non votate” ossia “non mi interessa conoscere il vostro pensiero. Voglio unicamente che il mio pensiero abbia la meglio”.
E voi pecore che non avete votato avete avallato questo ribaltamento di prospettiva accettando di fatto
che non siano più i politici a dover essere guidati dagli elettori,
ma gli elettori a farsi guidare dai politici.
Avete rinunciato ad esprimere il vostro pensiero,
confermando che lo ritenete subordinato a quello di qualcun altro…
Politico o religioso che sia.
Il passo successivo sarà quello di rinunciare non solo ad esprimerlo,
ma anche a formularlo quel pensiero…
ché tanto c’è qualcuno che pensa per voi.
Pecore!
Povere pecore senza speranza!
Tra poco basterà davvero la voce di un solo cane a costringervi, terrorizzate e senza futuro, a non uscire mai più dal gregge.
31 maggio 2005
Pensieri - Il più bel giorno della mia vita
"Domani sarà il più bel giorno della mia vita!"
...mi piace pensarlo tutte le sere!
...mi piace pensarlo tutte le sere!
27 maggio 2005
Poesie - Stammi vicino
Se mi conosci come amico… tu non mi conosci
se mi conosci come figlio… tu non mi conosci
se mi conosci come compagno… tu non mi conosci.
Se mi conosci come consulente… tu non mi conosci
se mi conosci come formatore… tu non mi conosci
se mi conosci come ingegnere… tu non mi conosci.
E io non conosco te
amico
madre
padre
compagna
cliente
collega
…io non ti conosco.
Tu sei un mistero, come lo sono io.
Un mistero che inghiotte se stesso
se non incontra ogni giorno un altro mistero
con il quale misurarsi
se mi conosci come figlio… tu non mi conosci
se mi conosci come compagno… tu non mi conosci.
Se mi conosci come consulente… tu non mi conosci
se mi conosci come formatore… tu non mi conosci
se mi conosci come ingegnere… tu non mi conosci.
E io non conosco te
amico
madre
padre
compagna
cliente
collega
…io non ti conosco.
Tu sei un mistero, come lo sono io.
Un mistero che inghiotte se stesso
se non incontra ogni giorno un altro mistero
con il quale misurarsi
24 maggio 2005
Pensieri - Poveri occhi
Ora vorrei sradicare i miei occhi da questo schermo di PC
e piantarli nel sole, conficcarli nella terra, affondarli nel mare...
Già, vorrei guardare ciò che esiste anche a prescindere da me
e non passare le giornate attraversando questo mondo vuoto di realtà
fatto da documenti, elaborazioni, analisi e... tante seghe mentali!
e piantarli nel sole, conficcarli nella terra, affondarli nel mare...
Già, vorrei guardare ciò che esiste anche a prescindere da me
e non passare le giornate attraversando questo mondo vuoto di realtà
fatto da documenti, elaborazioni, analisi e... tante seghe mentali!
21 maggio 2005
Poesie - Una lapide vigliacca
Oggi vedo il mondo offuscato
attraverso lacrime mai piante
oggi parlo e non mi sento
tra urla e grida mai lasciate trapelare
oggi mi muovo a stento
tra gesti e azioni compiuti solo col pensiero
oggi davvero
non vorrei morire
rimarrebbe di me
solo una lapide vigliacca
attraverso lacrime mai piante
oggi parlo e non mi sento
tra urla e grida mai lasciate trapelare
oggi mi muovo a stento
tra gesti e azioni compiuti solo col pensiero
oggi davvero
non vorrei morire
rimarrebbe di me
solo una lapide vigliacca
20 maggio 2005
Canzoni - Canto Notturno (Di Un Pastore Errante Dell'Aria)
Il navigante si perse in un sogno
di stelle irrangiugibili;
da allora tutti i dati trasmessi
sono illeggibili:
ogni tanto ci arrivano segni
che registra solo il cuore:
forse, forse, non c'è stato mai,
e sono tutte storie.
In questa notte seminata di nuvole
che non una luce trema,
ogni domanda è la risposta a una domanda
della risposta prima;
ogni ritorno è una falsa partenza,
l'illusione di un movimento,
come questo bagno di lacrime
che non ho pianto.
