Se c'è una cosa che hai imparato,
è che nei momenti peggiori gli stregoni
raccolgono il loro potere per continuare.
Uno stregone non soccombe alla disperazione.
Ergerti al di sopra di tutto questo è la tua sfida.
E, come sai, le sfide non devono essere discusse,
ne ci si può lamentare di esse.
Le sfide vanno affrontate attivamente.
Gli stregoni o hanno successo o falliscono nell'affrontare le loro sfide.
E non ha realmente importanza il risultato finché sono padroni di ciò che fanno.
Finché camminano nella libertà.
Il mondo degli stregoni è un mondo di solitudine, lo sai,
tuttavia, in esso l'amore è per sempre.
Camminiamo nel mondo degli stregoni da soli,
rendendo conto soltanto dei nostri atti, dei nostri sentimenti
e della nostra impeccabilità.
Per restare nel mondo degli stregoni devi sognare superbamente.
La maggior parte delle persone non ha la capacità né la grandezza di spirito per sognare. Per questo non può far altro che vedere il mondo come ordinario e ripetitivo.
E sai perché? Perché se non combatti per evitarlo, il mondo è davvero ordinario ripetitivo.
Lo stregone lotta per evitare tutto questo è per conquistare la libertà.
Il prezzo della libertà è molto alto.
La libertà può essere ottenuta soltanto sognando senza speranza, essendo pronti a perdere tutto, persino il sogno stesso.
Per qualcuno di noi, sognare, soli, senza speranza, sforzarsi senza meta in mente,
è l'unico modo per stare al passo con l'uccello della libertà.
Allora, vivi esclusivamente per ciò che sei.
Parla in modo equilibrato quando in te c'è equilibrio.
Senti quando c'è da sentire.
Quando ti viene da piangere, permettilo, perché è la voce dell'anima.
E quando c'è da ridere, ridi, indipendentemente da chi ride attorno a te. Non guardare prima se sono d'accordo. A chi importa?
Sii chi sei e rallegratene, ama ciò che sei e vivilo con l'impeccabilità di chi muove il suo ultimo passo sulla terra.
29 dicembre 2006
27 dicembre 2006
23 novembre 2006
Roma non è il mare
Dal balcone
della mia stanza
di hotel
ho visto un gabbiano
volare prigioniero
tra gli alti palazzi di Roma
ho visto nei suoi occhi
la sete di ampi orizzonti
e di correnti di vento
ho visto le sue grandi ali
annaspare nel groviglio
di strade e di vicoli
“cosa ci fa qui?
Forse si è perso…”
ho pensato
“cosa ci faccio qui?
Forse mi sono perso…”
ho pensato
della mia stanza
di hotel
ho visto un gabbiano
volare prigioniero
tra gli alti palazzi di Roma
ho visto nei suoi occhi
la sete di ampi orizzonti
e di correnti di vento
ho visto le sue grandi ali
annaspare nel groviglio
di strade e di vicoli
“cosa ci fa qui?
Forse si è perso…”
ho pensato
“cosa ci faccio qui?
Forse mi sono perso…”
ho pensato
22 novembre 2006
Crepuscolo d'aula
Poi, ad uno ad uno
tutti mi salutano
e restano soltanto
bicchieri vuoti
sedie disordinate
lavagne
e fogli scarabocchiati
...e resto solo io
a barcollare goffamente
in quel crepuscolo d’aula.
Non si sciolgono quelle storie,
restano vivi gli echi di percorsi
di dubbi e di avventure,
non si spengono
nei miei occhi,
quegli occhi di persone.
Pian piano
anche stasera trovo la forza
per districare le loro matasse
dalla mia
Solo uno è il rimpianto:
davvero non avrei voluto lasciarli andare
senza abbracciarli uno per uno.
tutti mi salutano
e restano soltanto
bicchieri vuoti
sedie disordinate
lavagne
e fogli scarabocchiati
...e resto solo io
a barcollare goffamente
in quel crepuscolo d’aula.
Non si sciolgono quelle storie,
restano vivi gli echi di percorsi
di dubbi e di avventure,
non si spengono
nei miei occhi,
quegli occhi di persone.
Pian piano
anche stasera trovo la forza
per districare le loro matasse
dalla mia
Solo uno è il rimpianto:
davvero non avrei voluto lasciarli andare
senza abbracciarli uno per uno.
21 novembre 2006
Quando passi, se ti va...
Butta un occhio
anche qui dentro
Perchè io vivo
pure quaggiù
Nel buio
nel silenzio
nel non detto
Troverai vividi
brandelli
di potere
e di paura
Butta un occhio
anche qui dentro
Se davvero cerchi
me.
anche qui dentro
Perchè io vivo
pure quaggiù
Nel buio
nel silenzio
nel non detto
Troverai vividi
brandelli
di potere
e di paura
Butta un occhio
anche qui dentro
Se davvero cerchi
me.
19 novembre 2006
Trenitalia...
Venerdì 18 novembre 2006, ore 6.40, temperatura esterna 7°, nebbia e umidità.
Salgo a Ferrara sul treno interregionale Padova Bologna.
Appena entrato nello scompartimento di seconda classe (comunque la prima non esiste su questi treni) vengo avvolto da una folata di aria calda e putrida tipo forno crematorio.
Mi siedo, apro immediatamente finestrino in cerca di ossigeno e mi chiedo come diavolo facciano gli altri viaggiatori a dormire profondamente, vestiti con giubbotti sciarpe e cappelli in un clima torrido e nauseabondo come quello.
Per curiosità (o rabbia) voglio misurare la temperatura:
31°!
Mi spoglio, resto in camicia sotto al finestrino aperto, chiedo inutilmente soccorso al controllore, mi incazzo, boccheggio, ma resisto fino a Bologna.
Sceso dal treno sono deciso a far sentire la mia protesta:
Ci rinuncio!
Salgo a Ferrara sul treno interregionale Padova Bologna.
Appena entrato nello scompartimento di seconda classe (comunque la prima non esiste su questi treni) vengo avvolto da una folata di aria calda e putrida tipo forno crematorio.
Mi siedo, apro immediatamente finestrino in cerca di ossigeno e mi chiedo come diavolo facciano gli altri viaggiatori a dormire profondamente, vestiti con giubbotti sciarpe e cappelli in un clima torrido e nauseabondo come quello.
Per curiosità (o rabbia) voglio misurare la temperatura:
31°!
Mi spoglio, resto in camicia sotto al finestrino aperto, chiedo inutilmente soccorso al controllore, mi incazzo, boccheggio, ma resisto fino a Bologna.
Sceso dal treno sono deciso a far sentire la mia protesta:
Ci rinuncio!
13 novembre 2006
Poesie Rubate - Autobiografia breve
di Portia Nelson
Capitolo I
Cammino per la strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede. Ci cado.
Sono persa... Sono impotente.
Non è colpa mia.
Ci vorrà un’eternità per uscirne.
Capitolo II
Cammino per la stessa strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede.
Fingo di non vederla.
Ci ricado.
Non riesco a credere di essere in quello stesso posto.
Ma non è colpa mia.
Ci vuole ancora molto tempo per uscirne.
Capitolo III
Cammino per la strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede.
Vedo che c’è.
Ci cado ancora... è un’abitudine.
I miei occhi sono aperti.
So dove sono.
E’ colpa mia.
Ne esco immediatamente.
Capitolo IV
Cammino per la strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede.
La aggiro.
Capitolo V
Cammino per un’altra strada.
Capitolo I
Cammino per la strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede. Ci cado.
Sono persa... Sono impotente.
Non è colpa mia.
Ci vorrà un’eternità per uscirne.
Capitolo II
Cammino per la stessa strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede.
Fingo di non vederla.
Ci ricado.
Non riesco a credere di essere in quello stesso posto.
Ma non è colpa mia.
Ci vuole ancora molto tempo per uscirne.
Capitolo III
Cammino per la strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede.
Vedo che c’è.
Ci cado ancora... è un’abitudine.
I miei occhi sono aperti.
So dove sono.
E’ colpa mia.
Ne esco immediatamente.
Capitolo IV
Cammino per la strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede.
La aggiro.
Capitolo V
Cammino per un’altra strada.
7 novembre 2006
La voce del silenzio
La voce del silenzio
questa notte
mi ha parlato:
Sii calmo,
mi ha detto,
E sappi…
Io sono Dio
Stai in questo silenzio
e sentirai sempre
la mia voce
Ma non cercare la poesia
dalle mie parole…
in esse cerca la vita
E nella vita,
solo in quella,
troverai la poesia
Sii calmo
e sappi,
mi ha detto,
Io sono il tuo Cuore.
questa notte
mi ha parlato:
Sii calmo,
mi ha detto,
E sappi…
Io sono Dio
Stai in questo silenzio
e sentirai sempre
la mia voce
Ma non cercare la poesia
dalle mie parole…
in esse cerca la vita
E nella vita,
solo in quella,
troverai la poesia
Sii calmo
e sappi,
mi ha detto,
Io sono il tuo Cuore.
21 ottobre 2006
Nina
Se già ci sei, se già mi hai scelto
non guardarmi, non adesso,
legato stretto a terra
da mille minuscole funi.
Ho smesso
di tentare di strapparle,
sono stanco
di dibattermi inutilmente.
Ancora non ho imparato
l’arte di sciogliere ad uno ad uno
quei minuscoli nodi
che mi impediscono di alzarmi.
Sono stanco e a volte penso
“Chissà, forse ci vorrebbero
una paio di minuscole mani,
magari le sue”
Finché mi sentirai parlare così
non scendere, Nina
non guardarmi nemmeno.
Non sono ancora il padre che meriti.
non guardarmi, non adesso,
legato stretto a terra
da mille minuscole funi.
Ho smesso
di tentare di strapparle,
sono stanco
di dibattermi inutilmente.
Ancora non ho imparato
l’arte di sciogliere ad uno ad uno
quei minuscoli nodi
che mi impediscono di alzarmi.
Sono stanco e a volte penso
“Chissà, forse ci vorrebbero
una paio di minuscole mani,
magari le sue”
Finché mi sentirai parlare così
non scendere, Nina
non guardarmi nemmeno.
Non sono ancora il padre che meriti.
16 ottobre 2006
Poesie - La magia di uno sguardo
Siediti e guarda.
Non ha importanza cosa… fallo!
Guarda come non hai mai guardato.
Se necessario spalanca un po’ di più gli occhi e guarda.
Siediti e guarda con attenzione, con presenza.
Certo, sei stanca, ma puoi guardare.
Guarda la tua casa e la tua vita… fallo con calma.
Rubati un po’ di tempo per guardare.
E’ quello che ho fatto io oggi, vorrei che lo facessi anche tu
perché a me ha fatto un effetto particolare.
Mi sono sentito a posto, nei miei panni, in ordine, in pace.
Mi sono sentito uomo
forse proprio perché alcune cose sfuggono al mio controllo
come foglie che cadono.
Ma è a posto così, siamo uomini…
Prova ti prego a guardare
e dimmi se anche a te è parso
di ritrovare il tuo cuore.
Non ha importanza cosa… fallo!
Guarda come non hai mai guardato.
Se necessario spalanca un po’ di più gli occhi e guarda.
Siediti e guarda con attenzione, con presenza.
Certo, sei stanca, ma puoi guardare.
Guarda la tua casa e la tua vita… fallo con calma.
Rubati un po’ di tempo per guardare.
E’ quello che ho fatto io oggi, vorrei che lo facessi anche tu
perché a me ha fatto un effetto particolare.
Mi sono sentito a posto, nei miei panni, in ordine, in pace.
Mi sono sentito uomo
forse proprio perché alcune cose sfuggono al mio controllo
come foglie che cadono.
Ma è a posto così, siamo uomini…
Prova ti prego a guardare
e dimmi se anche a te è parso
di ritrovare il tuo cuore.
14 ottobre 2006
Ci ho pensato...
Robin Hood era un eroe, rischiava la propria vita per ciò in cui credeva.
Robin Hood rubava ai veri ricchi per dare ai veri poveri.
Robin Hood, nonostante tutto RUBAVA.
Robin Hood, nonostante tutto... era un FUORI LEGGE!
Il fatto che un presidente del consiglio si proclami Robin Hood è un gesto di stupidità e di arroganza inaccettabile.
Ecco cosa ho pensato.
Prodi, sei riuscito a disgustarmi più in fretta di quanto avesse fatto Berlusconi (e anche lui aveva avuto tempi da record).
E adesso penso:
Come accidenti ne usciamo da questa situazione se alle elezioni ci costringono a fare sempre e solo il gioco dei due bussolotti?
Robin Hood rubava ai veri ricchi per dare ai veri poveri.
Robin Hood, nonostante tutto RUBAVA.
Robin Hood, nonostante tutto... era un FUORI LEGGE!
Il fatto che un presidente del consiglio si proclami Robin Hood è un gesto di stupidità e di arroganza inaccettabile.
Ecco cosa ho pensato.
Prodi, sei riuscito a disgustarmi più in fretta di quanto avesse fatto Berlusconi (e anche lui aveva avuto tempi da record).
E adesso penso:
Come accidenti ne usciamo da questa situazione se alle elezioni ci costringono a fare sempre e solo il gioco dei due bussolotti?
1 ottobre 2006
Religione...