Troppo cielo;
troppe foglie ha buttato il pensiero;
troppi nomi per dirne uno solo;
troppe, queste lezioni di volo:
fammi scendere, portami via, via, via,
portami via con te,
portami a casa mia,
tienimi sempre,
via, via, via,
un tempo io sognai,
prima di te sognai,
solo di ombre,
solo di ombre.
Nella memoria del mondo ci sono battaglie
e nostalgie del cielo,
grandi navi portano a spasso
la luce del pensiero:
ma io ricordo soltanto quel bacio,
quel giorno di primavera:
tutta la storia non vale
il tuo bacio di una sera.
Io ti amo:
ho paura ogni istante che abbiamo;
ho paura di averti di meno;
come un cieco ti ho dato la mano;
non lasciarmela, portami via, via, via,
portami via con te,
portami a casa mia,
tienimi sempre
via, via, via,
un tempo io sognai,
prima di te sognai,
solo ombre,
e adesso...
(R.Vecchioni)
di stelle irrangiugibili;
da allora tutti i dati trasmessi
sono illeggibili:
ogni tanto ci arrivano segni
che registra solo il cuore:
forse, forse, non c'è stato mai,
e sono tutte storie.
In questa notte seminata di nuvole
che non una luce trema,
ogni domanda è la risposta a una domanda
della risposta prima;
ogni ritorno è una falsa partenza,
l'illusione di un movimento,
come questo bagno di lacrime
che non ho pianto.
Troppo cielo;
troppe foglie ha buttato il pensiero;
troppi nomi per dirne uno solo;
troppe, queste lezioni di volo:
fammi scendere, portami via, via, via,
portami via con te,
portami a casa mia,
tienimi sempre,
via, via, via,
un tempo io sognai,
prima di te sognai,
solo di ombre,
solo di ombre.
Nella memoria del mondo ci sono battaglie
e nostalgie del cielo,
grandi navi portano a spasso
la luce del pensiero:
ma io ricordo soltanto quel bacio,
quel giorno di primavera:
tutta la storia non vale
il tuo bacio di una sera.
Io ti amo:
ho paura ogni istante che abbiamo;
ho paura di averti di meno;
come un cieco ti ho dato la mano;
non lasciarmela, portami via, via, via,
portami via con te,
portami a casa mia,
tienimi sempre
via, via, via,
un tempo io sognai,
prima di te sognai,
solo ombre,
e adesso...
(R.Vecchioni)
17 maggio 2005
Poesie - Impronte
Quando poi esco dal bosco
ho l'anima segnata
da immagini, sensazioni,
suoni e odori
alcune tracce
si dissolveranno poco per volta
altre, più profonde
resteranno più a lungo
Quando poi esco dal bosco
mi sforzo affinchè
non resti alcun segno
del mio passaggio
nè sulla terra,
nè tra le piante.
Nessuna traccia,
nessuna impronta
Perchè è la madre
che deve segnare il figlio
il figlio invece
non deve lasciare tracce sulla madre
ho l'anima segnata
da immagini, sensazioni,
suoni e odori
alcune tracce
si dissolveranno poco per volta
altre, più profonde
resteranno più a lungo
Quando poi esco dal bosco
mi sforzo affinchè
non resti alcun segno
del mio passaggio
nè sulla terra,
nè tra le piante.
Nessuna traccia,
nessuna impronta
Perchè è la madre
che deve segnare il figlio
il figlio invece
non deve lasciare tracce sulla madre
Pensieri - Domenica sul Po
14 maggio 2005
Citazioni - Carlos Castaneda
"Un guerriero sceglie una strada, qualunque strada, con il cuore, e la segue; e poi si rallegra e ride.
Egli sa, perché vede che la sua vita finirà anche troppo presto.
Vede che non c' è nulla che sia più importante di tutto il resto."
Egli sa, perché vede che la sua vita finirà anche troppo presto.
Vede che non c' è nulla che sia più importante di tutto il resto."