Credo fortemente che Globalizzazione e Fanatismo Religioso non potranno convivere a lungo.. La prima farà esplodere o ridimensionare il secondo.
Credo che la religione, qualunque essa sia, laddove richiede professioni di fede, sia una forma di fanatismo.. E nella nostra religione, non meno che nelle altre, le professioni di fede sono davvero numerose.
Allora, per una volta, ben venga la globalizzazione se ci obbligherà al conftonto e se ci metterà dinnanzi ad una sola, unica e drammatica scelta: annientarci a vicenda o rinunciare tutti un po' al nostro fanatismo religioso.
Credo che ci vorranno ancora alcune migliaia di morti, ma infine prevarrà la seconda opzione.
Nell'avvicinarsi tra loro, le religioni non potranno non avvicinarsi anche all'uomo, alla terra e alla ragione.
Non ci saranno più arroganti e potenti (piccoli) uomini, ricoperti di velluto e di oro a proclamere la parola di un dio che non hanno mai conosciuto.
La fede non sarà più quella cosa fredda e distante, che ci chiede di credere in assurdi dogmi e di fare rinuncie in nome della salvezza.
Quando moriranno le piccole religioni, rimarrà una sola, grande Religione che ci spronerà a vivere la vita, a sfidare i nostri limiti, a rispettare noi stessi e il pianeta che ci ospita... e lo farà così bene da rendersi a poco a poco inutile e, infine, da sparire del tutto... lasciandoci finalmente liberi!
Credo che la religione, qualunque essa sia, laddove richiede professioni di fede, sia una forma di fanatismo.. E nella nostra religione, non meno che nelle altre, le professioni di fede sono davvero numerose.
Allora, per una volta, ben venga la globalizzazione se ci obbligherà al conftonto e se ci metterà dinnanzi ad una sola, unica e drammatica scelta: annientarci a vicenda o rinunciare tutti un po' al nostro fanatismo religioso.
Credo che ci vorranno ancora alcune migliaia di morti, ma infine prevarrà la seconda opzione.
Nell'avvicinarsi tra loro, le religioni non potranno non avvicinarsi anche all'uomo, alla terra e alla ragione.
Non ci saranno più arroganti e potenti (piccoli) uomini, ricoperti di velluto e di oro a proclamere la parola di un dio che non hanno mai conosciuto.
La fede non sarà più quella cosa fredda e distante, che ci chiede di credere in assurdi dogmi e di fare rinuncie in nome della salvezza.
Quando moriranno le piccole religioni, rimarrà una sola, grande Religione che ci spronerà a vivere la vita, a sfidare i nostri limiti, a rispettare noi stessi e il pianeta che ci ospita... e lo farà così bene da rendersi a poco a poco inutile e, infine, da sparire del tutto... lasciandoci finalmente liberi!
23 settembre 2006
Quindici anni
1991:
Gino Paoli cantava:
Eravamo quattro amici al bar
che volevano cambiare il mondo
destinati a qualche cosa in più
che a una donna ed un impiego in banca
si parlava con profondità di anarchia e di libertà
tra un bicchier di coca ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi farò.
Eravamo tre amici al bar
uno si è impiegato in una banca
si può fare molto pure in tre
mentre gli altri se ne stanno a casa
si parlava in tutta onestà di individui e solidarietà
tra un bicchier di vino ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi però.
Eravamo due amici al bar
uno è andato con la donna al mare
i più forti però siamo noi
qui non serve mica essere in tanti
si parlava con tenacità di speranze e possibilità
tra un bicchier di whisky ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi sarò.
Son rimasto io da solo al bar
gli altri sono tutti quanti a casa…
1991:
Quando io e i miei amici ascoltavamo questa canzone, avevamo vent’anni. Sorridevamo con sufficienza dinanzi al pessimismo di Gino Paoli: a noi non sarebbe successo. Noi eravamo diversi. Noi saremmo rimasti uniti. Noi avremmo davvero cambiato il mondo.
2006:
Ieri per radio è passata la stessa canzone mentre guidavo. Ho risentito quel testo che avevo praticamente dimenticato e… sulla strofa “Son rimasto io da solo al bar” sono scoppiato a piangere.
Gino Paoli cantava:
Eravamo quattro amici al bar
che volevano cambiare il mondo
destinati a qualche cosa in più
che a una donna ed un impiego in banca
si parlava con profondità di anarchia e di libertà
tra un bicchier di coca ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi farò.
Eravamo tre amici al bar
uno si è impiegato in una banca
si può fare molto pure in tre
mentre gli altri se ne stanno a casa
si parlava in tutta onestà di individui e solidarietà
tra un bicchier di vino ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi però.
Eravamo due amici al bar
uno è andato con la donna al mare
i più forti però siamo noi
qui non serve mica essere in tanti
si parlava con tenacità di speranze e possibilità
tra un bicchier di whisky ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi sarò.
Son rimasto io da solo al bar
gli altri sono tutti quanti a casa…
1991:
Quando io e i miei amici ascoltavamo questa canzone, avevamo vent’anni. Sorridevamo con sufficienza dinanzi al pessimismo di Gino Paoli: a noi non sarebbe successo. Noi eravamo diversi. Noi saremmo rimasti uniti. Noi avremmo davvero cambiato il mondo.
2006:
Ieri per radio è passata la stessa canzone mentre guidavo. Ho risentito quel testo che avevo praticamente dimenticato e… sulla strofa “Son rimasto io da solo al bar” sono scoppiato a piangere.
6 agosto 2006
Poesie - Abitudine
L'abitudine trasforma
il mistero inesplorato di un bosco
nella sicurezza di un sentiero
l'articolata natura di una città
in un percorso quotidiano di sole quattro strade
L'abitudine trasforma
la sfida del lavoro
nella noia spenta di una routine
il profondo universo di un'anima
in un ritratto statico e privo di vita
Vorrei non abituarmi mai
alla natura
alla mia città
al mio lavoro
alla mia donna
Vorrei non abituarmi mai
a me stesso
il mistero inesplorato di un bosco
nella sicurezza di un sentiero
l'articolata natura di una città
in un percorso quotidiano di sole quattro strade
L'abitudine trasforma
la sfida del lavoro
nella noia spenta di una routine
il profondo universo di un'anima
in un ritratto statico e privo di vita
Vorrei non abituarmi mai
alla natura
alla mia città
al mio lavoro
alla mia donna
Vorrei non abituarmi mai
a me stesso
28 luglio 2006
Pensare o SENTIRE?
A volte penso ciò che non vorrei
A volte non riconosco il mio pensiero come mio
A volte sono permeabile ai pensieri di qualcun altro
A volte entro in nuvole di pensiero che non condivido
A tratti mi ritrovo in un mondo che non mi appartiene
e al quale non vorrei appartenere
Con terrore, in quegli attimi, mi accorgo
di essere io ad appartenere al mio pensiero
e non lui a me
Sto iniziando a credere che il pensiero non nasca dall’interno
ma sia in buona parte assimilato dall’esterno!
E se il mio cervello non fosse un’officina
ma una spugna?
Allora sarei nelle mani della volontà: unico filtro tra le nuvole di pensiero esterne
e il mio pensiero interiore
La volontà allora sarebbe un setaccio
E chi muove il setaccio che deve filtrare il pensiero?
Non certo il pensiero stesso!
Credo che la mano che muove il setaccio
non stia nel cervello…
forse è nel cuore…
forse ancora più dentro.
Questa mano la chiamo il SENTIRE.
A volte non riconosco il mio pensiero come mio
A volte sono permeabile ai pensieri di qualcun altro
A volte entro in nuvole di pensiero che non condivido
A tratti mi ritrovo in un mondo che non mi appartiene
e al quale non vorrei appartenere
Con terrore, in quegli attimi, mi accorgo
di essere io ad appartenere al mio pensiero
e non lui a me
Sto iniziando a credere che il pensiero non nasca dall’interno
ma sia in buona parte assimilato dall’esterno!
E se il mio cervello non fosse un’officina
ma una spugna?
Allora sarei nelle mani della volontà: unico filtro tra le nuvole di pensiero esterne
e il mio pensiero interiore
La volontà allora sarebbe un setaccio
E chi muove il setaccio che deve filtrare il pensiero?
Non certo il pensiero stesso!
Credo che la mano che muove il setaccio
non stia nel cervello…
forse è nel cuore…
forse ancora più dentro.
Questa mano la chiamo il SENTIRE.
25 luglio 2006
Il Dentro
Il dentro risuona ancora di vecchie tempeste,
racconta di alberi e prati spettinati da antiche folate di vita.
Il dentro è ancora lì, lampeggia ma non si spegne,
quasi fosse il faro testardo del mio ultimo porto.
Il dentro, sgargiante raggio di sogno, squarcia l’oscurità assoluta
per rimettere ordine tra il cielo ed il mare mischiati nel buio.
Il dentro, caldo di antiche promesse è la voce di un genitore
ormai anziano e privo di attese, che mi dice soltanto
“io sono qui”
racconta di alberi e prati spettinati da antiche folate di vita.
Il dentro è ancora lì, lampeggia ma non si spegne,
quasi fosse il faro testardo del mio ultimo porto.
Il dentro, sgargiante raggio di sogno, squarcia l’oscurità assoluta
per rimettere ordine tra il cielo ed il mare mischiati nel buio.
Il dentro, caldo di antiche promesse è la voce di un genitore
ormai anziano e privo di attese, che mi dice soltanto
“io sono qui”
17 luglio 2006
Essere nessuno...
sul rogo l’ingegnere
sul rogo il fidanzato
sul rogo l’esploratore
sul rogo il formatore
sul rogo il fratello e il figlio
sul rogo il sognatore
sul rogo il bambino
sul rogo il ragazzo
sul rogo l’adulto
sul rogo tutti insieme
tenetevi per mano
tutti voi che sono stato
sul rogo state fermi
io soffierò sul fuoco
e vi brucerò con il mio amore
voi sarete solo cenere
io tornerò finalmente
ad essere nessuno!
sul rogo il fidanzato
sul rogo l’esploratore
sul rogo il formatore
sul rogo il fratello e il figlio
sul rogo il sognatore
sul rogo il bambino
sul rogo il ragazzo
sul rogo l’adulto
sul rogo tutti insieme
tenetevi per mano
tutti voi che sono stato
sul rogo state fermi
io soffierò sul fuoco
e vi brucerò con il mio amore
voi sarete solo cenere
io tornerò finalmente
ad essere nessuno!
16 luglio 2006
Poesie - Carta e penna
Dammi carta e penna, in ogni momento
nel freddo del vento
nel mistero della nebbia
nella spuma della tempesta
nella pioggia e nel gelo
dammi carta e penna, in ogni momento
nella solitudine di un rapporto
nella delusione di un piccolo uomo
nella paura di un passo
nella malinconia di un attimo passato
ma dammi ti prego carta e penna
anche nelle giornate di sole
anche dinanzi al suo sorriso
perché non solo i graffi
meritano di lasciare segni
sulla mia pelle.
nel freddo del vento
nel mistero della nebbia
nella spuma della tempesta
nella pioggia e nel gelo
dammi carta e penna, in ogni momento
nella solitudine di un rapporto
nella delusione di un piccolo uomo
nella paura di un passo
nella malinconia di un attimo passato
ma dammi ti prego carta e penna
anche nelle giornate di sole
anche dinanzi al suo sorriso
perché non solo i graffi
meritano di lasciare segni
sulla mia pelle.
13 luglio 2006
Questa sera...
Sono inseguito da un qualcosa in grado di dare un senso a questa mia vita...
Ma fuggo troppo veloce.
A volte temo
che questo qualcosa non mi raggiunga mai...
Molto più spesso sono terrorizzato
dall'ipotesi contraria.
Ma fuggo troppo veloce.
A volte temo
che questo qualcosa non mi raggiunga mai...
Molto più spesso sono terrorizzato
dall'ipotesi contraria.
6 luglio 2006
22 giugno 2006
La mia prima esperienza in chat
Sto aspettando una mail da una collega, è quasi l’una di notte… L’allegato è pesantissimo e certamente la mail è ingolfata nei meandri della rete.
Siedo davanti al PC e non so come ingannare il tempo: sono troppo stanco per lavorare…
Ed ecco l’idea: provo la chat! Mi tuffo in quel mondo affascinante del quale conosco poco o nulla…
Mi collego a YAHOO e mi accingo ad inventarmi un Nik… o meglio, a trovarne uno libero…
Dopo innumerevoli tentativi mi sovviene il topo dei fumetti: Geronimo Stilton!!! Uno dei miei idoli!!!
Per rispetto però entro con un cognome leggermente diverso: Geronimo Stinton.
Non faccio in tempo a chiedere:
“Ehi laggiù, chi chatta con me?”
Immediatamente vengo contattato dal moderatore della chat (tale Santa_Giorgino) che mi invita ad uscire e a cambiare Nik perché Geronimo Stinton non è consono!
Ecco il dialogo surreale che ne segue (il mio primo dialogo in chat…):
GeronimoStinton: Perchè non è consono?
santa_giorgino: perche' e'il nom di uno scrittore italiano tutelato dallalegge sullaprivacy
GeronimoStinton: no, è il nome di un fumetto... tipo Topo Gigio...
santa_giorgino: no
GeronimoStinton: davvero, te lo giuro!!!!
santa_giorgino: percortesia e'stato creato dallo scrittore
santa_giorgino: clicca su lascia lanave e registrati nuovamente
Per scrupolo controllo su Google e sul sito del fumetto… Stilton non è il nome dello scrittore ma di un formaggio…
GeronimoStinton: “Stilton is the name of a famous English cheese. It is a registered trademark of the Stilton Cheese Makers Association.”