Poesie - Avere un figlio
Lo sai, ieri ho desiderato
avere un figlio
perché nella mia vita ho piantato alberi
e sto creando un paradiso
perché ho studiato l’uomo e le stelle
e ho imparato cose che lo farebbero sorridere
perché conosco gli animali e mille storie
e so fare giochi e facce buffe.
Lo sai, ieri per un attimo,
mi sono sentito pronto
umile abbastanza
per accettare la sua saggezza
che viene da un mondo
per me oramai dimenticato
forte abbastanza
per sopportare di essere pugnalato
da quelle piccole mani
non appena saranno un po’ cresciute
Ma, più di tutto, sai…
ieri ho desiderato di avere un figlio
da te.
Perché saresti la migliore
delle madri.
avere un figlio
perché nella mia vita ho piantato alberi
e sto creando un paradiso
perché ho studiato l’uomo e le stelle
e ho imparato cose che lo farebbero sorridere
perché conosco gli animali e mille storie
e so fare giochi e facce buffe.
Lo sai, ieri per un attimo,
mi sono sentito pronto
umile abbastanza
per accettare la sua saggezza
che viene da un mondo
per me oramai dimenticato
forte abbastanza
per sopportare di essere pugnalato
da quelle piccole mani
non appena saranno un po’ cresciute
Ma, più di tutto, sai…
ieri ho desiderato di avere un figlio
da te.
Perché saresti la migliore
delle madri.
Poesie - Sto fermo qui...
Fili, mille fili
di stelle
di genti
di giorni passati e futuri
Fili di sostegno
di guida,
di amore
o di memoria
E io sto fermo qui
perché forbici non ne ho
e perché oggi non ho la forza
di trascinare con me
le stelle, le genti e i giorni
passati e futuri
Sto fermi qui,
ancora per un po’.
Ma tu non me ne volere:
la forza viene e va
e io so dove andarla a cercare domani.
di stelle
di genti
di giorni passati e futuri
Fili di sostegno
di guida,
di amore
o di memoria
E io sto fermo qui
perché forbici non ne ho
e perché oggi non ho la forza
di trascinare con me
le stelle, le genti e i giorni
passati e futuri
Sto fermi qui,
ancora per un po’.
Ma tu non me ne volere:
la forza viene e va
e io so dove andarla a cercare domani.
4 maggio 2005
Donne – QuattroQuattroQuattroQuattro
Povere piccole donne QuattroQuattroQuattroQuattro
forme gonfiate
protese verso l’esterno
spasmi di parole
rantoli di pensieri
striscianti e inutili
create universi
vuoti di vita
e in essi vi perdete
lustrate e adornate il vostro tempio
per poi svenderlo
all’uomo che vi offre di meno
insozzate l’anima vostra
e dimenticate il suo spessore
soltanto perché non è merce di scambio
Cosa rimane di voi
dopo un incontro?
E dopo una vita?
forme gonfiate
protese verso l’esterno
spasmi di parole
rantoli di pensieri
striscianti e inutili
create universi
vuoti di vita
e in essi vi perdete
lustrate e adornate il vostro tempio
per poi svenderlo
all’uomo che vi offre di meno
insozzate l’anima vostra
e dimenticate il suo spessore
soltanto perché non è merce di scambio
Cosa rimane di voi
dopo un incontro?
E dopo una vita?
3 maggio 2005
Poesie - Saggezze
Germoglio:
attende il sole ed è fiducia
Impronta:
racconta un passaggio con amore e distacco
Vento:
curva, si avvita e contorce risale dal fiume
Acqua:
curva, si insinua e sgretola scende verso il fiume
Alba:
non ha paura del giorno che verrà
Tramonto:
nessun rimpianto, nessun rimorso per il giorno andato
Notte:
si fa coperta per me, scoprendo le stelle
Io:
riscopro con sollievo la mia totale ignoranza
attende il sole ed è fiducia
Impronta:
racconta un passaggio con amore e distacco
Vento:
curva, si avvita e contorce risale dal fiume
Acqua:
curva, si insinua e sgretola scende verso il fiume
Alba:
non ha paura del giorno che verrà
Tramonto:
nessun rimpianto, nessun rimorso per il giorno andato
Notte:
si fa coperta per me, scoprendo le stelle
Io:
riscopro con sollievo la mia totale ignoranza
Poesie - Piccola mia
Quali strade percorre il vento tra la tua vegetazione
quando al pomeriggio sale da fondo valle?
Dove si incanala, dove scorre,
dove ristagna l’acqua piovana che ti bagna?
Dove sei svegliata dal primo raggio del sole?
E dove ricevi ogni sera l’ultimo suo abbraccio?
Da dove passa la pista del cinghiale?
E dove finisce quella del capriolo?
Dove svanisce col farsi giorno la famiglia di lupi
che la notte lascia abbondanti tracce nel fango?
Da dove sgorga quel sottile rivolo d’acqua?
E resisterà vivo nei mesi estivi?
Vorrei conoscerti,
di una conoscenza che non so.
Così ti ascolto
e ti osservo,
seduto
in silenzio
per ore.
27 aprile 2005
Pensieri - Notti dentro e notti fuori
Ho passeggiato in un’aiuola tra i palazzi, perché di natura selvaggia qui non ce ne è proprio traccia.
Ora siedo sul marciapiede, perché anche le panchine qui lasciano un po’ a desiderare.
Indosso ho il pigiama, le tennis slacciate, e il giubbino da trekking.
Una penna e il taccuino su cui lei - che dorme - sta segnando la lista della spesa.
Oggi finalmente non invidio queste tiepide finestre chiuse, chiuse su sogni coniugali semplici e compiuti.
Oggi finalmente non detesto la mia finestra ancora - e sempre – aperta (quanti spifferi e quanta pioggia ha lasciato entrare).
Oggi no.
Aspetto l’alba con la finestra spalancata e un sorriso beota stampato sul volto.
So che il primo sole di domani, trovando la finestra aperta, illuminerà il mio sogno e scalderà il mio cuore!
PS: domani a lezione voglio parlare ai ragazzi di finestre chiuse e di finestre aperte… di notti dentro e di notti fuori.
Ora siedo sul marciapiede, perché anche le panchine qui lasciano un po’ a desiderare.
Indosso ho il pigiama, le tennis slacciate, e il giubbino da trekking.
Una penna e il taccuino su cui lei - che dorme - sta segnando la lista della spesa.
Oggi finalmente non invidio queste tiepide finestre chiuse, chiuse su sogni coniugali semplici e compiuti.
Oggi finalmente non detesto la mia finestra ancora - e sempre – aperta (quanti spifferi e quanta pioggia ha lasciato entrare).
Oggi no.
Aspetto l’alba con la finestra spalancata e un sorriso beota stampato sul volto.
So che il primo sole di domani, trovando la finestra aperta, illuminerà il mio sogno e scalderà il mio cuore!
PS: domani a lezione voglio parlare ai ragazzi di finestre chiuse e di finestre aperte… di notti dentro e di notti fuori.
26 aprile 2005
Pensieri - Televisione
25 aprile 2005
24 aprile 2005
Poesie - Il mio fuoco
Nonostante tutto, ci sono ancora spifferi
E spesso piove ancora dentro
…A volte poi ho in mano
un solo fiammifero.
Così ho imparato
a scegliere un luogo isolato e protetto
e a creare una piccola parete di pietre
per frenare la corsa del vento.
E ho capito che sono i minuscoli sterpi,
i frammenti di foglie, i fili d’erba secchi
a innescare il più splendido dei fuochi.
Bruciano in un attimo
e se non ne ho raccolti a sufficienza,
una volta acceso il fuoco,
non avrò il tempo di cercarne altri.
I rami e i legni più grossi
vengono solo dopo,
quando il piccolo fuoco già arde.
Ho imparato che posso raccoglierli senza fretta.
E ho compreso che il vero miracolo
non è il grande falò, ma quel piccolo fuoco
acceso quasi dal nulla
in mezzo alla terra bagnata e al vento battente.