GeronimoStinton: Non esiste nessun personaggio italiano che si chiama Geronimo Stinton....
GeronimoStinton: Anche il topo dei fumetti si chiama Stinton, non Stilton...
santa_giorgino: google non lo cita
GeronimoStinton: Mi sembra crudele accanirsi contro un topo!
Nel frattempo anche la Santa Giorgina fa le sue ricerche:
santa_giorgino: Hanno svaligiato l'ufficio di Geronimo Stilton (ma il Manifesto lo chiama Stinton con la n). postato da Klamm 14:48 |. La Ligue. Parlando dell'ultimo libro ...
Mi pare evidente che questo non significhi nulla, ma oramai è troppo tardi per lei per ammettere di avere sbagliato e insiste:
santa_giorgino: percortesia esci
GeronimoStinton: Va beh, ma questa è una violenza dettata dall'ignoranza. Non esco. Questione di principio!
…Poi come per magia, il mio schermo si fa buio… vengo buttato in una stanza della chat chiamata GABBIA… Dove sono dassolo, dove nessuno mi vede, dove nessuno mi ascolta…
GeronimoStinton: Fammi uscire di qui!!!!
GeronimoStinton: Mi pento!
GeronimoStinton: Ti prego!
GeronimoStinton: Sono un rifugiato politico!
GeronimoStinton: Un esule!
GeronimoStinton: Dai, Santa Giorgino... perchè incapponirsi contro un roditore...
GeronimoStinton: QUALCUNO MI AIUTIIIIII!!!!!!!
Tutto inutile. Rimarrò rinchiuso qui a vita.
Così finisce la mia avventura sulla chat.
Dura la vita per noi topi!
PS
Ho investigato: Santa_Giorgino è una donna di 55 anni, in chat da 3 anni, 8 mesi, 19 giorni, 13 ore, 37 minuti, 14 secondi e trova rappresentative della propria essenza frasi del tipo:
Soltanto chi e' divenuto sapiente attraverso l'amore
si libera dalla croce della causa e dell'effetto,
alla quale l'ignoranza l'aveva inchiodato.
Solo l'amore pone una fine alla catena delle rinascite
Non aggiungo altro e concludo con l’augurio alla Santa_Giorgino di reincontrarci in una prossima vita nella quale, ovviamente, avrà lei il ruolo del topo!
PPS
Questa minchia di mail ancora non è arrivata!!!!
Siedo davanti al PC e non so come ingannare il tempo: sono troppo stanco per lavorare…
Ed ecco l’idea: provo la chat! Mi tuffo in quel mondo affascinante del quale conosco poco o nulla…
Mi collego a YAHOO e mi accingo ad inventarmi un Nik… o meglio, a trovarne uno libero…
Dopo innumerevoli tentativi mi sovviene il topo dei fumetti: Geronimo Stilton!!! Uno dei miei idoli!!!
Per rispetto però entro con un cognome leggermente diverso: Geronimo Stinton.
Non faccio in tempo a chiedere:
“Ehi laggiù, chi chatta con me?”
Immediatamente vengo contattato dal moderatore della chat (tale Santa_Giorgino) che mi invita ad uscire e a cambiare Nik perché Geronimo Stinton non è consono!
Ecco il dialogo surreale che ne segue (il mio primo dialogo in chat…):
GeronimoStinton: Perchè non è consono?
santa_giorgino: perche' e'il nom di uno scrittore italiano tutelato dallalegge sullaprivacy
GeronimoStinton: no, è il nome di un fumetto... tipo Topo Gigio...
santa_giorgino: no
GeronimoStinton: davvero, te lo giuro!!!!
santa_giorgino: percortesia e'stato creato dallo scrittore
santa_giorgino: clicca su lascia lanave e registrati nuovamente
Per scrupolo controllo su Google e sul sito del fumetto… Stilton non è il nome dello scrittore ma di un formaggio…
GeronimoStinton: “Stilton is the name of a famous English cheese. It is a registered trademark of the Stilton Cheese Makers Association.”
GeronimoStinton: Non esiste nessun personaggio italiano che si chiama Geronimo Stinton....
GeronimoStinton: Anche il topo dei fumetti si chiama Stinton, non Stilton...
santa_giorgino: google non lo cita
GeronimoStinton: Mi sembra crudele accanirsi contro un topo!
Nel frattempo anche la Santa Giorgina fa le sue ricerche:
santa_giorgino: Hanno svaligiato l'ufficio di Geronimo Stilton (ma il Manifesto lo chiama Stinton con la n). postato da Klamm 14:48 |. La Ligue. Parlando dell'ultimo libro ...
Mi pare evidente che questo non significhi nulla, ma oramai è troppo tardi per lei per ammettere di avere sbagliato e insiste:
santa_giorgino: percortesia esci
GeronimoStinton: Va beh, ma questa è una violenza dettata dall'ignoranza. Non esco. Questione di principio!
…Poi come per magia, il mio schermo si fa buio… vengo buttato in una stanza della chat chiamata GABBIA… Dove sono dassolo, dove nessuno mi vede, dove nessuno mi ascolta…
GeronimoStinton: Fammi uscire di qui!!!!
GeronimoStinton: Mi pento!
GeronimoStinton: Ti prego!
GeronimoStinton: Sono un rifugiato politico!
GeronimoStinton: Un esule!
GeronimoStinton: Dai, Santa Giorgino... perchè incapponirsi contro un roditore...
GeronimoStinton: QUALCUNO MI AIUTIIIIII!!!!!!!
Tutto inutile. Rimarrò rinchiuso qui a vita.
Così finisce la mia avventura sulla chat.
Dura la vita per noi topi!
PS
Ho investigato: Santa_Giorgino è una donna di 55 anni, in chat da 3 anni, 8 mesi, 19 giorni, 13 ore, 37 minuti, 14 secondi e trova rappresentative della propria essenza frasi del tipo:
Soltanto chi e' divenuto sapiente attraverso l'amore
si libera dalla croce della causa e dell'effetto,
alla quale l'ignoranza l'aveva inchiodato.
Solo l'amore pone una fine alla catena delle rinascite
Non aggiungo altro e concludo con l’augurio alla Santa_Giorgino di reincontrarci in una prossima vita nella quale, ovviamente, avrà lei il ruolo del topo!
PPS
Questa minchia di mail ancora non è arrivata!!!!
20 giugno 2006
Come farò fallire le multinazionali delle lamette da barba...
Questa è la storia è ambientata in Cecoslovacchia e racconta del brevetto n. 91304: una strana invenzione che ha fatto il giro del mondo... un'invenzione descrivibile più o meno così: "la cavità d'un modellino di cartone della Grande Piramide di Cheope, se orientato secondo il campo magnetico terreste, può esercitare un'influenza sul filo d'una lametta da rasoio!"
Grazie a questa invenzione sto lentamente ma inesorabilmente portando sul lastrico le multinazionali della rasatura...
Karl Drbal era un ingegnere radio tecnico che è stato tra i pionieri della radio e della televisione in Cecoslovacchia. Ha dedicato quasi metà della sua vita alla teoria della “rigenerazione dell'energia”.
Egli presentò la richiesta di brevetto per questa singolare invenzione a Praga nel 1949; il brevetto venne concesso soltanto nel 1959!
Così l’ing. Drbal racconta la sua avventura:
“…nei dieci anni dell'attesa, fui costretto a sviluppare nuovi argomenti scientifici per spiegare come mai quell'oggetto estremamente semplice, privo di qualunque fonte visibile d'energia, potesse influenzare il filo d'una lametta da rasoio smussata dall'uso prolungato. […]
Mi applicai a studiare tutte le possibili relazioni di microonde, cosmiche e telluriche, tra la cavità risonante di un modellino della piramide di Cheope, costruito con materiale dielettrico (cartone o altro), e l'attività della struttura cristallina del filo della lametta da rasoio. Studiai inoltre la connessione del debolissimo campo magnetico terrestre, poiché una condizione del brevetto è che la lama deve venire posta con l'asse longitudinale nella direzione della componente orizzontale del campo magnetico terrestre.
[…] A poco a poco, durante i miei anni di lotta con gli esaminatori del brevetto, riuscii a ideare una teoria (o ipotesi) sull'energizzazione della cassa di risonanza del modellino piramidale ad opera delle microonde cosmiche (irradiate principalmente dal sole) con l'aiuto del campo magnetico terrestre. […]
Durante questo periodo, costruii un modello di cartoncino, « tipo Cheope », alto 8 cm, con i lati di base di cm 12,5, e lo presentai al più importante esaminatore, un eccellente specialista di metallurgia. Poiché il modellino funzionò nel modo più soddisfacente per un periodo di dieci anni, egli fu in grado di dimostrare, in base alla propria esperienza, che l'invenzione non era fasulla. Perciò si sentì obbligato a difenderla di fronte alla commissione. Sono sicuro che, senza l'aiuto di un esaminatore tanto onesto, lo «strano» brevetto n°91304 oggi non esisterebbe.
Il titolo del brevetto è il seguente: «Congegno per mantenere il filo di rasoi e lamette da rasoio ». (È specificato chiaramente che l'invenzione non è un AFFILATORE, bensì un RIGENERATORE).
L'ultimo capoverso della descrizione, comprendente le spiegazioni da me fornite per una maggiore comprensione delle mie ipotesi, e accettate dagli esaminatori, dice:
«…Nello spazio racchiuso da questa forma, ha inizio un processo automatico di rigenerazione influenzante il filo della lametta, e prodotto soltanto dalla detta cavità (questo significa che l'eccitazione della cavità è prodotto esclusivamente dal circostante campo cosmico e terrestre, cioè da campi elettrici, magnetici, elettromagnetici, gravitazionali, corpuscolari e forse da altri campi ed energie non ancora definiti). Questo processo, agendo sul filo della lametta mediante la produzione d'una diminuzione del numero di perturbazioni interne (dislocazioni provocate dal processo di rasatura) dei legami della struttura micro cristallina del filo (deve essere acciaio della migliore qualità), ha come risultato una RIGENERAZIONE del materiale del filo nella sua fine struttura cristallina…».
Quanto ho scritto più sopra comprende la parte principale dell'ipotesi da me sottoposta all'Ufficio Brevetti: il risultato fu che, dopo «solo» dieci anni di indagine e dopo la prova del funzionamento fornita da uno degli esaminatori, il brevetto mi venne concesso.”
Che ci crediate o no, è un mese che mi rado (barba e capelli) con una sola lametta!
Grazie a questa invenzione sto lentamente ma inesorabilmente portando sul lastrico le multinazionali della rasatura...
Karl Drbal era un ingegnere radio tecnico che è stato tra i pionieri della radio e della televisione in Cecoslovacchia. Ha dedicato quasi metà della sua vita alla teoria della “rigenerazione dell'energia”.
Egli presentò la richiesta di brevetto per questa singolare invenzione a Praga nel 1949; il brevetto venne concesso soltanto nel 1959!
Così l’ing. Drbal racconta la sua avventura:
“…nei dieci anni dell'attesa, fui costretto a sviluppare nuovi argomenti scientifici per spiegare come mai quell'oggetto estremamente semplice, privo di qualunque fonte visibile d'energia, potesse influenzare il filo d'una lametta da rasoio smussata dall'uso prolungato. […]
Mi applicai a studiare tutte le possibili relazioni di microonde, cosmiche e telluriche, tra la cavità risonante di un modellino della piramide di Cheope, costruito con materiale dielettrico (cartone o altro), e l'attività della struttura cristallina del filo della lametta da rasoio. Studiai inoltre la connessione del debolissimo campo magnetico terrestre, poiché una condizione del brevetto è che la lama deve venire posta con l'asse longitudinale nella direzione della componente orizzontale del campo magnetico terrestre.
[…] A poco a poco, durante i miei anni di lotta con gli esaminatori del brevetto, riuscii a ideare una teoria (o ipotesi) sull'energizzazione della cassa di risonanza del modellino piramidale ad opera delle microonde cosmiche (irradiate principalmente dal sole) con l'aiuto del campo magnetico terrestre. […]
Durante questo periodo, costruii un modello di cartoncino, « tipo Cheope », alto 8 cm, con i lati di base di cm 12,5, e lo presentai al più importante esaminatore, un eccellente specialista di metallurgia. Poiché il modellino funzionò nel modo più soddisfacente per un periodo di dieci anni, egli fu in grado di dimostrare, in base alla propria esperienza, che l'invenzione non era fasulla. Perciò si sentì obbligato a difenderla di fronte alla commissione. Sono sicuro che, senza l'aiuto di un esaminatore tanto onesto, lo «strano» brevetto n°91304 oggi non esisterebbe.
Il titolo del brevetto è il seguente: «Congegno per mantenere il filo di rasoi e lamette da rasoio ». (È specificato chiaramente che l'invenzione non è un AFFILATORE, bensì un RIGENERATORE).
L'ultimo capoverso della descrizione, comprendente le spiegazioni da me fornite per una maggiore comprensione delle mie ipotesi, e accettate dagli esaminatori, dice:
«…Nello spazio racchiuso da questa forma, ha inizio un processo automatico di rigenerazione influenzante il filo della lametta, e prodotto soltanto dalla detta cavità (questo significa che l'eccitazione della cavità è prodotto esclusivamente dal circostante campo cosmico e terrestre, cioè da campi elettrici, magnetici, elettromagnetici, gravitazionali, corpuscolari e forse da altri campi ed energie non ancora definiti). Questo processo, agendo sul filo della lametta mediante la produzione d'una diminuzione del numero di perturbazioni interne (dislocazioni provocate dal processo di rasatura) dei legami della struttura micro cristallina del filo (deve essere acciaio della migliore qualità), ha come risultato una RIGENERAZIONE del materiale del filo nella sua fine struttura cristallina…».
Quanto ho scritto più sopra comprende la parte principale dell'ipotesi da me sottoposta all'Ufficio Brevetti: il risultato fu che, dopo «solo» dieci anni di indagine e dopo la prova del funzionamento fornita da uno degli esaminatori, il brevetto mi venne concesso.”
Che ci crediate o no, è un mese che mi rado (barba e capelli) con una sola lametta!
15 giugno 2006
Impronte sul pianeta terra
"L'impronta ecologica rappresenta il carico ambientale di una popolazione attraverso gli ettari di terreno che servono a sostenerne i consumi di ciascun individuo."
Possiamo immaginare la terra suddivisa in tanti appezzamenti di terreno, destinati ciascuno a sostenere la vita di un suo singolo abitante.
Una distribuzione equa delle risorse richiederebbe un terreno di circa 1,9 ettari a testa...
Ma, indovina un po'? Il terreno utilizzato da uno statunitense è grande circa 10 ettari, quello di un italiano 3,8 ettari, quello di un indiano neppure un ettaro.
Questi appezzamenti di terreni sono divisi da steccati, e i nostri stili di vita (i nostri consumi di risorse) hanno il potere di spostare lo steccato più in là, occupando il terreno di altri, così come possono rimpicciolire il nostro podere liberando spazio vitale...
Gandhi disse: "La terra può produrre abbastanza per il bisogno di tutti, ma non abbastanza per l'ingordigia di alcuni"...
Quello che osserviamo oggi è che la terra è già troppo piccola per i consumi complessivi dell'umanità odierna. Abbiamo spinto i nostri steccati verso sempre nuovi terreni sfruttandone la quasi totalità.
Inoltre l'utilizzo di risorse non rinnovabili ci porta metaforicamente ad occupare anche il terreno riservato ai nostri nipoti!
E non ce l'ho con Bush o con le multinazionali... no, oggi ce l'ho con me stesso e con la mia incapacità di rinunciare a qualche piccola comodità o a qualche segno di potere pur di liberare qualche metro quadrato di risorse vitali per chi oggi è costretto a vivere in punta di piedi e per chi domani dovrà sopravvivere sul pianeta che noi abbiamo depredato.
Possiamo immaginare la terra suddivisa in tanti appezzamenti di terreno, destinati ciascuno a sostenere la vita di un suo singolo abitante.
Una distribuzione equa delle risorse richiederebbe un terreno di circa 1,9 ettari a testa...
Ma, indovina un po'? Il terreno utilizzato da uno statunitense è grande circa 10 ettari, quello di un italiano 3,8 ettari, quello di un indiano neppure un ettaro.
Questi appezzamenti di terreni sono divisi da steccati, e i nostri stili di vita (i nostri consumi di risorse) hanno il potere di spostare lo steccato più in là, occupando il terreno di altri, così come possono rimpicciolire il nostro podere liberando spazio vitale...
Gandhi disse: "La terra può produrre abbastanza per il bisogno di tutti, ma non abbastanza per l'ingordigia di alcuni"...
Quello che osserviamo oggi è che la terra è già troppo piccola per i consumi complessivi dell'umanità odierna. Abbiamo spinto i nostri steccati verso sempre nuovi terreni sfruttandone la quasi totalità.
Inoltre l'utilizzo di risorse non rinnovabili ci porta metaforicamente ad occupare anche il terreno riservato ai nostri nipoti!
E non ce l'ho con Bush o con le multinazionali... no, oggi ce l'ho con me stesso e con la mia incapacità di rinunciare a qualche piccola comodità o a qualche segno di potere pur di liberare qualche metro quadrato di risorse vitali per chi oggi è costretto a vivere in punta di piedi e per chi domani dovrà sopravvivere sul pianeta che noi abbiamo depredato.
30 maggio 2006
Poesie - Amico
Ti chiedo utopia
l’utopia di chi seduto nel silenzio
ode i passi dei diversi domani che potranno arrivare
e sa osservare il passato
e percepire il presente
e fa spazio dentro di se all’unico domani
il cui passo è armonioso e sicuro
Ti chiedo coraggio
il coraggio di chi posa una pietra, la prima
là dove ha sognato la propria dimora
il coraggio di chi a sera con sincerità
conta i passi fatti verso il suo sogno
Ti chiedo infine fede
la fede di chi, sa sedersi
e aspettare
la fede di chi crede incrollabilmente
in due saggi alleati
il ciclico incedere della Natura
il guizzante genio della Vita
l’utopia di chi seduto nel silenzio
ode i passi dei diversi domani che potranno arrivare
e sa osservare il passato
e percepire il presente
e fa spazio dentro di se all’unico domani
il cui passo è armonioso e sicuro
Ti chiedo coraggio
il coraggio di chi posa una pietra, la prima
là dove ha sognato la propria dimora
il coraggio di chi a sera con sincerità
conta i passi fatti verso il suo sogno
Ti chiedo infine fede
la fede di chi, sa sedersi
e aspettare
la fede di chi crede incrollabilmente
in due saggi alleati
il ciclico incedere della Natura
il guizzante genio della Vita
26 maggio 2006
Saliscendi o scendisali?
Nei pressi di Roma… percorri la cosidetta 'Via dei Laghi' (sulla strada per i Colli Romani). Quando giungi a un quadrivio, prendi la strada a destra, per 'Ariccia'. All'inizio troverai una discesa, dopodichè inizia una 'salita'.
Rallenta, metti l’auto in folle e osserva cosa accade… La tua auto scenderà la salita!! Ovvero procederà in salita senza l’ausilio del motore!!! Il fenomeno si manifesta in un breve tratto (poco più di 100 metri).
Terminata la salita, fai inversione e accingiti a ripercorrerla in discesa, sempre con l’auto in folle… La tua auto si fermerà senza frenare in piena discesa!!
Rallenta, metti l’auto in folle e osserva cosa accade… La tua auto scenderà la salita!! Ovvero procederà in salita senza l’ausilio del motore!!! Il fenomeno si manifesta in un breve tratto (poco più di 100 metri).
Terminata la salita, fai inversione e accingiti a ripercorrerla in discesa, sempre con l’auto in folle… La tua auto si fermerà senza frenare in piena discesa!!
Tu hai ragione... io ho torto
Se la tua vita scorre lineare
sulle rotaie della logica e della razionalità..
Se i tuoi sogni suscitano consenso
e i tuoi progetti riscuotono approvazione..
Se hai amici, familiari e parenti che danzano con te
sulle stesse note della tua canzone..
Allora non perdere tempo con me!
Tu abbracci la luce del giorno
io esploro a tentoni la notte
Tu hai catturato la realtà
io sono prigioniero dell’utopia
Tu hai trovato le risposte
io sono inseguito da sempre nuove domande
Tu hai la solida terra sotto ai piedi
io due inutili ali di piombo cucite sulle spalle
Tu hai ragione e io ho torto.
Sì, io ho torto.
E ora tu smetterai di leggermi pensando:
“è un pazzo, ha torto”
E’ proprio così che sono rimasto solo
un po’ alla volta.
Tu hai ragione
e io ho torto.
sulle rotaie della logica e della razionalità..
Se i tuoi sogni suscitano consenso
e i tuoi progetti riscuotono approvazione..
Se hai amici, familiari e parenti che danzano con te
sulle stesse note della tua canzone..
Allora non perdere tempo con me!
Tu abbracci la luce del giorno
io esploro a tentoni la notte
Tu hai catturato la realtà
io sono prigioniero dell’utopia
Tu hai trovato le risposte
io sono inseguito da sempre nuove domande
Tu hai la solida terra sotto ai piedi
io due inutili ali di piombo cucite sulle spalle
Tu hai ragione e io ho torto.
Sì, io ho torto.
E ora tu smetterai di leggermi pensando:
“è un pazzo, ha torto”
E’ proprio così che sono rimasto solo
un po’ alla volta.
Tu hai ragione
e io ho torto.
12 maggio 2006
Poesie Rubate - Come un gabbiano
Non so dove i Gabbiani abbiano il nido
Dove trovino pace…
Io sono come loro,
in perpetuo volo.
La Vita la sfioro
Com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi,
amo la Quiete
la Gran Quiete Marina.
Ma il mio Destino è Vivere
Balenando in Burrasca.
V. Cardarelli
Dove trovino pace…
Io sono come loro,
in perpetuo volo.
La Vita la sfioro
Com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi,
amo la Quiete
la Gran Quiete Marina.
Ma il mio Destino è Vivere
Balenando in Burrasca.
V. Cardarelli
30 aprile 2006
Nevrosi umana (Parte 5)
No, non mi sono dimenticato che per ora mi sono limitato a criticare un modello comportamentale e che il mio intervento non è stato granchè costruttivo. Eppure ancora non siamo pronti per ricostruire…
Riassumiamo quanto detto: abbiamo ipotizzato (dati psedo-statistici alla mano) una sensazione di insicurezza, ansia, insoddisfazione, infelicità, inquietudine essere alla base di tutti (o quasi) i comportamenti umani (il PROBLEMA).
Abbiamo osservato come le CAUSE di questo problema, troppo spesso vengano cercate all’esterno del nostro essere.
La conseguenza è che le SOLUZIONI escogitate (riconducibili a denaro, successo, potere… ma anche ideali, impegno, lotta etc.) sono assolutamente inefficaci.
Gli OBIETTIVI di benessere allora sembrano raggiunti solo per brevi attimi e poi ci sfuggono costringendoci a continue rincorse.
Rivediamo il tutto da una prospettiva leggermente diversa… che ne è del nostro benessere?
Diamo una Definizione:
Assunto per corretto i QUADRATO ESISTENZIALE tracciato al post 3, il BENESSERE UMANO (b) è una funzione lineare in n variabili (esterne a noi) così definita:
b = [a x (Denaro)] x [b x (Successo)] x [g x (Vita sociale)] x [d x (Amore)] x [e x (Lavoro)] x [f x (Automobile)] x…
- Le variabili non sono del tutto indipendenti dato che la variabile Denaro sembra avere una correlazione diretta con tutte le altre.
- a, b, g, d, e, f… sono dei coefficienti correttivi personali e soggettivi il cui valore è sempre positivo (data la correlazione del punto sopra, generalmente il coefficiente a è molto maggiore degli altri).
Da questa definizione, consegue in maniera logica che:
Condizione necessaria e sufficiente affinché il BENESSERE sia maggiore di zero è che siano maggiori di zero tutte le variabili indipendenti che lo definiscono.
Tenere sotto controllo tutto questo è davvero faticoso!
…Come possiamo mantenere la funzione del BENESSERE maggiore di zero?
Il numero n delle variabili che definiscono (b) è generalmente troppo alto per esercitare un efficace controllo su di esse. Alla fine ci rendiamo conto che il tutto non dipende direttamente da noi… L’andamento passato di (b) è stato determinato da eventi esterni del tutto casuali che, per le leggi stocastiche, tenderanno a ripetersi identici nel futuro.
…concludiamo che l’andamento della funzione del BENESSERE nel futuro, tenderà a riprodurre fedelmente l’andamento registrato nel passato. Ripeto: ci convinciamo che non esiste motivo logico per il quale l’andamento futuro della curva del benessere debba scostarsi dall’andamento passato.
Da qui è immediato concludere che:
Il Passato è di fondamentale importanza: è necessario ancorarsi alle esperienze passate, ricordare ciò che ci ha fatto soffrire e ripetere schemi e comportamenti a noi noti per mettersi al riparo dagli eventi futuri che potrebbero influenzare l’andamento della nostra funzione b.
Il Presente non ha alcuna importanza: l’impegno nell’attività di proiezione e prevenzione è tale da rendere assolutamente inopportuno sprecare energia per vivere il Presente.
Riassumiamo quanto detto: abbiamo ipotizzato (dati psedo-statistici alla mano) una sensazione di insicurezza, ansia, insoddisfazione, infelicità, inquietudine essere alla base di tutti (o quasi) i comportamenti umani (il PROBLEMA).
Abbiamo osservato come le CAUSE di questo problema, troppo spesso vengano cercate all’esterno del nostro essere.
La conseguenza è che le SOLUZIONI escogitate (riconducibili a denaro, successo, potere… ma anche ideali, impegno, lotta etc.) sono assolutamente inefficaci.
Gli OBIETTIVI di benessere allora sembrano raggiunti solo per brevi attimi e poi ci sfuggono costringendoci a continue rincorse.
Rivediamo il tutto da una prospettiva leggermente diversa… che ne è del nostro benessere?