14 aprile 2005
Poesie - Animale
Volgo di scatto la testa
se sento un rumore improvviso
Colgo in un panorama
ogni traccia di movimento
Mi prende la vertigine
se mi affaccio su uno strapiombo
Perdo la lucidità
quando ho sete, fame o sonno
Mi muovo in silenzio
se cammino nel buio
In fondo è rassicurante osservare
che sono solo un mammifero.
se sento un rumore improvviso
Colgo in un panorama
ogni traccia di movimento
Mi prende la vertigine
se mi affaccio su uno strapiombo
Perdo la lucidità
quando ho sete, fame o sonno
Mi muovo in silenzio
se cammino nel buio
In fondo è rassicurante osservare
che sono solo un mammifero.
Poesie - Selvaticità
12 aprile 2005
Pensieri - Vuoi sapere la verità?
La vuoi sapere la verità?
Non mi interessa chi tu sia.
Purchè tu mi legga.
Non mi interessa la tua identità.
Mi interessa che tu definisca la mia.
Cosa vedi?
Cosa pensi di me?
Chi sono io?
O meglio ancora...
Mi vedi?
Ho uno spessore?
Esisto?
Perchè se mi guardo da dietro questi occhi
mi vedo così indefinito e folle
da svanire in me stesso.
Non mi interessa chi tu sia.
Purchè tu mi legga.
Non mi interessa la tua identità.
Mi interessa che tu definisca la mia.
Cosa vedi?
Cosa pensi di me?
Chi sono io?
O meglio ancora...
Mi vedi?
Ho uno spessore?
Esisto?
Perchè se mi guardo da dietro questi occhi
mi vedo così indefinito e folle
da svanire in me stesso.
20 marzo 2005
Demoni sul ponte
Non potete passare
Questo è il mio regno
A nulla vi serviranno
Le vostre vecchie fiamme
Vittimismo, passato, colpa
Mancanza, paura, vecchiaia
Morte
Perché io sono il dio del mio essere
E sono un dio di gioia
Di coraggio
E di avventura
Non potete passare
Non più.
Questo è il mio regno
A nulla vi serviranno
Le vostre vecchie fiamme
Vittimismo, passato, colpa
Mancanza, paura, vecchiaia
Morte
Perché io sono il dio del mio essere
E sono un dio di gioia
Di coraggio
E di avventura
Non potete passare
Non più.
Non puoi passare
Il Barlog giunse al ponte. Gandalf era in piedi al centro della sala e con la mano sinistra si appoggiava al bastone, mentre nella destra Glamdring scintillava, fredda e bianca. Il nemico si arrestò nuovamente, fronteggiandolo, ed intorno ad esso l'ombra allungò due grandi ali. Il Barlog schiocc&ogeave; la frusta, e le code scricchiarono e fischiarono. Del fuoco si sprigionava dalle sue narici: ma Gandalf rimase fermo ed immobile.
(...) ma Gandalf si scorgeva ancora, un bagliore nelle tenebre; pareva piccolo e del tutto solo...
"Non puoi passare", disse.
Tratto da: il Signore degli Anelli, 2.5 Il ponte di Khazad-dûm (p.411)
(...) ma Gandalf si scorgeva ancora, un bagliore nelle tenebre; pareva piccolo e del tutto solo...
"Non puoi passare", disse.
Tratto da: il Signore degli Anelli, 2.5 Il ponte di Khazad-dûm (p.411)
5 marzo 2005
Fotografie - Vaiont
Lassù.. la diga del Vaiont, vista da fondo valle
L'8 Ottobre del 1963, alle 22 e 39, 270 milioni di metri cubi di roccia precipitarono nel bacino
50 milioni di metri cubi di acqua furono scagliati olte la diga
Questa casa si trovava circa 200 metri più in alto rispetto il livello dell'acqua nel bacino. L'ondata arrivò fin qui.
La diga resistette... Ma quel 9 Ottobre del 1963, morirono quasi 2000 persone.
L'8 Ottobre del 1963, alle 22 e 39, 270 milioni di metri cubi di roccia precipitarono nel bacino
50 milioni di metri cubi di acqua furono scagliati olte la diga
Questa casa si trovava circa 200 metri più in alto rispetto il livello dell'acqua nel bacino. L'ondata arrivò fin qui.