Diamo una Definizione:
Assunto per corretto i QUADRATO ESISTENZIALE tracciato al post 3, il BENESSERE UMANO (b) è una funzione lineare in n variabili (esterne a noi) così definita:
b = [a x (Denaro)] x [b x (Successo)] x [g x (Vita sociale)] x [d x (Amore)] x [e x (Lavoro)] x [f x (Automobile)] x…
- Le variabili non sono del tutto indipendenti dato che la variabile Denaro sembra avere una correlazione diretta con tutte le altre.
- a, b, g, d, e, f… sono dei coefficienti correttivi personali e soggettivi il cui valore è sempre positivo (data la correlazione del punto sopra, generalmente il coefficiente a è molto maggiore degli altri).
Da questa definizione, consegue in maniera logica che:
Condizione necessaria e sufficiente affinché il BENESSERE sia maggiore di zero è che siano maggiori di zero tutte le variabili indipendenti che lo definiscono.
Tenere sotto controllo tutto questo è davvero faticoso!
…Come possiamo mantenere la funzione del BENESSERE maggiore di zero?
Il numero n delle variabili che definiscono (b) è generalmente troppo alto per esercitare un efficace controllo su di esse. Alla fine ci rendiamo conto che il tutto non dipende direttamente da noi… L’andamento passato di (b) è stato determinato da eventi esterni del tutto casuali che, per le leggi stocastiche, tenderanno a ripetersi identici nel futuro.
…concludiamo che l’andamento della funzione del BENESSERE nel futuro, tenderà a riprodurre fedelmente l’andamento registrato nel passato. Ripeto: ci convinciamo che non esiste motivo logico per il quale l’andamento futuro della curva del benessere debba scostarsi dall’andamento passato.
Da qui è immediato concludere che:
Il Passato è di fondamentale importanza: è necessario ancorarsi alle esperienze passate, ricordare ciò che ci ha fatto soffrire e ripetere schemi e comportamenti a noi noti per mettersi al riparo dagli eventi futuri che potrebbero influenzare l’andamento della nostra funzione b.
Il Presente non ha alcuna importanza: l’impegno nell’attività di proiezione e prevenzione è tale da rendere assolutamente inopportuno sprecare energia per vivere il Presente.
Nevrosi umana (Parte 4) - La centesima scimmia
Tratto da Life Tide (L'onda della vita), di Lyall Watson.
"Il comportamento della scimmia giapponese Macaca Fuscata è stato intensamente studiato dagli etologi per più di trent'anni, osservando un certo numero di colonie selvagge. Una di queste colonie viveva isolata sull'isola di Koshima, di fronte alla costa occidentale di Kyushu, dove nel 1952 l'uomo fornì alle scimmie una spinta evolutiva: delle patate dolci gettate sulla sabbia. Erano stati approntati una serie di posti di osservazione, nei punti d'incontro del territorio del gruppo. Abitualmente le giovani scimmie imparano le abitudini alimentari dalle madri, che insegnano loro cosa mangiare e come comportarsi con il cibo stesso. In questo gruppo di macachi si era sviluppata una complessa tradizione che comprendeva germogli, frutti, foglie, gemme, di centinaia di specie di piante. Perciò essi avvicinarono le nuove scorte di cibo 'artificiale', ma nulla nel loro repertorio li rendeva capaci di trattare con patate dolci selvatiche, coperte di sabbia. A un certo punto Imo, una femmina di diciotto mesi, risolse il problema, portando le patate giù verso il torrente e lavandole prima di mangiarle. Comparata con le conoscenze già acquisite da queste scimmie, questa era una vera rivoluzione culturale. Richiedeva astrazione e una deliberata manipolazione di parecchi parametri rispetto all'ambiente. Invertendo la normale tendenza, fu la giovane Imo a insegnare alla propria madre il trucco. Lo insegnò anche ai suoi compagni di gioco che, a loro volta, lo insegnarono ai loro genitori. Piano piano, la nuova cultura si sparse attraverso la colonia, e ogni passaggio ebbe luogo in piena vista degli osservatori. Nel 1958, tutti i giovani lavavano il cibo sporco, ma i soli adulti, (più vecchi di cinque anni) che adottavano le novità, erano quelli che l'avevano imparata dai figli. Poi successe qualcosa di straordinario: nell'autunno di quell'anno, un numero imprecisato di scimmie di Khosima lavava le patate dolci nel mare, perché Imo aveva fatto l'ulteriore scoperta che l'acqua salata non solo puliva il cibo ma gli dava un interessante nuovo sapore. Era un martedì quando gli etologi osservarono questo fenomeno: un certo numero di scimmie, diciamo 99, per rendere l'evento più chiaro, era sulla riva alle undici di quella mattina, quella stessa sera tutte le scimmie dell'isola avevano iniziato a lavare in mare le patate!
Possiamo immaginare che, raggiunta una certa massa critica, una centesima scimmia si sia aggregata al gruppo che lavava le patate provocando un drammatico cambio di comportamento nell'intera comunità. Non solo, il comportamento aveva in qualche modo superato le barriere naturali ed era apparso spontaneamente in colonie su altre isole e pure sulla terraferma, in un gruppo a Takasakiyama."
Morale: cambiando i nostri pensieri, emozioni e comportamenti, possiamo portare rivoluzionari (e pacifici) cambiamenti sul pianeta.
Mi piace pensare, ogni mattina che forse là fuori ci sono 99 scimmie che aspettano la centesima per cambiare il mondo...
E se fossi io la centesima scimmia?
"Il comportamento della scimmia giapponese Macaca Fuscata è stato intensamente studiato dagli etologi per più di trent'anni, osservando un certo numero di colonie selvagge. Una di queste colonie viveva isolata sull'isola di Koshima, di fronte alla costa occidentale di Kyushu, dove nel 1952 l'uomo fornì alle scimmie una spinta evolutiva: delle patate dolci gettate sulla sabbia. Erano stati approntati una serie di posti di osservazione, nei punti d'incontro del territorio del gruppo. Abitualmente le giovani scimmie imparano le abitudini alimentari dalle madri, che insegnano loro cosa mangiare e come comportarsi con il cibo stesso. In questo gruppo di macachi si era sviluppata una complessa tradizione che comprendeva germogli, frutti, foglie, gemme, di centinaia di specie di piante. Perciò essi avvicinarono le nuove scorte di cibo 'artificiale', ma nulla nel loro repertorio li rendeva capaci di trattare con patate dolci selvatiche, coperte di sabbia. A un certo punto Imo, una femmina di diciotto mesi, risolse il problema, portando le patate giù verso il torrente e lavandole prima di mangiarle. Comparata con le conoscenze già acquisite da queste scimmie, questa era una vera rivoluzione culturale. Richiedeva astrazione e una deliberata manipolazione di parecchi parametri rispetto all'ambiente. Invertendo la normale tendenza, fu la giovane Imo a insegnare alla propria madre il trucco. Lo insegnò anche ai suoi compagni di gioco che, a loro volta, lo insegnarono ai loro genitori. Piano piano, la nuova cultura si sparse attraverso la colonia, e ogni passaggio ebbe luogo in piena vista degli osservatori. Nel 1958, tutti i giovani lavavano il cibo sporco, ma i soli adulti, (più vecchi di cinque anni) che adottavano le novità, erano quelli che l'avevano imparata dai figli. Poi successe qualcosa di straordinario: nell'autunno di quell'anno, un numero imprecisato di scimmie di Khosima lavava le patate dolci nel mare, perché Imo aveva fatto l'ulteriore scoperta che l'acqua salata non solo puliva il cibo ma gli dava un interessante nuovo sapore. Era un martedì quando gli etologi osservarono questo fenomeno: un certo numero di scimmie, diciamo 99, per rendere l'evento più chiaro, era sulla riva alle undici di quella mattina, quella stessa sera tutte le scimmie dell'isola avevano iniziato a lavare in mare le patate!
Possiamo immaginare che, raggiunta una certa massa critica, una centesima scimmia si sia aggregata al gruppo che lavava le patate provocando un drammatico cambio di comportamento nell'intera comunità. Non solo, il comportamento aveva in qualche modo superato le barriere naturali ed era apparso spontaneamente in colonie su altre isole e pure sulla terraferma, in un gruppo a Takasakiyama."
Morale: cambiando i nostri pensieri, emozioni e comportamenti, possiamo portare rivoluzionari (e pacifici) cambiamenti sul pianeta.
Mi piace pensare, ogni mattina che forse là fuori ci sono 99 scimmie che aspettano la centesima per cambiare il mondo...
E se fossi io la centesima scimmia?
Nevrosi umana (Parte 3)
E’ innegabile che non tutte le persone ricorrono alla soluzione magica del denaro. Ci sono persone assolutamente non attratte da questa “illusione”, persone che si pongono in contro tendenza rispetto alla società, che lottano per ideali o idee diverse. E’ vero. E’ una fortuna e una grande ricchezza.
Queste persone sono ogni giorno di più e presto raggiungeranno la massa critica sufficiente per cambiare la società…
Ma sono costretto a questo punto a spingermi in un’altra riflessione. Riflessione che faccio con il massimo rispetto e la massima consapevolezza, essendo nata non dall’osservazione di fenomeni esterni, ma dalla comprensione dei miei personali fenomeni interiori.
Sentirsi speciali, schierarsi a favore di un’ideale, avere un avversario col quale misurarsi, dedicarsi al prossimo o ad una giusta causa… non possono essere “SOLUZIONI magiche” al PROBLEMA esistenziale del quale stiamo parlando? Possono avere qualcosa in comune con la SOLUZIONE denaro/successo?
E a porsi la domanda è una persona (il sottoscritto) che nella sua vita, ha pensato di fare il missionario, poi il terapeuta, poi il guru, poi l’alternativo, poi…
…poi ha riconosciuto in tutto questo la ricerca nevrotica di una SOLUZIONE magica al proprio PROBLEMA esistenziale.
Insomma anche chi adotta questi comportamenti apparentemente lodevoli, può farlo per motivazioni non cristalline… non c’è nulla di male, ma si sta commettendo ancora una volta un errore nell’identificare le CAUSE: le si stanno nuovamente ponendo fuori di noi, nella società, nell’ingiustizia, nell’inquinamento, nella guerra o nella fame del mondo.
Qui cammino su un campo minato e spero di cuore di non essere frainteso: tutte queste cose sono assolutamente da affrontare, il guaio è quando ci illudiamo di risolvere il nostro PROBLEMA esistenziale facendo la crociata contro qualcosa che sta fuori di noi.
E’ una SOLUZIONE irreale, rincorre CAUSE inesatte e come tale non può portarci al raggiungimento stabile e soddisfacente dei nostri OBIETTIVI.
Temo che non saranno queste persone a concorrere al raggiungimento della massa critica sufficiente per cambiare la società. Già perché l’energia di queste persone è comunque un’energia di mancanza, di lotta, di risentimento… e non un’energia di abbondanza, di pace e di amore.
Il loro cuore urla, ma il mondo ne ha già abbastanza di cuori che urlano… sta aspettando dei cuori capaci di cantare. Di agire cantando.
E le persone che hanno il cuore che canta, anche mentre affrontano l’ingiustizia o mentre perseguono un loro ideale, non ce ne è tantissime. Ma devono crescere e lo stanno facendo ogni giorno.
Lo conoscete il fenomeno della “centesima scimmia”?
Queste persone sono ogni giorno di più e presto raggiungeranno la massa critica sufficiente per cambiare la società…
Ma sono costretto a questo punto a spingermi in un’altra riflessione. Riflessione che faccio con il massimo rispetto e la massima consapevolezza, essendo nata non dall’osservazione di fenomeni esterni, ma dalla comprensione dei miei personali fenomeni interiori.
Sentirsi speciali, schierarsi a favore di un’ideale, avere un avversario col quale misurarsi, dedicarsi al prossimo o ad una giusta causa… non possono essere “SOLUZIONI magiche” al PROBLEMA esistenziale del quale stiamo parlando? Possono avere qualcosa in comune con la SOLUZIONE denaro/successo?
E a porsi la domanda è una persona (il sottoscritto) che nella sua vita, ha pensato di fare il missionario, poi il terapeuta, poi il guru, poi l’alternativo, poi…
…poi ha riconosciuto in tutto questo la ricerca nevrotica di una SOLUZIONE magica al proprio PROBLEMA esistenziale.
Insomma anche chi adotta questi comportamenti apparentemente lodevoli, può farlo per motivazioni non cristalline… non c’è nulla di male, ma si sta commettendo ancora una volta un errore nell’identificare le CAUSE: le si stanno nuovamente ponendo fuori di noi, nella società, nell’ingiustizia, nell’inquinamento, nella guerra o nella fame del mondo.
Qui cammino su un campo minato e spero di cuore di non essere frainteso: tutte queste cose sono assolutamente da affrontare, il guaio è quando ci illudiamo di risolvere il nostro PROBLEMA esistenziale facendo la crociata contro qualcosa che sta fuori di noi.
E’ una SOLUZIONE irreale, rincorre CAUSE inesatte e come tale non può portarci al raggiungimento stabile e soddisfacente dei nostri OBIETTIVI.
Temo che non saranno queste persone a concorrere al raggiungimento della massa critica sufficiente per cambiare la società. Già perché l’energia di queste persone è comunque un’energia di mancanza, di lotta, di risentimento… e non un’energia di abbondanza, di pace e di amore.
Il loro cuore urla, ma il mondo ne ha già abbastanza di cuori che urlano… sta aspettando dei cuori capaci di cantare. Di agire cantando.
E le persone che hanno il cuore che canta, anche mentre affrontano l’ingiustizia o mentre perseguono un loro ideale, non ce ne è tantissime. Ma devono crescere e lo stanno facendo ogni giorno.
Lo conoscete il fenomeno della “centesima scimmia”?
Nevrosi umana (Parte 2)
Dicevamo che occorre ora disegnare il QUADRATO ESISTENZIALE dell’essere umano e verificare la correttezza dei legami causa – effetto in esso sottesi.
Ipotesi: non avendo la conoscenza necessaria e non ritenendo corretto effettuare generalizzazioni troppo ampie, scegliamo di concentrarci su quella minoranza dell’umanità che meglio conosciamo ossia su coloro i quali partecipano consciamente o inconsciamente alla rincorsa al denaro. Parliamo cioè di chi vive nella nostra società cosiddetta capitalistica. Insomma… parliamo di noi!
1. PROBLEMI - Quali sono i PROBLEMI che affliggono questo spicchio di genere umano?
Insicurezza, ansia, insoddisfazione, infelicità, inquietudine… e a chi mi dice “non è vero, io sono immune da tutto questo” chiedo di passare un’ora in solitudine in una stanza, in silenzio e senza alcuno stimolo… generalmente questo è sufficiente per riconoscere che alcune delle emozioni sopra citate fanno parte della nostra vita. Magari siamo talmente rapidi da lasciarle quasi sempre alle nostre spalle, ma appena rallentiamo esse ci raggiungono.
Che lo vediamo o no, questo è, nella mia esperienza, il grande problema dell’essere umano.
2. CAUSE - Quali sono le CAUSE che riteniamo alla base di questo PROBLEMA?
Generalmente ci diciamo: starò meglio quando avrò quella cosa, quando raggiungerò quel traguardo, quando sarò accettato da quella persona, quando sarò riconosciuto da quel gruppo di persone… Insomma le cause sembrano essere riconducibili a:
“Non ho abbastanza”
“Non sono abbastanza (gli altri non mi vedono, approvano e amano abbastanza)”
3. SOLUZIONI - Se questo è vero, risulta automatico individuare la soluzione: il DENARO.
“Con molto denaro potrò avere quello che voglio, potrò apparire nella maniera migliore; sarò visto, accettato e amato!”. Il denaro richiede un grande impegno sia per guadagnarlo che per utilizzarlo nella maniera migliore.
4. OBIETTIVI - La caccia al denaro e l’applicazione nell’utilizzarlo al meglio ci chiedono tantissime energie, ci fanno correre dalla mattina alla sera… ci fanno lasciare indietro il nostro PROBLEMA (insicurezza, ansia, insoddisfazione, infelicità, inquietudine). In realtà dunque la SOLUZIONE generalmente adottata non risolve il PROBLEMA ma ha comunque un effetto lenitivo:
lo tampona con momentanee illusioni e fugaci soddisfazioni
lo tiene a distanza impegnando la nostra mente, le nostre energie e il nostro tempo.
Il quadrato esistenziale così disegnato ci appare aderente alla realtà, o meglio all’irrealtà, delle convinzioni comunemente condivise.
Parliamo di “irrealtà” perché riteniamo che in questo modello vi siano errori, fraintendimenti e illusioni.
Le analizziamo nel seguito
__________________________________________
I PROBLEMI esistenziali fanno parte della natura umana eppure vengono troppo spesso evitati, negati o rimossi.
La natura umana prescrive per ciascuno di noi un viaggio attraverso vallate oscure frammezzate da colline, montagne e vette assolate. Abbiamo una libertà totale nel definire l’itinerario i suoi tempi e i luoghi di sosta. Al limite siamo addirittura liberi di scegliere di non muoverci per lunghi periodi (intere vite).
E’ però evidente che se rifiutiamo sistematicamente di scendere dalle alture e di attraversare le valli, il nostro cammino sarà circoscritto ad un territorio limitato. Vivremo allora in una sorta di area protetta nella quale ci sembrerà di avere il controllo quasi assoluto della situazione. La contropartita è che esploreremo solo una minima parte del territorio che è a noi accessibile.
Allora quella sensazione di insicurezza, ansia, insoddisfazione, infelicità, inquietudine di cui stiamo parlando, potrebbe non essere altro che il sottile richiamo delle vallate oscure e degli sconfinati territori (del nostro essere) che chiedono di essere esplorati.
In questa ottica il malessere che abbiamo identificato come il PROBLEMA di questo spicchio di Umanità, avrebbe la sua origine all’interno della persona e non all’esterno.
__________________________________________
Quindi le CAUSE del problema andrebbero cercate anch’esse all’interno: nelle valli oscure e nei territori inesplorati del nostro essere. Ma l’esplorazione interiore ci fa paura, forse ci porterebbe a contatto con situazioni dolorose. Ed ecco allora la tentazione di cercare in un’altra direzione: all’esterno.
“Non è la valle oscura dentro di me che mi chiama ma la vetta là fuori! Starò bene quando avrò raggiunto quella vetta: quando possiederò quella cosa, quando raggiungerò quel traguardo, quando sarò visto, accettato, amato da quella o quelle persone.”
Ed ecco che il percorso di rimozione o soluzione dei PROBLEMI passa attraverso un’individuazione conscia o inconscia (collettiva o sociale) di false CAUSE esterne, sulle quali sia possibile avere il controllo. Ben più difficile e “pericoloso” sarebbe accettare e controllare CAUSE con genesi interiore.
Bene… preso per buono quanto detto sarebbe onesto da parte nostra spiegare quali siano allora le CAUSE reali interiori del PROBLEMA in questione. Assolutamente sì, ma lo faremo più tardi… Siamo ancora impegnati nella fase di distruzione e preferiamo ricostruire tutto alla fine.
__________________________________________
Il passaggio logico e causale che lega queste CAUSE irreali ed esterne alle SOLUZIONI comunemente accettate è ineccepibile.
Se la CAUSA del mio PROBLEMA è là fuori, ho una sola SOLUZIONE: raggiungere la vetta, possedere, controllare, essere visto, accettato, ammirato e amato. Il gioco è fatto: ho una SOLUZIONE in tasca che può essere realizzata… o meglio acquistata. Già, perché non c’è via di scampo: il denaro diventa strumento principe (anche se non esclusivo) di questa SOLUZIONE.
Se avessimo identificate le CAUSE corrette, attraverso questa SOLUZIONE ciascuno potrebbe risolvere i propri PROBLEMI in maniera efficace e definitiva. Il denaro sarebbe lo strumento per raggiungere degli OBIETTIVI di possesso, controllo, visibilità, accettazione etc. e come tale sarebbe importante… tanto quanto lo è una bicicletta per raggiungere il centro della città. Ma il tutto finirebbe lì.
Suscita stupore chi continua ad acquistare biciclette quando ne può utilizzare solo una alla volta. Invece non suscita stupore chi accumula danaro, possedimenti, potere etc. per il gusto di farlo.
Non ci stupiamo più di questo perché siamo tutti tacitamente consapevoli: queste SOLUZIONI hanno effetti temporanei e mai definitivi… ci portano all’assuefazione e alla dipendenza piuttosto che alla pace e alla libertà.
Ciononostante difficilmente mettiamo in discussione l’itero castello di carte, ma preferiamo dire: “non ho ancora abbastanza, non sono ancora abbastanza… quando avrò…, quando sarò… allora sì che starò bene, risolverò tutti i PROBLEMI.”
__________________________________________
Insomma l’OBIETTIVO di raggiungere il benessere eliminando i PROBLEMI è diventato poco per volta una simpatica utopia rimandabile senza grossi interrogativi. Una splendida carota che ci costringe a correre lasciandoci così alle spalle i PROBLEMI anziché ad affrontarli e risolverli.
__________________________________________
NB:
Da almeno 2000 anni a questa parte abbiamo dei potenti alleati che vivono di questa grande eresia, ossia che la fonte dei nostri prblemi (e quindi la strada del nostro benessere) sia al di fuori di noi.
Lo fa la Chiesa
dicendoci cosa è bene e cosa è male,
privandoci di fatto della libertà interiore,
condizionando i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni,
proponendoci modelli di santità irraggiungibili
e facendoci sentire inadeguati se non corrispondiamo a quei modelli
Lo fanno oggi più che mai le multinazionali
dicendoci cosa è bello e cosa è brutto,
privandoci di fatto dell’autonomia di giudizio,
condizionando i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni,
proponendoci modelli di bellezza, gioia e benessere irraggiungibili,
facendoci sentire inadeguati se non corrispondiamo a quei modelli
Così come la Chiesa ha posto il bene (Dio) e il male (il Demonio) al di fuori di noi,
le multinazionali hanno traslato il bello e il brutto su un piano puramente esteriore,
entrambe le filosofie ci spingono a fare i conti con ciò che c’è fuori
e mai con ciò che abbiamo dentro!
Ipotesi: non avendo la conoscenza necessaria e non ritenendo corretto effettuare generalizzazioni troppo ampie, scegliamo di concentrarci su quella minoranza dell’umanità che meglio conosciamo ossia su coloro i quali partecipano consciamente o inconsciamente alla rincorsa al denaro. Parliamo cioè di chi vive nella nostra società cosiddetta capitalistica. Insomma… parliamo di noi!
1. PROBLEMI - Quali sono i PROBLEMI che affliggono questo spicchio di genere umano?
Insicurezza, ansia, insoddisfazione, infelicità, inquietudine… e a chi mi dice “non è vero, io sono immune da tutto questo” chiedo di passare un’ora in solitudine in una stanza, in silenzio e senza alcuno stimolo… generalmente questo è sufficiente per riconoscere che alcune delle emozioni sopra citate fanno parte della nostra vita. Magari siamo talmente rapidi da lasciarle quasi sempre alle nostre spalle, ma appena rallentiamo esse ci raggiungono.
Che lo vediamo o no, questo è, nella mia esperienza, il grande problema dell’essere umano.
2. CAUSE - Quali sono le CAUSE che riteniamo alla base di questo PROBLEMA?
Generalmente ci diciamo: starò meglio quando avrò quella cosa, quando raggiungerò quel traguardo, quando sarò accettato da quella persona, quando sarò riconosciuto da quel gruppo di persone… Insomma le cause sembrano essere riconducibili a:
“Non ho abbastanza”
“Non sono abbastanza (gli altri non mi vedono, approvano e amano abbastanza)”
3. SOLUZIONI - Se questo è vero, risulta automatico individuare la soluzione: il DENARO.
“Con molto denaro potrò avere quello che voglio, potrò apparire nella maniera migliore; sarò visto, accettato e amato!”. Il denaro richiede un grande impegno sia per guadagnarlo che per utilizzarlo nella maniera migliore.
4. OBIETTIVI - La caccia al denaro e l’applicazione nell’utilizzarlo al meglio ci chiedono tantissime energie, ci fanno correre dalla mattina alla sera… ci fanno lasciare indietro il nostro PROBLEMA (insicurezza, ansia, insoddisfazione, infelicità, inquietudine). In realtà dunque la SOLUZIONE generalmente adottata non risolve il PROBLEMA ma ha comunque un effetto lenitivo:
lo tampona con momentanee illusioni e fugaci soddisfazioni
lo tiene a distanza impegnando la nostra mente, le nostre energie e il nostro tempo.
Il quadrato esistenziale così disegnato ci appare aderente alla realtà, o meglio all’irrealtà, delle convinzioni comunemente condivise.
Parliamo di “irrealtà” perché riteniamo che in questo modello vi siano errori, fraintendimenti e illusioni.
Le analizziamo nel seguito
__________________________________________
I PROBLEMI esistenziali fanno parte della natura umana eppure vengono troppo spesso evitati, negati o rimossi.
La natura umana prescrive per ciascuno di noi un viaggio attraverso vallate oscure frammezzate da colline, montagne e vette assolate. Abbiamo una libertà totale nel definire l’itinerario i suoi tempi e i luoghi di sosta. Al limite siamo addirittura liberi di scegliere di non muoverci per lunghi periodi (intere vite).
E’ però evidente che se rifiutiamo sistematicamente di scendere dalle alture e di attraversare le valli, il nostro cammino sarà circoscritto ad un territorio limitato. Vivremo allora in una sorta di area protetta nella quale ci sembrerà di avere il controllo quasi assoluto della situazione. La contropartita è che esploreremo solo una minima parte del territorio che è a noi accessibile.
Allora quella sensazione di insicurezza, ansia, insoddisfazione, infelicità, inquietudine di cui stiamo parlando, potrebbe non essere altro che il sottile richiamo delle vallate oscure e degli sconfinati territori (del nostro essere) che chiedono di essere esplorati.
In questa ottica il malessere che abbiamo identificato come il PROBLEMA di questo spicchio di Umanità, avrebbe la sua origine all’interno della persona e non all’esterno.
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Quindi le CAUSE del problema andrebbero cercate anch’esse all’interno: nelle valli oscure e nei territori inesplorati del nostro essere. Ma l’esplorazione interiore ci fa paura, forse ci porterebbe a contatto con situazioni dolorose. Ed ecco allora la tentazione di cercare in un’altra direzione: all’esterno.