La diga resistette... Ma quel 9 Ottobre del 1963, morirono quasi 2000 persone.
Poesie - Ridicolo
Ridicolo nel mio vittimismo
Ridicolo nella mia piccolezza
Ridicolo nel mio procrastinare
Ridicolo nel mio fuggire
Ridicolo, ancora ridicolo
in questo mio tentativo
di cavarmela con un po’ di colpa
e quattro righe di ridicolo
Ridicolo nella mia piccolezza
Ridicolo nel mio procrastinare
Ridicolo nel mio fuggire
Ridicolo, ancora ridicolo
in questo mio tentativo
di cavarmela con un po’ di colpa
e quattro righe di ridicolo
16 febbraio 2005
Pensieri - Ancora un corridoio
Sono già stato così
in realtà sono stato anche peggio
eppure sono ancora vivo
allora non è a rischio la mia vita
in questa notte in cui le pareti
si chiudono su di me
e io agonizzo un po' nella mia stanza schiacciata
come in uno scatolone di cartone
no, non è a rischio la mia vita
in questo corridoio di dolore
non morirò attraversandolo.
...solo, davvero non vorrei farlo
vorrei entrare in una porta laterale
per accorgermi che da sul giardino
o anche su un cortiletto interno
mi accontenterei
chiuderei la porta alle mie spalle
mi siederei sull'erba
e giochicchiando con un trifoglio
verserei un po' di lacrime e sospiri
e aspetterei che lei arrivasse
così come la ho sognata
con quelle braccia...
con quel cuore...
dimenticherei questo cazzo di corridoio
e siederei un po' sull'erba
mi abbandonerei a due braccia e un cuore
in realtà sono stato anche peggio
eppure sono ancora vivo
allora non è a rischio la mia vita
in questa notte in cui le pareti
si chiudono su di me
e io agonizzo un po' nella mia stanza schiacciata
come in uno scatolone di cartone
no, non è a rischio la mia vita
in questo corridoio di dolore
non morirò attraversandolo.
...solo, davvero non vorrei farlo
vorrei entrare in una porta laterale
per accorgermi che da sul giardino
o anche su un cortiletto interno
mi accontenterei
chiuderei la porta alle mie spalle
mi siederei sull'erba
e giochicchiando con un trifoglio
verserei un po' di lacrime e sospiri
e aspetterei che lei arrivasse
così come la ho sognata
con quelle braccia...
con quel cuore...
dimenticherei questo cazzo di corridoio
e siederei un po' sull'erba
mi abbandonerei a due braccia e un cuore
Poesie - Vacillo un po'
Poi arrivano come artigli
questi squarci di cupa lucidità
E mi è chiaro che sono il solo,
a sognare questo mio sogno
l'unico
a costruire questa mia utopia
E maledico questa ineluttabile solitudine
questo spasmo di vuoto che mi inghiotte
Vacillo. Davvero.
Non sai quanto vacillo.
questi squarci di cupa lucidità
E mi è chiaro che sono il solo,
a sognare questo mio sogno
l'unico
a costruire questa mia utopia
E maledico questa ineluttabile solitudine
questo spasmo di vuoto che mi inghiotte
Vacillo. Davvero.
Non sai quanto vacillo.
29 gennaio 2005
Poesie - La tregua nel carnefice
Mi sorprendo ancora
intento a giocare
con energie dense e pesanti
allora accade
che io mi travesta
da vittima
perché la vittima ha finalmente tregua
trova un rifugio,
abita una casa
perché la vittima ha una misurata agonia,
che conosce da sempre,
e da sempre sa controllare.
Vestito da vittima,
ti eleggo
mia carnefice
e baratto così
con una statica manciata di rabbia e agonia
il terrore e la meraviglia del vivere la Vita
intento a giocare
con energie dense e pesanti
allora accade
che io mi travesta
da vittima
perché la vittima ha finalmente tregua
trova un rifugio,
abita una casa
perché la vittima ha una misurata agonia,
che conosce da sempre,
e da sempre sa controllare.