“Non è la valle oscura dentro di me che mi chiama ma la vetta là fuori! Starò bene quando avrò raggiunto quella vetta: quando possiederò quella cosa, quando raggiungerò quel traguardo, quando sarò visto, accettato, amato da quella o quelle persone.”
Ed ecco che il percorso di rimozione o soluzione dei PROBLEMI passa attraverso un’individuazione conscia o inconscia (collettiva o sociale) di false CAUSE esterne, sulle quali sia possibile avere il controllo. Ben più difficile e “pericoloso” sarebbe accettare e controllare CAUSE con genesi interiore.
Bene… preso per buono quanto detto sarebbe onesto da parte nostra spiegare quali siano allora le CAUSE reali interiori del PROBLEMA in questione. Assolutamente sì, ma lo faremo più tardi… Siamo ancora impegnati nella fase di distruzione e preferiamo ricostruire tutto alla fine.
__________________________________________
Il passaggio logico e causale che lega queste CAUSE irreali ed esterne alle SOLUZIONI comunemente accettate è ineccepibile.
Se la CAUSA del mio PROBLEMA è là fuori, ho una sola SOLUZIONE: raggiungere la vetta, possedere, controllare, essere visto, accettato, ammirato e amato. Il gioco è fatto: ho una SOLUZIONE in tasca che può essere realizzata… o meglio acquistata. Già, perché non c’è via di scampo: il denaro diventa strumento principe (anche se non esclusivo) di questa SOLUZIONE.
Se avessimo identificate le CAUSE corrette, attraverso questa SOLUZIONE ciascuno potrebbe risolvere i propri PROBLEMI in maniera efficace e definitiva. Il denaro sarebbe lo strumento per raggiungere degli OBIETTIVI di possesso, controllo, visibilità, accettazione etc. e come tale sarebbe importante… tanto quanto lo è una bicicletta per raggiungere il centro della città. Ma il tutto finirebbe lì.
Suscita stupore chi continua ad acquistare biciclette quando ne può utilizzare solo una alla volta. Invece non suscita stupore chi accumula danaro, possedimenti, potere etc. per il gusto di farlo.
Non ci stupiamo più di questo perché siamo tutti tacitamente consapevoli: queste SOLUZIONI hanno effetti temporanei e mai definitivi… ci portano all’assuefazione e alla dipendenza piuttosto che alla pace e alla libertà.
Ciononostante difficilmente mettiamo in discussione l’itero castello di carte, ma preferiamo dire: “non ho ancora abbastanza, non sono ancora abbastanza… quando avrò…, quando sarò… allora sì che starò bene, risolverò tutti i PROBLEMI.”
__________________________________________
Insomma l’OBIETTIVO di raggiungere il benessere eliminando i PROBLEMI è diventato poco per volta una simpatica utopia rimandabile senza grossi interrogativi. Una splendida carota che ci costringe a correre lasciandoci così alle spalle i PROBLEMI anziché ad affrontarli e risolverli.
__________________________________________
NB:
Da almeno 2000 anni a questa parte abbiamo dei potenti alleati che vivono di questa grande eresia, ossia che la fonte dei nostri prblemi (e quindi la strada del nostro benessere) sia al di fuori di noi.
Lo fa la Chiesa
dicendoci cosa è bene e cosa è male,
privandoci di fatto della libertà interiore,
condizionando i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni,
proponendoci modelli di santità irraggiungibili
e facendoci sentire inadeguati se non corrispondiamo a quei modelli
Lo fanno oggi più che mai le multinazionali
dicendoci cosa è bello e cosa è brutto,
privandoci di fatto dell’autonomia di giudizio,
condizionando i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni,
proponendoci modelli di bellezza, gioia e benessere irraggiungibili,
facendoci sentire inadeguati se non corrispondiamo a quei modelli
Così come la Chiesa ha posto il bene (Dio) e il male (il Demonio) al di fuori di noi,
le multinazionali hanno traslato il bello e il brutto su un piano puramente esteriore,
entrambe le filosofie ci spingono a fare i conti con ciò che c’è fuori
e mai con ciò che abbiamo dentro!
Nevrosi umana (Parte 1)
Ritengo non sia etico che la ricchezza (intesa come capitale monetario) sia fonte di ricchezza.
Questo, oltre ad essere alla base di gran parte del degrado che osserviamo quotidianamente nel mondo dell'economia e della politica, a livello macro, non può che divaricare ogni giorno di più la forbice ricchi – poveri.
Mi scervello da un po' per capire come scardinare questa centralità del capitale, cosa sostituire a questa logica perversa… E non ne esco!
Ci hanno già provato altri ma i risultati… sono sotto gli occhi di tutti.
Oggi, ho provato ad applicare lo schema PROBLEMI – CAUSE – SOLUZIONI –OBIETTIVI.
E’ il quadro di riferimento che utilizzo facendo consulenza: quando un cliente mi chiama ha generalmente chiare in mente due cose:
1. E’ consapevole di avere un PROBLEMA
2. Si è dato un OBIETTIVO: ridurre o eliminare il PROBLEMA.
Il ruolo del consulente è quello di costruire un ponte tra PROBLEMA e OBIETTIVO
Si tratta allora di:
a. individuare le reali CAUSE del PROBLEMA: spesso il cliente non è in grado di farlo da solo e rischia di identificare CAUSE sbagliate o non direttamente correlate al PROBLEMA.
b. Individuate le CAUSE, occorre trovare delle SOLUZIONI in grado di agire sulle CAUSE in maniera tale da ridurre o eliminare il PROBLEMA. Ossia di raggiungere l’OBIETTIVO.
In sintesi: ogni PROBLEMA ha delle CAUSE; ad ogni CAUSA occorre trovare delle SOLUZIONI in grado di consentire il raggiungimento dell’OBIETTIVO.
Evidentemente il denaro, visto il successo che riscuote, deve essere percepito come la SOLUZIONE ad uno o più PROBLEMI esistenziali che affliggono l’essere umano…
Inoltre, dato che nessuno sembra mai essere soddisfatto della quantità di danaro che possiede, mi sento di supporre che debba trattarsi di una SOLUZIONE temporanea e inefficace…
Mi viene quasi il dubbio che possa esserci confusione sulle CAUSE di questi PROBLEMI esistenziali… il che spiegherebbe l’inefficacia della SOLUZIONE denaro (come dicevamo, se non identifico la CAUSA corretta, nessuna SOLUZIONE potrà portarmi all’OBIETTIVO di eliminare il PROBLEMA).
Allora occorre disegnare il QUADRATO ESISTENZIALE dell’essere umano e verificare la correttezza dei legami causa – effetto in esso sottesi.
NB: Tutto ciò che dirò da ora in poi è frutto della mia personale esperienza che, per quanto ampia (ho lavorato come formatore con alcune centinaia di persone) resta pur sempre limitata e soggettiva.
Inoltre risente inevitabilmente della mia personale visione del mondo e della vita…
Questo, oltre ad essere alla base di gran parte del degrado che osserviamo quotidianamente nel mondo dell'economia e della politica, a livello macro, non può che divaricare ogni giorno di più la forbice ricchi – poveri.
Mi scervello da un po' per capire come scardinare questa centralità del capitale, cosa sostituire a questa logica perversa… E non ne esco!
Ci hanno già provato altri ma i risultati… sono sotto gli occhi di tutti.
Oggi, ho provato ad applicare lo schema PROBLEMI – CAUSE – SOLUZIONI –OBIETTIVI.
E’ il quadro di riferimento che utilizzo facendo consulenza: quando un cliente mi chiama ha generalmente chiare in mente due cose:
1. E’ consapevole di avere un PROBLEMA
2. Si è dato un OBIETTIVO: ridurre o eliminare il PROBLEMA.
Il ruolo del consulente è quello di costruire un ponte tra PROBLEMA e OBIETTIVO
Si tratta allora di:
a. individuare le reali CAUSE del PROBLEMA: spesso il cliente non è in grado di farlo da solo e rischia di identificare CAUSE sbagliate o non direttamente correlate al PROBLEMA.
b. Individuate le CAUSE, occorre trovare delle SOLUZIONI in grado di agire sulle CAUSE in maniera tale da ridurre o eliminare il PROBLEMA. Ossia di raggiungere l’OBIETTIVO.
In sintesi: ogni PROBLEMA ha delle CAUSE; ad ogni CAUSA occorre trovare delle SOLUZIONI in grado di consentire il raggiungimento dell’OBIETTIVO.
Evidentemente il denaro, visto il successo che riscuote, deve essere percepito come la SOLUZIONE ad uno o più PROBLEMI esistenziali che affliggono l’essere umano…
Inoltre, dato che nessuno sembra mai essere soddisfatto della quantità di danaro che possiede, mi sento di supporre che debba trattarsi di una SOLUZIONE temporanea e inefficace…
Mi viene quasi il dubbio che possa esserci confusione sulle CAUSE di questi PROBLEMI esistenziali… il che spiegherebbe l’inefficacia della SOLUZIONE denaro (come dicevamo, se non identifico la CAUSA corretta, nessuna SOLUZIONE potrà portarmi all’OBIETTIVO di eliminare il PROBLEMA).
Allora occorre disegnare il QUADRATO ESISTENZIALE dell’essere umano e verificare la correttezza dei legami causa – effetto in esso sottesi.
NB: Tutto ciò che dirò da ora in poi è frutto della mia personale esperienza che, per quanto ampia (ho lavorato come formatore con alcune centinaia di persone) resta pur sempre limitata e soggettiva.
Inoltre risente inevitabilmente della mia personale visione del mondo e della vita…
29 aprile 2006
Autunno in primavera
Quando smetterò di scrivere
per convincere te o forse me
di essere degno di attenzione?
quando accetterò il mio sconvolgente
totale devastante
essere normale?
quando accetterò
questa straziante
solitudine?
non ho niente da dirti oggi
non so neppure come riempire
il dono di questa giornata
oggi sono solo
oggi sono vuoto e secco
lo è la mia mente
lo è la mia anima
lo è, disperatamente, il mio corpo.
per convincere te o forse me
di essere degno di attenzione?
quando accetterò il mio sconvolgente
totale devastante
essere normale?
quando accetterò
questa straziante
solitudine?
non ho niente da dirti oggi
non so neppure come riempire
il dono di questa giornata
oggi sono solo
oggi sono vuoto e secco
lo è la mia mente
lo è la mia anima
lo è, disperatamente, il mio corpo.
28 aprile 2006
Prigionieri della notte
Ci sono notti
che mi si cuciono
strette addosso
e il loro buio
si confonde con il mio
e le loro stelle
si rincorrono con le mie
in queste notti surreali
ti vorrei al mio fianco
se solo anche tu
almeno per un attimo
ti sentissi
prigioniera della notte
che mi si cuciono
strette addosso
e il loro buio
si confonde con il mio
e le loro stelle
si rincorrono con le mie
in queste notti surreali
ti vorrei al mio fianco
se solo anche tu
almeno per un attimo
ti sentissi
prigioniera della notte
12 aprile 2006
La lama del coltello
Forse, il mio unico, vero nemico
è prorio questo mio sentirmi
sempre e comunque… speciale
Solo io sento
quello che sento
Solo io ho sofferto
quello che ho sofferto
Solo io provo i turbamenti
che provo
Solo io ho gli atroci difetti
che ho
L’essere speciale è la lama
del coltello che squarcia il mio essere normale
tra la volontà di cambiare
e l’assoluta impossibilità di farlo.
è prorio questo mio sentirmi
sempre e comunque… speciale
Solo io sento
quello che sento
Solo io ho sofferto
quello che ho sofferto
Solo io provo i turbamenti
che provo
Solo io ho gli atroci difetti
che ho
L’essere speciale è la lama
del coltello che squarcia il mio essere normale
tra la volontà di cambiare
e l’assoluta impossibilità di farlo.
10 aprile 2006
Necrologio
Vorrei ricordarlo così...
APR 2006 -- "Ho troppa stima per gli italiani da pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che voteranno contro i loro interessi".
MAR 2006 -- "Mi accusano di aver detto più volte che i comunisti mangiano i bambini: leggetevi il libro nero del comunismo e scoprirete che nella Cina di Mao i comunisti non mangiavano i bambini, ma li bollivano per concimare i campi", ha detto parlando ad un comizio elettorale a Napoli.
GEN 2006 -- "Grazie Padre Massimiliano" dice ad un predicatore televisivo che lo ha elogiato per la difesa dei valori della famiglia . "Cercherò di non deluderla e le prometto due mesi e mezzo di completa astinenza sessuale fino al 9 aprile".
AGO 2005 -- "Neanche l'economia va così male. Dalla mia villa ho una vista panoramica che si distingue anche quest'anno per i numerosi yacht... Nessuno può vantare più cellulari, più automobili, più televisioni degli italiani. Sapete quante delle nostre donne possono permettersi dei trattamenti di bellezza?" dice in un'intervista al "La Stampa".
GIU 2005 -- Dichiara di aver usato il suo charme maschile per persuadere il presidente finlandese, Tarja Halonen, a lasciar cadere la richiesta del Paese di ospitare la nuova Authority europea sulla sicurezza alimentare. "Ho dovuto ricorrere alle mie capacità di playboy, anche se era da un po' che non le usavo" dice. L'ambasciatore finlandese ha protestato ufficialmente.
SET 2004 -- "Mussolini non ha mai ucciso nessuno. Mussolini mandava la gente in vacanza al confino" dice Berlusconi alla rivista Spectator, rispondendo "sì" quando gli viene chiesto se pensava che il dittatore fascista fosse stato "mite".
LUG 2003 -- "Signor Schulz, so che in Italia c'è un produttore che sta girando un film sui campi di concentramento nazisti. La proporrò nel ruolo di kapò. Sarebbe perfetto" dice al parlamentare socialista tedesco Martin Schulz che l'aveva attaccato nel corso della presentazione della presidenza italiana dell'UE di fronte al parlamento europeo.
GIU 2003 -- "Tutti i cittadini sono uguali (davanti alla legge) ma forse il sottoscritto è un po' più uguale degli altri, visto che il 50 % degli italiani gli ha dato la responsabilità di governare il Paese" dice in un'udienza del processo per corruzione a Milano.
MAG 2003 -- "Ho una barca, ma negli ultimi due anni l'ho usata una sola volta per riportare la mia famiglia a casa. E non vado più nella mia casa alle Bermuda da circa due o tre anni... La mia vita è cambiata, la qualità è diventata terribile. Che lavoro tremendo" dice in un'intervista al New York Times.
DIC 2002 -- "I più svegli riusciranno sicuramente a trovare un secondo lavoro, anche non regolare" dice incoraggiando i lavoratori licenziati della Fiat a cercare un lavoro in nero.
OTT 2002 -- "Rasmussen non è solo un grande collega, ma anche il primo ministro più bello d'Europa" ha detto della sua controparte danese, Anders Fogh Rasmussen, in una conferenza stampa congiunta. "E' così bello che sto addirittura pensando di presentarlo a mia moglie", riferendosi ad un pettegolezzo secondo cui sua moglie aveva una relazione extraconiugale.
SET 2002 -- "In certi casi i pedalò sono utili. Nessuno (dei cadaveri) si è lamentato" ha risposto alla domanda sul perché la polizia avesse usato delle imbarcazioni a pedali per recuperare gli immigrati affogati.
FEB 2002 -- Durante una fotografia di gruppo al termine di un vertice informale dell'Ue in Spagna, fa le corna dietro la testa di Josep Pique, ministro degli Esteri spagnolo.
OTT 2001 -- Fa scoppiare una polemica nel mondo islamico quando dichiara che l'Occidente dovrebbe essere conscio della sua "superiorità".
"Dovremmo essere consapevoli della superiorità della nostra civiltà, che consiste in un sistema di valori che ha dato alla gente un benessere diffuso e garanzie di rispetto per diritti umani e religione" ha detto. "Questo rispetto certamente non esiste negli Stati musulmani".
...O forse vorrei solo dimenticare in fretta tutto questo!
APR 2006 -- "Ho troppa stima per gli italiani da pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che voteranno contro i loro interessi".
MAR 2006 -- "Mi accusano di aver detto più volte che i comunisti mangiano i bambini: leggetevi il libro nero del comunismo e scoprirete che nella Cina di Mao i comunisti non mangiavano i bambini, ma li bollivano per concimare i campi", ha detto parlando ad un comizio elettorale a Napoli.
GEN 2006 -- "Grazie Padre Massimiliano" dice ad un predicatore televisivo che lo ha elogiato per la difesa dei valori della famiglia . "Cercherò di non deluderla e le prometto due mesi e mezzo di completa astinenza sessuale fino al 9 aprile".
AGO 2005 -- "Neanche l'economia va così male. Dalla mia villa ho una vista panoramica che si distingue anche quest'anno per i numerosi yacht... Nessuno può vantare più cellulari, più automobili, più televisioni degli italiani. Sapete quante delle nostre donne possono permettersi dei trattamenti di bellezza?" dice in un'intervista al "La Stampa".
GIU 2005 -- Dichiara di aver usato il suo charme maschile per persuadere il presidente finlandese, Tarja Halonen, a lasciar cadere la richiesta del Paese di ospitare la nuova Authority europea sulla sicurezza alimentare. "Ho dovuto ricorrere alle mie capacità di playboy, anche se era da un po' che non le usavo" dice. L'ambasciatore finlandese ha protestato ufficialmente.
SET 2004 -- "Mussolini non ha mai ucciso nessuno. Mussolini mandava la gente in vacanza al confino" dice Berlusconi alla rivista Spectator, rispondendo "sì" quando gli viene chiesto se pensava che il dittatore fascista fosse stato "mite".
LUG 2003 -- "Signor Schulz, so che in Italia c'è un produttore che sta girando un film sui campi di concentramento nazisti. La proporrò nel ruolo di kapò. Sarebbe perfetto" dice al parlamentare socialista tedesco Martin Schulz che l'aveva attaccato nel corso della presentazione della presidenza italiana dell'UE di fronte al parlamento europeo.
GIU 2003 -- "Tutti i cittadini sono uguali (davanti alla legge) ma forse il sottoscritto è un po' più uguale degli altri, visto che il 50 % degli italiani gli ha dato la responsabilità di governare il Paese" dice in un'udienza del processo per corruzione a Milano.
MAG 2003 -- "Ho una barca, ma negli ultimi due anni l'ho usata una sola volta per riportare la mia famiglia a casa. E non vado più nella mia casa alle Bermuda da circa due o tre anni... La mia vita è cambiata, la qualità è diventata terribile. Che lavoro tremendo" dice in un'intervista al New York Times.
DIC 2002 -- "I più svegli riusciranno sicuramente a trovare un secondo lavoro, anche non regolare" dice incoraggiando i lavoratori licenziati della Fiat a cercare un lavoro in nero.
OTT 2002 -- "Rasmussen non è solo un grande collega, ma anche il primo ministro più bello d'Europa" ha detto della sua controparte danese, Anders Fogh Rasmussen, in una conferenza stampa congiunta. "E' così bello che sto addirittura pensando di presentarlo a mia moglie", riferendosi ad un pettegolezzo secondo cui sua moglie aveva una relazione extraconiugale.
SET 2002 -- "In certi casi i pedalò sono utili. Nessuno (dei cadaveri) si è lamentato" ha risposto alla domanda sul perché la polizia avesse usato delle imbarcazioni a pedali per recuperare gli immigrati affogati.
FEB 2002 -- Durante una fotografia di gruppo al termine di un vertice informale dell'Ue in Spagna, fa le corna dietro la testa di Josep Pique, ministro degli Esteri spagnolo.
OTT 2001 -- Fa scoppiare una polemica nel mondo islamico quando dichiara che l'Occidente dovrebbe essere conscio della sua "superiorità".
"Dovremmo essere consapevoli della superiorità della nostra civiltà, che consiste in un sistema di valori che ha dato alla gente un benessere diffuso e garanzie di rispetto per diritti umani e religione" ha detto. "Questo rispetto certamente non esiste negli Stati musulmani".
...O forse vorrei solo dimenticare in fretta tutto questo!
3 aprile 2006
2 aprile 2006
Generale
C’è una voce che lamenta
fatica e stanchezza.
Un’altra che vuole fermarsi
ha paura ad andare avanti.
Un’altra ancora che si logora
per i più assurdi sensi di colpa.
…E ce ne è una che si sente vittima
della vita e degli eventi
e un’altra adirata contro
il mondo e la sua follia
e un’altra ancora che semplicemente
vorrebbe fuggire lontano.
E a volerle ascoltare tutte
ne udirei altre mille…
quella vogliosa di sesso
quella a caccia di danaro
quella assetata di potere
e quella che proclama la mia superiorità
sopra agli altri e sul mondo intero.
E dunque… chi sono io?
Non sono io quelli che parlano!
Non sono io quelle voci!
Io, semmai, sono colui che le ascolta.
Io sono colui che, sorridendo, scrive di loro.
Io sono il dispensatore della mia volonta,
io sono il generale di questo esercito ubriaco.
Io sono l’artefice di ogni mia vittoria
così come la causa di ogni mia sconfitta.
fatica e stanchezza.
Un’altra che vuole fermarsi
ha paura ad andare avanti.
Un’altra ancora che si logora
per i più assurdi sensi di colpa.
…E ce ne è una che si sente vittima
della vita e degli eventi
e un’altra adirata contro
il mondo e la sua follia
e un’altra ancora che semplicemente
vorrebbe fuggire lontano.
E a volerle ascoltare tutte
ne udirei altre mille…
quella vogliosa di sesso
quella a caccia di danaro
quella assetata di potere
e quella che proclama la mia superiorità
sopra agli altri e sul mondo intero.
E dunque… chi sono io?
Non sono io quelli che parlano!
Non sono io quelle voci!
Io, semmai, sono colui che le ascolta.
Io sono colui che, sorridendo, scrive di loro.
Io sono il dispensatore della mia volonta,
io sono il generale di questo esercito ubriaco.
Io sono l’artefice di ogni mia vittoria
così come la causa di ogni mia sconfitta.
26 febbraio 2006
Grandi guerre... e una piccola pace
Ci sono guerre che non vincerò mai
l’esercito nemico, ogni volta si rialza, serra i ranghi, mi circonda
Ci sono demoni che non potrò mai distruggere
la forza di un grido o di un gesto non è sufficiente ad annientarli
E mi ritrovo qui
accerchiato dall’esercito che credevo sconfitto
minacciato da quei demoni mostruosi che speravo ormai lontani
Oggi non mi va di combattere
vorrei negare di essere un’anima minacciata
vorrei distendermi nel tuo letto
come il più ingenuo dei guerrieri
e cercare nella tua anima
tutta la pace che mi manca
l’esercito nemico, ogni volta si rialza, serra i ranghi, mi circonda
Ci sono demoni che non potrò mai distruggere
la forza di un grido o di un gesto non è sufficiente ad annientarli
E mi ritrovo qui
accerchiato dall’esercito che credevo sconfitto
minacciato da quei demoni mostruosi che speravo ormai lontani
Oggi non mi va di combattere
vorrei negare di essere un’anima minacciata
vorrei distendermi nel tuo letto
come il più ingenuo dei guerrieri
e cercare nella tua anima
tutta la pace che mi manca
10 febbraio 2006
...e noi ci azzuffiamo per la religione!
Non si faccia agli altri ciò che non è buono per sé stessi
("Yajnavalkya Smriti": testo sacro Indù)
Con purezza di pensieri e pienezza d'amore, io farò
agli altri quello che io faccio a me stesso
("Lalita Vistara": scrittura Buddhista)
E come voi volete che gli uomini vi facciano,
fate ancor loro simigliante
(Vangelo di S.Luca: testo sacro Cristiano)
Nessuno è vero credente se non desidera per il proprio fratello
ciò che desidera per sè stesso
("I detti di Maometto": scrittura Islamica)
("Yajnavalkya Smriti": testo sacro Indù)
Con purezza di pensieri e pienezza d'amore, io farò
agli altri quello che io faccio a me stesso
("Lalita Vistara": scrittura Buddhista)
E come voi volete che gli uomini vi facciano,
fate ancor loro simigliante
(Vangelo di S.Luca: testo sacro Cristiano)
Nessuno è vero credente se non desidera per il proprio fratello
ciò che desidera per sè stesso
("I detti di Maometto": scrittura Islamica)
1 febbraio 2006
Se fossi Dio
Se oggi io fossi stato Dio...
avrei creato una putrida palude
Se più semplicemente
oggi io avessi seminato
ciò che raccoglierò domani...
ohi ohi!
avrei creato una putrida palude
Se più semplicemente
oggi io avessi seminato
ciò che raccoglierò domani...
ohi ohi!
31 gennaio 2006
Voglio smettere
Quando mai la smetterò
di voler smettere?
Quando mai inizierò
a voler davvero iniziare?
di voler smettere?
Quando mai inizierò
a voler davvero iniziare?
30 gennaio 2006
Tra me e me
La sera poi
sorprendo me stesso
contorto
tra struggenti malinconie
al ricordo di un me stesso
di altri tempi
un me stesso
che tanto ho amato
ma che a ben vedere
forse non è mai esistito
sorprendo me stesso
contorto
tra struggenti malinconie
al ricordo di un me stesso
di altri tempi
un me stesso
che tanto ho amato
ma che a ben vedere
forse non è mai esistito
22 gennaio 2006
Fammi scendere
Ora basta!
Fammi scendere!
Fammi scendere ho detto!
Non ho scelto io questa nave!
Mi hai dato sogni troppo grandi
e una volontà così fragile
Mi hai mostrato orizzonti immensi
e ora mi lasci vedere solo una luce così fioca
Cosa altro vuoi?
Vuoi dimostrare
che non sono all’altezza?
Hai vinto,
non sono all’altezza.
Perdonami.
Ma ora fammi scendere.
Sono stanco.
Fammi scendere!
Fammi scendere ho detto!
Non ho scelto io questa nave!
Mi hai dato sogni troppo grandi
e una volontà così fragile
Mi hai mostrato orizzonti immensi
e ora mi lasci vedere solo una luce così fioca
Cosa altro vuoi?
Vuoi dimostrare
che non sono all’altezza?
Hai vinto,
non sono all’altezza.
Perdonami.
Ma ora fammi scendere.
Sono stanco.
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