Vestito da vittima,
ti eleggo
mia carnefice
e baratto così
con una statica manciata di rabbia e agonia
il terrore e la meraviglia del vivere la Vita
23 gennaio 2005
Pensieri - Io sono Dio
Ho passato anni vagando attraverso notti sempre uguali, urlando “DIO” verso un cielo muto e indifferente.
Quel Dio non rispondeva per quanto io urlassi a gran voce:
“Diooooo!”
“Diiiooooooo!”
“Diiiiiooooooooo!”
Nulla, mai una risposta. E mi sentivo davvero solo.
Una notte però avevo la gola raschiata e la “D” di Dio proprio non mi usciva di bocca:
“…iooooo!”
“…iiiooooooo!”
“…iiiiiooooooooo!”
Ed ecco, stelle cadenti, soffi di vento, voli di uccelli, canti di rane, ululati di cani, bagliori di lucciole.
Da allora non mi sono setito più solo.
Da allora conosco la parola capace di trasformare una notte qualunque in una notte magica: “io”.
Quel Dio non rispondeva per quanto io urlassi a gran voce:
“Diooooo!”
“Diiiooooooo!”
“Diiiiiooooooooo!”
Nulla, mai una risposta. E mi sentivo davvero solo.
Una notte però avevo la gola raschiata e la “D” di Dio proprio non mi usciva di bocca:
“…iooooo!”
“…iiiooooooo!”
“…iiiiiooooooooo!”
Ed ecco, stelle cadenti, soffi di vento, voli di uccelli, canti di rane, ululati di cani, bagliori di lucciole.
Da allora non mi sono setito più solo.
Da allora conosco la parola capace di trasformare una notte qualunque in una notte magica: “io”.
22 gennaio 2005
Un blog dedicato agli apprendisti...
Lavoro con gli apprendisti da un paio di anni, inizio già a perdere i conti...
Dimentico i loro nomi, le loro facce, e, quel che è peggio, i loro pensieri, le loro parole, le loro emozioni.
Sto sprecando migliaia di piccoli insegnamenti, per ora non ho saputo trattenere la saggezza di questi giovani.
Vorrei che questo non accadesse più. Per questo, da oggi pubblicherò su www.apprendista.blogspot.com tutto ciò che essi mi regaleranno durante le mie lezioni.
Dimentico i loro nomi, le loro facce, e, quel che è peggio, i loro pensieri, le loro parole, le loro emozioni.
Sto sprecando migliaia di piccoli insegnamenti, per ora non ho saputo trattenere la saggezza di questi giovani.
Vorrei che questo non accadesse più. Per questo, da oggi pubblicherò su www.apprendista.blogspot.com tutto ciò che essi mi regaleranno durante le mie lezioni.
Poesie - Ancora un ballo
Ancora un ballo,
ancora una volta
passano gli anni
ma questa musica
non smette ancora
Ancora un ballo,
splendida creatura
passano gli anni
e poco per volta
imparo a conoscere
ogni singolo passo
Balla con me,
nel mio corpo
venduto e svenduto
Balla con me,
sulla maschera dell’eroe
che ti avevo promesso
Balla con me
ancora una volta
forse sarà un ballo diverso
forse stavolta un solo danzatore
si muoverà leggero dinanzi allo specchio
ancora una volta
passano gli anni
ma questa musica
non smette ancora
Ancora un ballo,
splendida creatura
passano gli anni
e poco per volta
imparo a conoscere
ogni singolo passo
Balla con me,
nel mio corpo
venduto e svenduto
Balla con me,
sulla maschera dell’eroe
che ti avevo promesso
Balla con me
ancora una volta
forse sarà un ballo diverso
forse stavolta un solo danzatore
si muoverà leggero dinanzi allo specchio
20 gennaio 2005
Pensieri - Una zavorra di fantasie
Sono ancora qui impantanato
per via del fardello
di infinite fantasie
senza anima e senza cuore
Aiutami, Massimo!
Fai che da oggi
la tua mente fantastichi
solo fantasie capaci di condurmi
verso una vita ...fantastica
per via del fardello
di infinite fantasie
senza anima e senza cuore
Aiutami, Massimo!
Fai che da oggi
la tua mente fantastichi
solo fantasie capaci di condurmi
verso una vita ...fantastica
15 gennaio 2005
Vagheggiamenti - La seconda porta…
Il silenzio è la seconda porta
è il silenzio di un bosco di notte
è lì che la trovo…
Anima pigra da sempre uguale a se stessa
da sempre illusa e da sempre delusa
accartocciata nella sua ultima
struggente emozione
eppure illuminata
da quell’incrollabile, sognante illusione
Anima fremente, insoddisfatta e anelante
anima ferita e annoiata
ma anima statica, lenta. Immobile
Siedo e la osservo senza parlare
(ché tanto già le ho detto tutto
così come lei tutto già ha vissuto)
L’io di oggi
osserva
l’io di ieri
e nel silenzio
gli chiede aiuto
per essere finalmente
l’io di oggi.
L’io di oggi
abbraccia
l’io di ieri
e nel silenzio
inizia lentamente
a cancellarlo
fino a restare
disperatamente
solo
ed ecco la terza porta
quella del freddo
è il silenzio di un bosco di notte
è lì che la trovo…
Anima pigra da sempre uguale a se stessa
da sempre illusa e da sempre delusa
accartocciata nella sua ultima
struggente emozione
eppure illuminata
da quell’incrollabile, sognante illusione
Anima fremente, insoddisfatta e anelante
anima ferita e annoiata
ma anima statica, lenta. Immobile
Siedo e la osservo senza parlare
(ché tanto già le ho detto tutto
così come lei tutto già ha vissuto)
L’io di oggi
osserva
l’io di ieri
e nel silenzio
gli chiede aiuto
per essere finalmente
l’io di oggi.
L’io di oggi
abbraccia
l’io di ieri
e nel silenzio
inizia lentamente
a cancellarlo
fino a restare
disperatamente
solo
ed ecco la terza porta
quella del freddo
14 gennaio 2005
Vagheggiamenti - La prima porta
3 gennaio 2005
Poesie – Colleziono farfalle
Tanto belle o tanto brutte
da togliere il fiato
così imprevedibili
da non sapere neppure dove cercarle
eppure così preziose
da agonizzare senza di loro
Sono gli attimi in cui la Vita
si posa leggera nel mio cuore
la sento,
la riconosco,
vorrei fermarla
catturarla,
tenerla con me…
ma con un fruscio d’ali
è già lontana,
la perdo nel sole.
Non tornerà mai più
quella stessa farfalla
ma non mi abbandonerà mai più
quel suo tocco nel cuore
Così, per fissare
questi incontri magici
colleziono farfalle
che chiamo...
poesie.
da togliere il fiato
così imprevedibili
da non sapere neppure dove cercarle
eppure così preziose
da agonizzare senza di loro
Sono gli attimi in cui la Vita
si posa leggera nel mio cuore
la sento,
la riconosco,
vorrei fermarla
catturarla,
tenerla con me…
ma con un fruscio d’ali
è già lontana,
la perdo nel sole.
Non tornerà mai più
quella stessa farfalla
ma non mi abbandonerà mai più
quel suo tocco nel cuore
Così, per fissare
questi incontri magici
colleziono farfalle
che chiamo...
poesie.
Pensieri - Condividere...
Forse non è necessario raccontare o fotografare, forse non serve un pubblico… Forse l’esigenza di condivisione è sintomo di insicurezza…
Probabilmente l’uomo saggio gioisce delle proprie esperienze anche in perfetta solitudine… forse non ha alcun bisogno di cristallizzare su un foglio o su una pellicola il proprio vissuto.
Non so… davvero, non lo so!
Quello che so è che sono un semplice collezionista di farfalle.
Probabilmente l’uomo saggio gioisce delle proprie esperienze anche in perfetta solitudine… forse non ha alcun bisogno di cristallizzare su un foglio o su una pellicola il proprio vissuto.
Non so… davvero, non lo so!
Quello che so è che sono un semplice collezionista di farfalle.
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